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Sarkozy va in carcere. Esce di scena l’ultimo neogollista

today22 Ottobre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

L’ex presidente francese Sarkozy in cella dopo la condanna per i fondi libici. Si chiude un’epoca per la destra gollista.

Dalla sua abitazione nel quattordicesimo arrondissement di Parigi, Nicolas Sarkozy esce a piedi, cammina con la moglie Carla Bruni e si infila nell’auto della scorta che lo accompagna nel carcere della Maison de la Santé. Lui, l’ex uomo forte della Francia, definisce la detenzione come l’ennesima prova di una via crucis giudiziaria che però fa cadere in una cella di undici metri quadrati l’ultimo erede della generazione neogollista.

Dall’inchiesta al carcere

Sarkozy, settant’anni, oltre mezzo secolo passato in prima linea nella politica e cinque anni all’Eliseo. Per lui l’onta delle sbarre giunge quasi un mese dopo la condanna a cinque anni di reclusione per associazione a delinquere nel caso dei presunti finanziamenti libici della campagna del 2007.

Nella sostanza, avrebbe permesso che i suoi collaboratori entrassero in contatto con esponenti del regime libico per ricevere quattrini. Secondo il tribunale non poteva non sapere, ma i giudici hanno dimostrato l’arrivo del denaro in Francia, non il suo utilizzo nelle elezioni del 2007. Così Sarkozy è stato assolto per le accuse di corruzione passiva, finanziamento elettorale illegale e ricettazione di fondi pubblici libici.

Un conservatore ostinato

Sarkozy ha segnato una svolta conservatrice nella politica repubblicana, resa opportuna anche dal fatto che l’eredità di Charles de Gaulle, negli ultimi anni, è stata rivendicata da tutte le forze politiche, in primis il Rassemblement national di Marine Le Pen. È la prima volta dal dopoguerra che un ex presidente della Repubblica francese viene incarcerato, lui che ha creato il Ministero per l’Immigrazione e l’Identità nazionale, ha parlato di «teppaglia» durante le proteste nelle banlieue, ha riportato la Francia nel comando integrato della Nato, e ha rinunciato alla parziale indipendenza cara a De Gaulle.

Carriera politica di Sarkozy

Nato il 28 gennaio 1955 a Parigi, Nicolas Sarkozy ha dato inizio alla sua lunga carriera politica già da giovanissimo. Figlio di padre ungherese e madre francese di origini greche-ebree, si è formato nel liceo Chaptal a Parigi e poi all’Università Paris X-Nanterre, dove ha conseguito una laurea in diritto privato e un DEA in diritto d’impresa.

Il suo ingresso nella vita pubblica avviene nel 1977, quando diviene consigliere municipale di Neuilly‑sur‑Seine (un sobborgo residenziale di Parigi). Nel 1983, a soli 28 anni, diventa sindaco di Neuilly-sur-Seine, carica che manterrà fino al 2002: un lungo periodo che gli consente di consolidare potere locale e visibilità politica.

Parallelamente all’attività municipale, Sarkozy scala le gerarchie del partito conservatore francese. È eletto deputato del dipartimento degli Hauts-de-Seine dal 1988 al 2002. Dal 1993 al 1995 ricopre l’incarico di ministro del Bilancio e della Comunicazione nel governo di Édouard Balladur, dimostrando ambizione e capacità di esercitare ruoli nazionali.

Dopo il 2002, la sua carriera entra in una nuova fase: è nominato ministro dell’Interno, degli Affari Interni e delle Libertà locali (2002-2004) e successivamente ministro dell’Economia, delle Finanze e dell’Industria (nella breve fase del 2004) prima di tornare di nuovo all’Interno nel 2005-2007. In quel periodo costruisce la propria immagine di politico deciso su temi di ordine pubblico, sicurezza e immigrazione: elementi che diverranno parte centrale della sua identità politica.

La svolta arriva nel novembre 2004 quando Sarkozy diventa presidente del partito di centro-destra Union pour un Mouvement Populaire (UMP) con un’ampia maggioranza. Nel maggio 2007, dopo una campagna elettorale vivace, vince le elezioni presidenziali sconfiggendo la candidata socialista Ségolène Royal con circa il 53 % dei voti. Diventa così Presidente della Repubblica francese dal 16 maggio 2007 fino al 15 maggio 2012.

Durante il suo mandato presidenziale, Sarkozy affronta sfide interne ed internazionali: la crisi finanziaria globale del 2008, riforme economiche e del lavoro, oltre a un attivismo esterno e nel campo europeo. In questo periodo, la sua politica si caratterizza per un’impronta conservatrice moderna: riforme sul sistema delle pensioni, modifiche all’assetto universitario e un approccio più rigoroso alla legge e all’ordine.

Nonostante l’ambizione e la visibilità, il secondo mandato non arriva: alle elezioni del 2012 viene infatti sconfitto dallo sfidante socialista François Hollande.  Dopo l’uscita dall’Eliseo, Sarkozy prova un ritorno in politica attiva negli anni successivi: nel 2014 annuncia la candidatura alla guida dell’UMP e viene rieletto, ma il contesto è cambiato e il suo potere non è più quello dei primi anni.

Parallelamente, la sua carriera sarà segnata da numerose vicende giudiziarie: indagini, condanne e processi relativi al finanziamento delle campagne elettorali, accordi sospetti e corruzione – elementi che finiranno per influenzare profondamente il giudizio pubblico sul suo operato e sulla propria legacy.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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