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Orban si scaglia contro l’Europa. Forza Italia prende le distanze, l’opposizione incalza

today28 Ottobre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Il premier ungherese Orban attacca Bruxelles e punta su Trump per togliere le sanzioni a Mosca. Tajani: “L’Italia ha posizioni diverse”. Pd e M5S all’attacco.

“L’Unione europea non conta nulla. Donald Trump sbaglia su Putin, andrò da lui per fargli togliere le sanzioni alla Russia”, sostiene il premier ungherese Viktor Orban conversando con Repubblica a margine della sua visita a Roma. “Abbiamo appaltato agli americani e ai russi la possibilità di risolvere la guerra.

Purtroppo, non abbiamo un ruolo. L’Europa è totalmente fuori dai giochi”, afferma Orban, spiegando che presto sarà da Trump per risolvere il problema delle sanzioni al petrolio. Sull’incontro con Meloni, spiega che “il punto importante è il futuro dell’economia europea, perché sulla guerra resta ben poco da fare”.

Le reazioni

Dalla maggioranza di governo interviene il ministro degli Esteri, Antonio Tajani secondo cui quella del premier ungherese su Europa e Ucraina è il suo punto di vista. “Rispetto la posizione del presidente del Consiglio di un altro paese, ma l’Italia ha posizioni diverse”, dice Tajani.

“È arrivato il momento di superare il voto all’unanimità perché è chiaro che serve solo ai Paesi come l’Ungheria che vogliono distruggere la Ue dall’interno”, sostiene il Pd. Secondo il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, Orban fa malissimo, perché Putin va condannato per l’aggressione all’Ucraina. “Solo che adesso dobbiamo trovare una soluzione pacifica, perché non possiamo entrare in una escalation militare senza limiti e confini”, ribadisce Conte.

L’Ungheria critica un servizio di Report di Ranucci

Il governo ungherese critica il servizio andato in onda su Report sul sovranismo. “Il programma Report ha presentato i network internazionali conservatrici e sovranisti in un servizio il cui titolo stesso rivela il pregiudizio degli autori: ‘L’offensiva sovranista contro l’Europa: l’asse Meloni-Trump”, scrive Balazs Orban, consigliere politico del premier ungherese, ricordando come il servizio tirasse in ballo i think tank conservatori, l’ungherese Mcc Budapest e il polacco Ordo Iuris, autori del rapporto ‘The Great Reset’ in cui si ridisegnano gli equilibri istituzionali dell’Ue in chiave sovranista.

Energia, infrastrutture e modernizzazione

Un filo meno evidente, ma altrettanto significativo, nella visita di Orbán a Roma riguarda il tema dell’energia e delle infrastrutture tecnologiche come leva per rafforzare i legami fra Ungheria e Italia e, più in generale, per sostenere la resilienza economica europea. Il premier ungherese ha infatti indicato che uno degli obiettivi condivisi con l’Italia è il completamento di un tratto di gasdotto che – passando per la Slovenia – collegherà la rete italiana con quella ungherese, permettendo all’Ungheria di accedere ai terminali di GNL italiani e diversificare l’approvvigionamento energetico rispetto alle tradizionali fonti orientali.

Questa infrastruttura non rappresenta solo una questione tecnica, ma una concreta operazione di modernizzazione delle reti, con ripercussioni sulla competitività industriale e sulla stabilità energetica di lungo termine. Parallelamente emerge la cooperazione in ambito logistico e tecnologico: Orbán ha citato come esempio il progetto portuale a Trieste e un’iniziativa logistica in Ucraina come punto di riferimento della partnership italo-ungherese.

Il porto di Trieste, tradizionalmente un hub marittimo per il nord-est italiano, connettersi più strettamente con l’Europa centrale, assume una nuova funzione se inserito in un sistema che include la rete energetica, la logistica internazionale e le catene di valore manifatturiere che attraversano l’Italia e l’Europa orientale. In tal modo, l’energia (gas, GNL) e le infrastrutture tecnologiche (logistica, trasporto) diventano componenti di una strategia più ampia: trasformare il rapporto bilaterale in un pilastro operativo per la modernizzazione dei sistemi produttivi.

Questo focus infrastrutturale assume ulteriore rilevanza in un momento storico in cui la transizione energetica e la decarbonizzazione impongono investimenti elevati e una crescente integrazione tra Paesi. Orbán ha sottolineato che la transizione verde non deve andare “contro” l’industria europea, bensì “con” l’industria. In pratica, ciò significa che le infrastrutture energetiche, come il gasdotto e l’accesso al GNL italiano, vanno pensate non solo come dispositivi di approvvigionamento ma come leve per lo sviluppo tecnologico, per l’innovazione nei processi produttivi e per la competitività delle imprese.

Un ulteriore effetto tangibile di questa cooperazione è la creazione, diretta o indiretta, di posti di lavoro specializzati. Le imprese che operano nei settori energetico, logistico, infrastrutturale richiedono manodopera qualificata, tecnici, esperti in reti intelligenti, digitalizzazione, manutenzione avanzata. Anche se i dati specifici sull’occupazione in questi progetti non sono tutti pubblici, il riferimento a “600 imprese italiane che operano in Ungheria” e che forniscono migliaia di posti di lavoro evidenzia già come la dimensione infrastrutturale sia parte integrante dell’interazione economica.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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