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today2 Ottobre 2025
Tensione nei cieli europei: la Polonia alza i caccia, Berlino invoca nuove difese, mentre a Copenaghen i leader Ue discutono di Ucraina e risorse russe.
La Polonia ha fatto decollare sei F-16 per intercettare due droni Shahed. Intanto la Germania interviene sulla sicurezza degli spazi aerei. “Questa è una nuova dimensione nei cieli, in termini di quantità e qualità dell’impiego di questi velivoli, e dobbiamo adattare le nostre misure difensive molto rapidamente per poter reagire più rapidamente”, ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, in merito alla questione delle violazioni degli spazi aerei da parte di droni sospetti.
Tutto è accaduto nelle ore in cui a Copenaghen era in corso il vertice informale del Consiglio europeo. La Commissione ha presentato la proposta per l’utilizzo degli asset russi immobilizzati e convertirli in un prestito a favore dell’Ucraina. Il Belgio ha però sollevato diverse preoccupazioni di carattere giuridico e tecnico.
I leader hanno manifestato la volontà di mantenere la difesa come competenza degli Stati membri e di rafforzare la governance, aumentando il ruolo dei ministri della Difesa sotto l’egida dell’alto rappresentante Ue. Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha confermato di aver discusso la possibilità di utilizzare meglio le risorse russe immobilizzate e che il confronto proseguirà nel prossimo incontro del Consiglio europeo in ottobre.
“L’Ucraina ha completato il suo processo di screening interno per la legislazione Ue, e lo abbiamo fatto più velocemente di chiunque altro prima di noi. Siamo pienamente pronti ad avviare il Cluster 1 dei negoziati di adesione all’Ue, il cluster ‘Fondamentali’. Abbiamo bisogno di progressi concreti in questo senso”, afferma il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel corso del suo intervento in video conferenza al vertice informale dei leader Ue di Copenaghen.
Tra le tecniche più sorprendenti e meno note di contrasto ai droni Shahed vi è l’uso di reti acustiche composte da microfoni a basso costo. In Ucraina è stata messa a punto l’idea di sfruttare migliaia di microfoni distribuiti sul territorio per captare il rumore degli eliche e dei motori dei droni, riconoscendone la traiettoria grazie alla triangolazione sonora.
Il sistema, noto come “Sky Fortress”, è stato originariamente concepito da due ingegneri in un garage, usando microfoni da circa 4-500 dollari ciascuno. L’idea è semplice ma efficace: tramite l’analisi dei segnali acustici, il sistema ricostruisce i percorsi di volo dei droni, aiutando i sistemi difensivi (radar, artiglierie antiaeree, intercettori) a localizzarli e intercettarli con maggiore precisione.
Ciò che rende questo approccio particolarmente curioso è il contrasto tra tecnologie di guerra sofisticate (F-16, missili, comandi nazionali) e una contromisura “fai da te”, relativamente economica e distribuita su vasta scala. Si tratta di una sorta di “difesa distribuita”: una rete molto densa di microfoni che opera in sinergia con i sistemi convenzionali.
L’efficacia del sistema “Sky Fortress” ha dei limiti evidenti. Funziona meglio in condizioni diurne e buona visibilità, quando il rumore dei droni è più distinguibile rispetto al rumore ambientale. Il sistema perde precisione di notte, in presenza di rumori ambientali forti o interferenze meccaniche.
Inoltre, non è in grado da solo di neutralizzare il drone: serve che venga integrato con sensori radar, sistemi elettro-ottici o mezzi d’intercettazione. Ma offre un “segnale d’allarme” utile per calmierare il consumo di risorse, indirizzando meglio le contromisure più costose.
Un’altra particolarità tecnica è che il sistema non dipende da collegamenti satellitari né da grande infrastruttura centralizzata: è intrinsecamente locale e modulare, consentendo agli operatori sul campo di configurarlo rapidamente, aggiungere microfoni o modificarne il layout secondo le esigenze tattiche.
Scritto da: Daniele Biacchessi
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