Il Corsivo

La protesta dell’altra America che sfila nelle piazze contro Trump

today20 Ottobre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Sette milioni di manifestanti, un solo grido: ‘No Kings’. L’America ribelle torna a sfidare Trump e il suo progetto di potere.

No, non tutti sono a favore delle politiche dell’amministrazione di Donald Trump come vorrebbe far credere il tycoon e il popolo MAGA. Dopo le grandi manifestazioni estive che avevano mobilitato centinaia di migliaia di persone, in gran parte giovani bianchi e di colore, artisti come Neil Young e Joan Baez, si riorganizza l’opposizione di piazza, con almeno sette milioni di partecipanti concentrati nelle grandi città, ma anche nella provincia americana.

Il movimento dei “No Kings”

Le proteste sono seguite a un’estate tumultuosa di retate di massa contro l’immigrazione, manifestazioni contro l’applicazione delle leggi federali sull’immigrazione e l’invio di truppe federali nelle città a guida democratica. Da New York a San Francisco, a Seattle, Portland, Minneapolis, Louisville, sono apparsi oceanici cortei con un unico slogan: “No Kings“. 2.700 raduni denunciano in modo pacifico quello che definiscono il programma “autoritario” del presidente Donald Trump. Centinaia di eventi in più rispetto a quelli previsti per la prima tornata di giugno sono il segno che l’opposizione è viva e chiede al Partito democratico di avere più coraggio.

Quella dei “No Kings” è una richiesta di una politica dal basso. Alcuni manifestanti indossavano il giallo, altri portavano costumi, tra cui polli, rane e dinosauri gonfiabili. In molti hanno sottolineato l’importanza della democrazia, un’istituzione che temono si stia erodendo a causa dei tentativi di Trump di espandere il potere esecutivo. Secondo questa nuova forma di opposizione, l’America appartiene al suo popolo, non ai re.

Organizzazione e mobilitazione civile

Il movimento No Kings ha preso forma come risposta strutturata e diffusa alle percepite derive autoritarie dell’amministrazione Donald Trump, ma è anche qualcosa di più: un esperimento di mobilitazione civile su scala nazionale che combina protesta di massa, cultura visiva e azione locale. Le radici del movimento affondano in gruppi come 50501 Movement — che nel nome stessa richiama «50 proteste, 50 stati, un movimento» — e in reti come Indivisible, che già nel primo semestre del 2025 hanno aiutato a costruire il terreno per la mobilitazione.

Il grido «No Kings» si richiama al rifiuto dell’idea che ci possa essere un «re» o un sovrano dentro la democrazia americana, cioè qualcuno che governa oltre il consenso e le istituzioni. In questo senso, il movimento non è solo contro una persona, ma contro un modello: il modello secondo cui l’esecutivo può esercitare poteri sproporzionati, la democrazia essere bypassata, la separazione dei poteri indebolita.

Pluralità geografica

Un’altra caratteristica che distingue No Kings è la pluralità geografica e demografica della partecipazione. Diversamente da proteste più “metropolitane”, queste manifestazioni sono state diffuse anche in piccole città e in zone rurali — ad esempio, il movimento ha segnalato presenze in centinaia di piccole cittadine, non solo nelle grandi aree urbane.

Ciò dimostra due cose: da un lato che il disagio politico non è confinato alle élite urbane, dall’altro che l’organizzazione è riuscita a scendere nella provincia — un fatto che rafforza la portata nazionale del messaggio. L’organizzazione ha inoltre dato molta attenzione alla nonviolenza e al protocollo di manifestazione sicura. Gli organizzatori hanno diffuso materiali di formazione online (per esempio «know your rights», «come comportarsi in una manifestazione»), enfatizzando l’importanza di evitare escalations e di proteggere l’integrità della protesta.

I valori principali

Dal punto di vista dei temi, sebbene la critica all’immigrazione, alle forze federali nelle città e all’abuso di potere esecutivo siano centrali, il discorso No Kings si è anche allargato a questioni più ampie: la disparità economica, l’influenza delle grandi ricchezze nella politica, la democrazia digitale, la trasparenza nell’amministrazione e la difesa dei diritti civili. Ad esempio, nei comunicati del movimento si legge che si battono contro «corruzione, plutocrazia e influenza fuori misura dei miliardari» nel governo.

Un ulteriore elemento significativo è il timing: molte manifestazioni sono state programmate in coincidenza con momenti altamente simbolici, come il 14 giugno 2025 — giorno in cui si è tenuta la parata per il 250° anniversario dell’United States Army, mentre contemporaneamente l’amministrazione Trump era sotto osservazione per il suo discorso pubblico sul potere esecutivo. In questo modo gli organizzatori hanno cercato di sfruttare la visibilità pubblica per far emergere il messaggio della protesta.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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