Il Corsivo

Maggioranza e opposizione divisi sul Garante della privacy

today11 Novembre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Scontro politico sul futuro del Garante della Privacy: tra accuse incrociate e richieste di azzeramento, la terzietà dell’istituzione finisce sotto esame.

Conferma o dimissioni del collegio del Garante della Privacy? Non è un bello spettacolo quello a cui siamo costretti ad osservare sul ruolo di un soggetto solo apparentemente terzo, che dovrebbe decidere su questioni delicate, in modo indipendente dalla politica. Come abbiamo visto invece la politica ha avuto un ruolo importante nella scelta di comminare una multa da 150 mila euro al conduttore di Report Sigfrido Ranucci, ed ora si chiede la testa dei componenti del collegio.

I fatti

L’opposizione chiede l’azzeramento e la maggioranza li accusa di svegliarsi solo dopo aver ascoltato Report. “Questo garante è stato eletto durante il governo giallorosso, in quota Pd e Cinque Stelle. Dire che sia pressato dal governo di centrodestra mi sembra ridicolo”, ha dichiarato la premier Giorgia Meloni. Sulle dimissioni del Garante precisa: “Spetta al collegio decidere, come sapete l’azzeramento non è di nostra competenza, è una decisione che spetta a loro”. Le risponde Elly Schlein.

“Le inchieste di Report hanno rivelato un sistema gestionale opaco, caratterizzato da numerosi conflitti di interesse e da una forte permeabilità alla politica. Senza un azzeramento e una ripartenza sarà impossibile ricostruire la fiducia dei cittadini nell’istituzione”. M5s e Avs si associano alla richiesta del PD. E’ auspicabile un passo indietro di tutti i componenti di questa istituzione, per poi avviare una legge per la formazione di un nuovo collegio del Garante. La proposta troverebbe disponibili Giorgia Meloni e l’opposizione . Sarebbe un accordo di buon senso: la politica compie un passo indietro garantendo il rispetto dei diritti dei cittadini attraverso il principio di terzietà che oggi manca.

Il Garante della Privacy

Il Garante della Privacy è un’autorità amministrativa indipendente istituita in Italia con l’obiettivo di tutelare i diritti fondamentali relativi al trattamento dei dati personali. In particolare, l’Autorità è stata fondata con la legge 31 dicembre 1996, n. 675; successivamente è stata disciplinata dal Codice in materia di protezione dei dati personali (d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196) e, più recentemente, adeguata dal decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101, che ha recepito in Italia il regolamento europeo (UE) 2016/679 (“GDPR”).

L’attività del Garante riguarda quindi sia la fase nazionale del controllo e della tutela della privacy, sia l’attuazione delle norme europee sul trattamento dei dati personali. Sul piano organizzativo, il Garante è composto da un collegio – i cui membri sono eletti dal Parlamento – che esercita funzioni di indirizzo, deliberazione e controllo, mentre l’Ufficio del Garante, guidato da un Segretario generale, coordina l’esecuzione operativa delle attività.

Le funzioni del Garante sono abbastanza ampie e complesse. Tra i compiti principali rientrano: verificare che i trattamenti di dati personali effettuati da enti pubblici e privati siano conformi al GDPR e alla normativa nazionale; prescrivere alle organizzazioni di adottare misure adeguate in caso di non conformità; valutare e autorizzare determinati trattamenti; intervenire in caso di violazioni, incluse sanzioni amministrative.

In particolare, nel corso del 2024 l’Autorità ha adottato 835 provvedimenti collegiali, e ha ricevuto decine di migliaia di segnalazioni e reclami. In altri termini, il Garante funge da “guardiano” della legalità del trattamento dei dati personali, con un ruolo di vigilanza, controllo, ma anche di promozione della cultura della protezione dei dati, di formazione e di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini e degli operatori.

Dal punto di vista dei diritti individuali, il Garante contribuisce a garantire che i cittadini possano esercitare i diritti che la normativa loro riconosce: ad esempio l’accesso ai propri dati, la rettifica o cancellazione, l’opposizione a trattamenti non leciti, la portabilità, la limitazione e altri rimedi previsti dal GDPR. In parallelo, l’Autorità ha facoltà di intervenire nei rapporti tra interessati e titolari/responsabili del trattamento, ma anche tra il settore pubblico e privato, quando l’utilizzo dei dati pone rischi per i diritti e le libertà delle persone.

Un aspetto importante è proprio la terzietà che il Garante dovrebbe incarnare: pur non essendo “parte” nei processi in cui interviene (come potrebbe essere un ministero o un ente politico), deve operare con autonomia rispetto alla politica, all’amministrazione e agli interessi economici, per garantire che la tutela della privacy non sia subordinata ad altre logiche. La legge ne sancisce l’indipendenza: l’autorità è costituita in modo da non dipendere gerarchicamente da altri organi dell’amministrazione pubblica.

Tuttavia, proprio questo ruolo di “terzietà” è spesso al centro del dibattito pubblico e politico: quando il Garante interviene su questioni delicate – ad esempio nel campo dell’informazione, della sorveglianza, delle nuove tecnologie, o dei rapporti tra diritto all’informazione e riservatezza – emerge la tensione tra autonomia dell’Autorità e il contesto politico o mediatico in cui opera.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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