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Hamas consegna altri corpi di ostaggi, ma Israele li vuole tutti

today16 Ottobre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Tel Aviv insiste sul rimpatrio di tutte le salme da Hamas mentre l’ONU denuncia nuove violazioni a Gaza e si riapre il valico di Rafah per gli aiuti.

Prosegue la complicata ricerca degli ostaggi nella Striscia. Ieri Hamas ha consegnato a Israele altri corpi, ma permangono diversi ostacoli per recuperare altre salme, di cui israeliani e americani erano stati avvertiti prima del vertice di Sharm el Sheikh: mancano mezzi adeguati per scavare sotto la montagna di detriti che soffoca Gaza e molti carcerieri che conoscevano i luoghi di sepoltura sono morti. L’Egitto ha mandato una squadra per aiutare nelle ricerche, ma ci vorrà tempo. Intanto Israele fa la voce grossa e Trump avverte che in caso di mancata consegna darà l’ordine a Idf di attaccare di nuovo Gaza.

“La missione non è completa finché non saranno riconsegnate a Israele le salme di tutti gli ostaggi deceduti a Gaza”, ha sostenuto la portavoce del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. “Non scenderemo a compromessi su questo e non risparmieremo gli sforzi finché non tornerà l’ultimo dei nostri ostaggi caduti”, dice il governo di Tel Aviv. Intanto Israele ha restituito alle autorità di Gaza le salme di altri 45 palestinesi, portando così a 90 il numero totale dei corpi consegnati.

Onu critica le uccisioni di civili da parte di Israele dopo l’accordo

Le Nazioni Unite hanno accusato l’esercito israeliano di crimini di guerra: a Gaza continuano a essere uccisi civili, nonostante il cessate il fuoco. L’esercito israeliano “continua a uccidere civili” nelle aree in cui si è distribuito da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, con almeno 15 palestinesi uccisi a colpi d’arma da fuoco dal 10 ottobre, ha affermato l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani in Palestina.

Riaperto il valico di Rafah per l’ingresso di aiuti umanitari

È prevista oggi l’apertura del valico di Rafah. L’operazione avverrà sotto la supervisione della Missione di assistenza alle frontiere dell’Unione europea alla quale si uniranno anche i Carabinieri italiani. Il valico sarà aperto sia alle persone che ai veicoli. Il governo israeliano aveva deciso di annullare le sanzioni su Gaza previste ieri, che includevano la limitazione degli aiuti umanitari e la chiusura del valico di frontiera di Rafah tra la Striscia e l’Egitto. L’accelerazione della restituzione degli ostaggi morti ha fatto cambiare idea al governo israeliano.

Italia prepara nuovo invio di aiuti alimentari a Gaza

La Farnesina sta preparando nuove operazioni di accoglienza e il più grande invio di aiuti alimentari a Gaza dall’inizio della crisi: 100 tonnellate in totale, raccolte grazie al contributo delle principali realtà del Sistema Italia. È una delle indicazioni emerse dalla riunione di coordinamento a Palazzo Chigi, presieduta dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Si punterà anche su sanità e formazione.

Recupero dei corpi

Nei casi di edifici crollati o aree pesantemente danneggiate — come sta avvenendo nella Striscia di Gaza — il recupero di corpi sotto le macerie richiede un insieme di tecniche specializzate, strumenti specifici e personale addestrato. Alcune delle metodologie più usate includono:

  • Ricognizione acustica e sismica: si utilizzano sensori che captano vibrazioni o suoni deboli prodotti da movimenti sotto le macerie. Questi includono microfoni di contatto, geostereofoni e dispositivi che amplificano rumori come colpi, scricchiolii, richiami vocali, che possono indicare la presenza di persone vive o corpi in profondità.

  • Radar a banda ultra larga (UWB) e Ground-Penetrating Radar (GPR): questi strumenti inviano impulsi elettromagnetici nel terreno o nelle strutture distrutte, e misurano le riflessioni per identificare anomalie sotto la superficie, come spazi vuoti, oggetti solidi o corpi. Il GPR è utile anche in indagini forensi per tomba clandestine o sepolture non segnate. Strumenti UWB possono individuare movimenti minimi, anche respiratori, attraverso materia opaca come calcestruzzo, legno, mattoni.

  • Telecamere di esplorazione e visualizzazione: dopo l’individuazione preliminare con metodi non distruttivi, si impiegano piccole videocamere, spesso tramite sonde o fori creati ad hoc, per visualizzare spazi stretti, gallerie, interstizi nelle macerie. Alcune sono termiche (per rilevare calore), altre impermeabili o adattate per penetrare in ambienti con polvere o umidità.

  • Strumenti manuali e forza lavoro locale: in situazioni in cui gli strumenti pesanti non possono accedere, si ricorre al lavoro manuale — picconi, martelli, barre, pale — per rimuovere detriti uno strato alla volta. Questo richiede grande cautela per evitare il collasso ulteriore delle strutture e per preservare le tracce utili all’identificazione dei corpi. Ciò è particolarmente impegnativo quando mancano macchinari pesanti per spostare calcestruzzo, cemento armato, e grandi frammenti.

  • Protezione e sicurezza degli operatori: un elemento spesso carente nei casi di conflitto e distruzione su larga scala è il dispositivo di protezione individuale (DPI): guanti, maschere, abiti protettivi, adeguata ventilazione, strumenti per la sanità. Questo è fondamentale sia per prevenire contaminazioni o infezioni sia per tutelare chi lavora sotto condizioni pericolose e instabili.

  • Coordinamento logistico e tempo: il tempo è essenziale. Le temperature, il degrado dei materiali organici, le condizioni atmosferiche, la stabilità delle strutture compresse influenzano la conservazione dei corpi e la possibilità di recuperarli prima che si deteriorino. Inoltre, è necessaria una logistica che permetta l’ingresso di macchinari, l’allestimento di vie di accesso, la presenza di squadre di specialisti, e spesso il supporto internazionale per il materiale tecnico.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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