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La corruzione travolge l’immagine di Zelensky. L’Ue chiede all’Ucraina di fare pulizia

today14 Novembre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

L’Ue punta il dito su Kiev: tra scandali e riforme mancate, si allontana il sogno europeo dell’Ucraina. L’immagine di Zelensky cambia.

L’inchiesta ucraina sulla banda che avrebbe incassato più di cento milioni di dollari in mazzette sul sistema che serve a proteggere i civili dai blackout provocati dalle bombe russe, travolge l’immagine internazionale di Zelensky.

Nell’ultimo rapporto della Commissione europea sui paesi candidati ad entrare nell’Unione, presentato la scorsa settimana, il giudizio sull’Ucraina anticipa le indagini della magistratura. Zelensky tenta di ricorrere ai ripari rimuovendo dal loro incarico funzionari pubblici e ministri del suo esecutivo, ma il sistema è marcio da tempo e la possibilità di un ingresso dell’Ucraina in Europa è oggi ancor più lontana.

I dubbi della Commissione Europea

Secondo Bruxelles, Kiev dovrebbe far progredire il suo quadro anticorruzione e prevenire qualsiasi arretramento. Alla difficoltà giuridica dell’uso dei beni russi congelati si uniscono adesso i sospetti su come potranno essere usati questi soldi, dopo gli evidenti casi di corruzione del Governo ucraino. Ci sono in ballo almeno duecento miliardi di euro che potrebbero mettere in sicurezza l’Ucraina nel prossimo biennio, ma per evitare all’Ue un esborso consistente, Bruxelles chiede a Kiev rassicurazioni sulla destinazione d’uso dei finanziamenti e certezza sul processo politico e amministrativo che azzeri la corruzione.

Si, ma come? Per allineare il sistema statale a quello europeo l’Ucraina dovrà preservare l’indipendenza delle istituzioni anticorruzione, introdurre solide misure di salvaguardia contro le interferenze dei membri del Parlamento, sequestrare e confiscare i proventi di reato, modificare il codice di procedura penale; aumentare il numero di giudici e di personale amministrativo dell’Alta Corte Anticorruzione. Tutte misure impensabili in pochi mesi.

Zelensky, scandalo Energoatom: impatto economico

Energoatom è il cuore pulsante della produzione elettrica nazionale, operando come operatore nucleare strategico con un fatturato annuo che supera i 4 miliardi di euro.  Se il controllo delle gare d’appalto da parte di soggetti non ufficialmente autorizzati ha permesso l’inflazione dei costi e l’introduzione sistematica di tangenti pari al 10–15% del valore dei contratti, come denunciano gli investigatori, questo non è solo un male morale, ma si traduce in un vero e proprio drenaggio delle risorse destinate alla resilienza infrastrutturale.

Le infrastrutture energetiche danneggiate o instabili compromettono non solo il confort delle famiglie, ma la continuità di servizi essenziali: ospedali, rifugi, centrali di ricarica per generatori. Una parte dei fondi, infatti, era destinata proprio alla costruzione o al rafforzamento di strutture di protezione contro blackout, tetti di rifugio, generatori — investimenti vitali in tempo di conflitto.

L’indagine anticorruzione, oltre a smascherare reti criminali, ha anche stimolato una reazione concreta sul piano gestionale: il governo ucraino, sotto la spinta dell’inchiesta, ha annunciato un audit straordinario su tutte le imprese statali, in particolare quelle energetiche. Questo significa che non si tratta solo di punire i colpevoli, ma di ripensare le pratiche di procurement e di governance all’interno di realtà strategiche. Se l’audit riesce a mettere in luce inefficienze o favoritismi, si possono risparmiare risorse che potrebbero essere riorientate verso la modernizzazione della rete, la manutenzione preventiva e la prevenzione dei blackout.

In parallelo, la vicenda ha dato nuova visibilità al ruolo dell’anticorruzione in Ucraina, dimostrando che organismi come la NABU (National Anti-Corruption Bureau) e la SAPO (Specialized Anti-Corruption Prosecutor’s Office) non sono solo strumenti di facciata, ma possono condurre indagini complesse, durature e sistemiche. Secondo le loro ricostruzioni, il gruppo criminale operava come una “criminal community di alto livello”, capace di esercitare influenza reale su un’impresa centrale per la sicurezza energetica ed economica del Paese.

Va inoltre considerato il legame tra la corruzione e la fiducia degli investitori internazionali: le risorse che l’Ucraina riceve — anche dall’Unione Europea — non sono solo aiuti militari o umanitari, ma anche finanziamenti per la ricostruzione e per rendere il Paese più resiliente. Se il sistema energetico appare vulnerabile non solo agli attacchi militari, ma anche a inefficienze interne, la sostenibilità degli investimenti a lungo termine può essere messa in discussione. Pertanto, l’inchiesta non è solo un gesto simbolico: se conduce a una riforma reale, può avere ricadute strutturali positive, rafforzando la competitività del sistema energetico ucraino.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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