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Vertice telefonico tra Trump e Putin: il prossimo incontro si terrà a Budapest

today17 Ottobre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Dopo una telefonata “produttiva”, Trump e Putin preparano un vertice a Budapest. Nuove aperture diplomatiche sul conflitto russo-ucraino e primi segnali di distensione dopo l’accordo di pace in Medio Oriente.

Un nuovo spiraglio di pace nel conflitto Russia – Ucraina giunge dal contenuto della telefonata tra Trump e Putin. “La telefonata con Vladimir Putin è stata molto produttiva e sono stati fatti grandi progressi. La prossima settimana si terrà una riunione dei nostri Consiglieri di alto livello. I primi incontri con gli Stati Uniti saranno guidati dal segretario di Stato Marco Rubio, insieme a diverse altre persone che saranno designate.

La sede dell’incontro deve ancora essere definita”, rivela Trump. In seguito, annuncia il presidente Usa, ci sarà un vertice tra i due leader a Budapest, in Ungheria. Anche l’inviato speciale di Putin, Dmitriev, ha definito la telefonata Trump-Putin positiva e produttiva, perché ha definito chiaramente i prossimi passi da fare.

Oggi nello Studio Ovale è atteso Zelensky, dove sarà discusso l’esito della conversazione con Putin. Il gruppo ucraino che precede l’arrivo del presidente, è già attivo a Washington dall’inizio della settimana, è impegnato in un’intensa missione di lobbying: garantire un deciso aumento della pressione americana sulla Russia e consolidare il sostegno bipartisan a Kiev.

L’accordo in Medio Oriente fa ripartire le trattative tra Trump e Putin

Putin si sarebbe congratulato con Trump e con gli Stati Uniti per aver raggiunto il traguardo della pace in Medio Oriente..” Credo davvero che il successo in Medio Oriente contribuirà ai nostri negoziati per porre fine alla guerra con Russia e Ucraina”, – scrive Trump su Truth- Abbiamo anche trascorso molto tempo a parlare di scambi commerciali tra Russia e Stati Uniti una volta terminata la guerra con l’Ucraina”.


Principi del diritto dei trattati e “pacta sunt servanda”

Quando due Stati — come gli Stati Uniti e la Federazione russa — intendono formalizzare intese derivanti da colloqui o vertici, tali intese possono assumere la natura giuridica di trattati, accordi esecutivi o dichiarazioni politiche. Nel diritto internazionale, il principio pacta sunt servanda (“i patti devono essere osservati”) sancisce che accordi validamente conclusi vincolano le parti e devono essere eseguiti in buona fede.

Tuttavia, non ogni dichiarazione o impegno esternato è automaticamente vincolante: molto dipende dalla forma, dal contenuto e dalle modalità di ratifica. Per esempio, negli Stati Uniti, la distinzione tra un “treaty” (trattato formale) e un “executive agreement” (accordo esecutivo o amministrativo) ha implicazioni importanti in tema di competenze del Congresso e di ratifica formale.

Inoltre, il diritto internazionale (e convenzioni come la Convenzione di Vienna sul Diritto dei Trattati del 1969) disciplina le modalità di negoziazione, interpretazione, modificazione e risoluzione dei trattati tra Stati. Per esempio, un trattato in principio richiede che gli Stati abbiano “pieni poteri” per firmarlo e che la ratifica avvenga secondo le procedure interne previste.

La diplomazia e l’immunità nelle missioni diplomatiche

Un vertice tra capi di Stato — come quello annunciato a Budapest — si inserisce nel contesto della diplomazia internazionale regolata da consuetudini e convenzioni multilaterali. La Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche del 1961 rimane il testo chiave che codifica diritti, doveri e privilegi delle missioni diplomatiche e del personale diplomatico.

Tra i principi centrali stabiliti da quella convenzione:

  • Le sedi diplomatiche e le loro proprietà sono inviolabili: le autorità del Paese ospitante non possono entrarvi senza consenso.

  • Il personale diplomatico gode di immunità da giurisdizione penale e, in molti casi, da cause civili e amministrative dello Stato ospitante.

  • Le comunicazioni ufficiali della missione (corrispondenza diplomatica e sacchi diplomatici) non possono essere aperte o sequestrate.

Questi privilegi servono a garantire ai diplomatici e ai capi di Stato che partecipano al vertice la libertà di agire e comunicare senza timore di interferenze legali locali. In un contesto come un summit Usa-Russia, tali immunità diventano fondamentali per consentire lo scambio franco di posizioni e la negoziazione riservata.

Obblighi di conformità e implementazione

Anche quando un vertice produce una dichiarazione politica (non un trattato formale), ci sono aspettative legali e morali che le parti rispettino quanto concordato. Lo studio sull’osservanza degli accordi internazionali mostra che la coerenza tra il comportamento degli Stati e gli impegni presi è centrale per la credibilità internazionale e la stabilità del sistema globale.

In scenari post-conflitto, gli accordi di pace formalizzati devono inoltre conformarsi a norme inderogabili del diritto internazionale (i cosiddetti jus cogens), come il divieto di tortura, il principio di non aggressione e il rispetto dei diritti umani.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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