Il Corsivo

Istat, Bankitalia, Corte dei Conti e Upb criticano la manovra del Governo

today7 Novembre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Le principali istituzioni economiche bocciano la manovra: misure temporanee e vantaggi concentrati sui redditi più alti.

La legge di bilancio entra nel vivo della discussione parlamentare con le audizioni dei responsabili delle principali istituzioni economiche del paese. Il giudizio di Istat, Bankitalia, Corte dei Conti e Ufficio parlamentare bilancio non è granchè positivo. Vengono rilevate infatti misure selettive, temporanee, con effetti contenuti su salari e consumi.

Le misure contestate

Sul taglio dell’Irpef, Istat e Bankitalia spiegano che l’85% delle risorse finisce ai due quinti più ricchi delle famiglie. La Corte dei Conti rileva che il beneficio raggiunge il massimo tra i contribuenti oltre 50 mila euro. Stessa cosa afferma l’Upb. La detassazione del rinnovo contrattuale riguarda 760 mila beneficiari immediati, secondo Istat. Per Bankitalia ha effetti limitati. La Corte dei Conti richiama la natura temporanea dell’agevolazione.

Secondo l’Upb, il passaggio dal sistema Irpef del 2021 a quello previsto dalla manovra compensa il fiscal drag solo per i redditi da lavoro dipendente fino a 32.000 euro. Tra 32.000 e 45.000 euro la compensazione è parziale. Non solo. Per Cnel, Istat e Corte dei conti, le spese per la sanità sono insufficienti e le risposte restano parziali.

La difesa di Giorgetti

Critiche e rilievi sono simili a quelle che ho mosso in diversi editoriali, essenzialmente di ordine tecnico, sia chiaro. Fa bene il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ad invocare responsabilità quando afferma che “una politica di bilancio attenta a garantire la sostenibilità del debito e in linea con le regole di governance Ue può garantire una stabilità economica finanziaria”. Farebbe altrettanto bene a rendere più equilibrati i vari capitoli che compongono la manovra, limando i benefici offerti a favore dei redditi alti a discapito di quelli bassi o bassissimi della popolazione.

Legge di Bilancio 2025

La Legge di Bilancio 2025 rappresenta il principale provvedimento con cui lo Stato italiano stabilisce le entrate e le uscite per l’anno 2025 e definisce, in parallelismo, il bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027. Il documento è articolato in più volumi e sezioni, in cui vengono dettagliati gli obiettivi finanziari e le misure normative che accompagneranno la politica economica del Paese: in particolare, la prima sezione definisce i grandi numeri – come il risultato differenziale del bilancio, le entrate e le uscite previste – mentre la seconda mostra, per ciascun programma e ministero, gli effetti finanziari delle disposizioni introdotte.

Il governo ha presentato la manovra in un contesto segnato dalla necessità di rispettare le regole europee in materia di finanza pubblica e dalla volontà di garantire sostenibilità del debito, contenimento della spesa primaria e sostegno all’economia reale. Tra i punti salienti della manovra figura la riforma – conferma – della struttura dell’IRPEF a tre aliquote: fino a 28.000 euro al 23%, tra 28.000 e 50.000 euro al 35% e oltre 50.000 euro al 43%. Sono previste anche modifiche alle detrazioni per i redditi da lavoro dipendente e l’ampliamento della “no tax area” fino a 8.500 euro per i lavoratori dipendenti.

Sul versante delle imprese, la manovra introduce incentivi per chi reinveste utili, riduzioni dell’IRES per le imprese che realizzano determinati investimenti, e un rafforzamento delle agevolazioni per beni strumentali e per la Transizione “5.0”. Per il settore edilizio e della casa, sono confermati bonus sulle ristrutturazioni (ad esempio bonus 50% per la prima casa) ma con alcune restrizioni e limiti sulle detrazioni per redditi elevati.

Sul lato lavoro e welfare, la manovra prevede una serie di interventi: riduzione del “cuneo fiscale” per i redditi fino a 40.000 euro, estensione di fringe-benefit esentasse per chi ha figli a carico, incentivi alle assunzioni, e stanziamenti per rinnovi contrattuali nel pubblico impiego. Anche le politiche sociali e del terzo settore sono toccate: sono previsti incrementi del Fondo per acquisto di beni alimentari di prima necessità, spese per il contrasto alla povertà alimentare, formazione e lavoro.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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