Il Corsivo

Quel popolo che marcia lungo la Perugia-Assisi

today13 Ottobre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Un fiume di giovani e volontari da tutta Italia invade la Perugia-Assisi per dire no alla guerra e sì alla pace. La voce dei ragazzi chiede di essere finalmente ascoltata.

Mai così in tanti dal 2001. Quello visto tra Perugia ed Assisi, nella tradizionale marcia, è un popolo che sogna un mondo fatto di pace e dice no ad ogni guerra. È formato da persone giunte dal variegato mondo del volontariato laico e cattolico: realtà associative, enti locali, parrocchie, scuole, provenienti da tutta Italia.

In migliaia sono essenzialmente giovani, in centinaia giovanissimi: in molti si sono confrontati, hanno cantato, suonato, ballato, con le bandiere dell’iride e della Palestina, le magliette gialle con il simbolo della pace e il ritornello della canzone di John Lennon “Imagine all the people”, esprimendo così la loro disobbedienza civile, l’opposizione contro i conflitti.

Padre Enzo Fortunato: ascoltate la voce dei ragazzi

Lungo i 24 chilometri che separano il frontone di Perugia dal centro di Assisi, si sono viste anche le bandiere del Pd, Avs, M5s, quelle dell’Arci accanto ai vessilli di Anpi, Acli, Libera, Emergency, Legambiente e molti altri ancora. Ognuno ha portato la propria identità; Ma quello che più colpisce è il volto dei ragazzi e delle ragazze.

Dice padre Enzo Fortunato, presidente Pontificio Comitato per la Giornata Mondiale dei Bambini: “Se i potenti ascoltassero le parole dei piccoli avremmo un mondo migliore se pensassero al futuro dei loro figli premerebbe i bottoni della pace e della concordia e non quelli della guerra e dell’odio”. Ha ragione Fortunato. La voce di quei ragazzi meriterebbe una maggiore attenzione: chiedono alla politica e ai potenti della Terra di essere ascoltati. È una marcia per fare pace con i giovani, per smetterla di ignorarli e di rubare il loro il futuro.


La bandiera iridata: colori, origini e trasformazioni

Una delle immagini più potenti della marcia — presente in ogni sua edizione — è la bandiera arcobaleno con la scritta PACE. Quel vessillo, così comune oggi nelle manifestazioni per la pace, ha una storia meno nota ma significativa.

  • Origine italiana: la bandiera iridata della pace nacque proprio in Italia, su proposta di Aldo Capitini, al momento della prima Marcia per la pace Perugia-Assisi nel 1961.

  • Aspetto e stile: è composta da sette strisce colorate (i sette colori dell’iride) con la parola “PACE” scritta in bianco; talvolta, la versione originale includeva una striscia bianca in cima.

  • Funzione simbolica: sin dalla nascita la bandiera è diventata simbolo di fratellanza, solidarietà, opposizione a ogni guerra. Serve come elemento visivo che unisce, che parla senza bisogno di parole.

  • Evoluzione nel tempo: pur mantenendo intatto il suo significato, ha vissuto fasi di maggiore diffusione — ad esempio durante la protesta contro la guerra in Iraq (2002) ‒ ma anche momenti in cui il suo uso è stato criticato o frainteso per la molteplicità di contesti in cui appare.

Imagine di John Lennon: un canto, molte interpretazioni

Accostare la voce dei giovani che cantano Imagine all the people con la marcia significa evocare non solo un brano musicale, ma un’idea potente di utopia, speranza, ma anche di provocazione radicale. Ecco alcuni aspetti affascinanti:

  • Genesi e influenza: Lennon compose Imagine nel 1971, dopo lo scioglimento dei Beatles, ispirandosi ad alcune poesie di Yoko Ono, in particolare quelle contenute nella raccolta “Grapefruit”.

  • Messaggio e provocazione: il testo invita a immaginare un mondo senza confini nazionali, senza religioni, senza proprietà, senza cause per uccidere o morire. È un sogno che può risultare disturbante proprio perché scuote le categorie che spesso consideriamo “naturali”.

  • Reazioni contrastanti: se da un lato Imagine è diventato un inno universalmente riconosciuto di pace e fratellanza, dall’altro ha suscitato critiche da chi lo considera “troppo radicale”, “utopico”, o addirittura “anti-religioso”. Alcuni versi, come “imagine there’s no religion”, sono stati discussi per il loro significato.

  • L’impatto nel tempo: nonostante le polemiche, il brano ha resistito: continua a essere cantato, reinterpretato, messo al centro di iniziative collettive come quella della Marcia per la Pace. È diventato quasi una “preghiera laica”, un canto collettivo che ridefinisce speranza e assunzione di responsabilità generazionale.


L’incontro tra simboli: ciò che scatta nella marcia Perugia-Assisi

Quando in una manifestazione come la Perugia-Assisi sventolano le bandiere arcobaleno della pace e si canta Imagine, accade qualcosa che va oltre la somma dei simboli:

  • Si crea una fusione: la bandiera parla attraverso i colori, il brano attraverso le parole e la melodia. Insieme, rinforzano un messaggio visivo e sonoro che attraversa culture, religioni, età.

  • Si esprime la disobbedienza civile non con la violenza ma con la presenza, la musica, il canto. È demandato al simbolo e alla parola il compito di scuotere coscienze.

  • Si rende visibile l’utopia come pratica, non solo come sogno. Perché marciare, cantare, sventolare una bandiera sono azioni concrete: indicano che c’è chi non accetta lo status quo, che c’è chi “immagina” e vuole che quell’immaginazione diventi realtà.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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