L'apertura di Giornale Radio

Netanyahu ordina lo stop all’iter della legge sull’annessione della Cisgiordania. Decisivo il no americano

today24 Ottobre 2025

Sfondo
share close
Scritto da Daniele Biacchessi

Il premier israeliano Netanyahu fa marcia indietro dopo le pressioni di Washington. Si lavora a una forza di sicurezza internazionale per Gaza con possibile coinvolgimento della Turchia.

“La Cisgiordania non sarà annessa da Israele”, annuncia il vicepresidente degli Usa J.D. Vance. “Il voto della Knesset sull’annessione è stata una deliberata provocazione politica dell’opposizione per seminare discordia durante la visita del vicepresidente Usa”, si legge in una nota dell’ufficio del premier israeliano.

Poco dopo Netanyahu ha ordinato al governo israeliano di non fare avanzare i progetti di legge per l’annessione parziale o totale della Cisgiordania fino a nuovo avviso. Intanto Trump ha dichiarato di volersi recare nella Striscia. Sulla posizione di Marwan Barghouti, uno dei candidati più accreditati per la leadership palestinese non voluto da Israele, ha detto che presto prenderà una decisione.

Si discute sulla composizione della forza di sicurezza a Gaza

Secondo J.D. Vance, sarebbero stati fatti progressi sulla composizione della forza di sicurezza internazionale che dovrebbe essere schierata nella Striscia di Gaza. Gli americani non escludono il ruolo della Turchia. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non ha messo il veto su un eventuale ruolo di forze turche.

“Non direi che lo abbia escluso, ovviamente ha opinioni negative su alcuni paesi e opinioni positive su altri paesi”, ha affermato Vance. Intanto l’Italia sta lavorando per essere i co-organizzatori della Conferenza per la ricostruzione che si svolgerà in Egitto a metà novembre. Lo ha confermato il ministro degli esteri Antonio Tajani. E le delegazioni di Hamas e del suo rivale Fatah si sono incontrate in Egitto per discutere degli accordi post bellici per la devastata Striscia di Gaza.

Ricostruzione dell’enclave della Striscia di Gaza

Un elemento di rilievo riguarda infatti la fase di ricostruzione dell’enclave della Striscia di Gaza, che si prepara ad essere al centro di un evento internazionale di grande portata. L’Egitto ospiterà a novembre del 2025 una conferenza internazionale volta a mobilitare donatori, paesi partner, organizzazioni internazionali e la società civile per affrontare i bisogni strutturali della Striscia di Gaza. Secondo le stime recenti, oltre l’80 % degli edifici residenziali e pubblici sono stati distrutti o gravemente danneggiati, e in alcuni quartieri i danni raggiungono il 90 %.

La conferenza si inserisce, quindi, in un quadro complessivo di “ripresa e recupero” che prevede più fasi: inizialmente la rimozione delle macerie, la gestione di alloggi temporanei, la riparazione delle infrastrutture fondamentali come acqua, elettricità e ospedali; successivamente la ricostruzione urbana, l’attivazione di servizi pubblici e la stabilizzazione economica. Un piano dell’Egitto, sostenuto da numerosi Stati arabi e organismi internazionali, quantifica la necessità della ricostruzione in decine di miliardi di dollari (una cifra intorno ai 53 miliardi di dollari è stata recentemente menzionata) per riportare la Striscia a condizioni dignitose di vita.

Conferenza di novembre: tutti i punti da definire

La conferenza di novembre rappresenta un momento chiave perché consentirà di mettere a sistema tre componenti: la definizione delle priorità operative del “dopo-guerra”, la creazione di meccanismi di raccolta di donazioni e investimenti e il coinvolgimento della società civile locale e internazionale. L’Egitto ha già indicato di voler attivare una piattaforma nazionale di raccolta fondi in collaborazione con organizzazioni civili, per agevolare la partecipazione dei cittadini e del settore privato nel processo di ricostruzione.

Dal punto di vista logistico e operativo, la fase di ricostruzione comporta delle sfide considerevoli se si pensa ai difetti infrastrutturali, vaste aree urbane danneggiate, esigenze di alloggi temporanei per sfollati, e la necessità di reimpostare i servizi pubblici di base. Le scuole, ad esempio, sono rimaste a lungo chiuse o danneggiate, e la ricostruzione dovrà prevedere non solo il ripristino di edifici ma anche la riorganizzazione del sistema educativo e sanitario.

Scritto da: Daniele Biacchessi


GIORNALE RADIO

Giornale Radio, la radio libera di informare.

Notizie del giorno: notizie di cronaca, di politica,notizie dal mondo, notizie sportive, di economia, di salute e tecnologia. Notizie di oggi in radio streaming, in WEB TV e in podcast.