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Almasri arrestato dalle autorità di Tripoli. Le accuse: torture sui detenuti

today6 Novembre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Dopo mesi di polemiche e accuse di complicità internazionale, Almasri finisce in manette a Tripoli: per lui l’ombra di torture, crimini di guerra e un caso politico che scuote anche Roma.

La Procura generale di Tripoli ha dato ordine di arrestare Osama Njeem Almasri, ex capo della polizia giudiziaria libica e comandante della milizia Rada. Le accuse sono gravissime: torture e violenze ai danni dei detenuti nel carcere di Mitiga, a Tripoli. I magistrati hanno avviato una indagine nei confronti di Almasri e hanno raccolto le testimonianze delle vittime.

Il caso politico che ha coinvolto il Governo italiano

La Corte penale internazionale aveva spiccato un mandato di arresto contro Almasri, poi fermato in Italia il 19 gennaio 2025. Anche in quel caso le accuse erano pesanti: crimini di guerra e contro l’umanità, ma pochi giorni dopo era stato scarcerato e riportato in Libia su un volo dei servizi.

Dalla vicenda è nato un caso politico-giudiziario che ha portato all’apertura di un’indagine per favoreggiamento a carico dei ministri della Giustizia e dell’Interno, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, e dell’Autorità delegata all’intelligence Alfredo Mantovano: nonostante la richiesta di rinvio a giudizio arrivata dal Tribunale dei ministri, la Camera ha negato l’autorizzazione a procedere e il fascicolo è stato archiviato.

Le reazioni

“Sono felicissima ma per lo Stato italiano è una grande figuraccia“, sostiene l’avvocata Angela Bitonti, che difende una donna ivoriana da anni residente in Italia e vittima delle torture del generale libico. La legale dice di essere pronta a depositare una richiesta di risarcimento nei confronti della Presidenza del Consiglio e dei ministri coinvolti in questa vicenda. “Questa è una figura vergognosa a livello internazionale per cui il governo deve chiedere scusa agli italiani”, afferma la leader dem Elly Schlein.

Caso Almasri: Accuse e mandato di arresto

Almasri era un alto ufficiale della polizia giudiziaria libica e figura chiave nella milizia Special Deterrence Forces (nota come RADA), con responsabilità nella gestione della prigione di Mitiga Prison, a Tripoli. L’International Criminal Court (ICC) il 18 gennaio 2025 ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti per crimini di guerra e contro l’umanità — inclusi omicidio, tortura, violenza sessuale, persecuzione — commessi a partire dal 15 febbraio 2015. A dire degli investigatori, i reati avvenivano in contesti di detenzione arbitraria a Mitiga e coinvolgevano migranti e altri detenuti vulnerabili.

Arresto in Italia e rilascio

Il 19 gennaio 2025 Almasri è stato arrestato a Torino (Italia) su segnalazione internazionale, in esecuzione del mandato ICC. Tuttavia, due giorni dopo (21 gennaio) il tribunale italiano — la Corte d’Appello di Roma — ha annullato la convalida del fermo ritenendo che fosse stato eseguito in violazione delle procedure, in particolare perché il ministero della Giustizia non era stato previamente coinvolto come previsto dalla normativa nazionale. Di conseguenza, Almasri è stato rilasciato e immediatamente rimpatriato in Libia con un volo statale italiano.

Reazioni internazionali e ricadute politiche in Italia

La scarcerazione e il rimpatrio di Almasri hanno sollevato forti critiche da parte dell’ICC, di organizzazioni per i diritti umani e dell’opinione pubblica: in sostanza è stata contestata la mancata collaborazione italiana con la corte internazionale. In Italia è nato un gravissimo caso politico-giudiziario: il premier, i ministri della Giustizia e dell’Interno, e il sottosegretario all’intelligence sono stati indagati per favoreggiamento e peculato in relazione al rilascio e al rimpatrio di Almasri. L’ICC ha addirittura annunciato l’intenzione di chiedere che l’Italia venga deferita all’Assemblea degli Stati Parte o al Consiglio di Sicurezza dell’ONU per non aver rispettato i propri obblighi di cooperazione.

Arresto in Libia e avvio dell’azione penale locale

Il 5 novembre 2025 è stato annunciato che Almasri è stato arrestato a Tripoli dalla Procura generale libica, su accuse di tortura e violenze nei confronti di detenuti presso Mitiga. L’arresto è stato interpretato anche come segnale di un mutamento nell’equilibrio di potere in Libia: le forze regolari del governo di unità nazionale avrebbero indebolito la milizia RADA, favorendo la cattura del suo ex comandante.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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