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L’Ucraina accetta il nuovo piano americano

today26 Novembre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

L’Ucraina accetta il piano di pace degli Stati Uniti: accordo vicino, ma tensioni crescono nei cieli di Romania e Moldova dopo incursioni aeree.

Gli ucraini hanno concordato con gli Stati Uniti i termini di un potenziale accordo di pace. Ci sono alcuni dettagli minori da sistemare, ma Kiev e Washington sono ormai vicini ad una svolta nei rapporti politici ed economici sul dopo conflitto. Tutto è accaduto nelle ore in cui due caccia F-16 dell’esercito romeno e due Eurofighter della polizia aerea tedesca si sono alzati in volo dopo che due droni hanno violato lo spazio aereo della Romania. In Moldova l’intrusione di un velivolo senza pilota ha spinto le autorità a ordinare evacuazioni.

Colloqui tra Stati Uniti e Russia a Abu Dhabi

A Ginevra le delegazioni degli Stati Uniti e dell’Ucraina sono arrivate a una bozza di accordo in 19 punti, e il via libera ucraino rafforza i colloqui segreti tra Usa e Russia in corso ad Abu Dhabi. Il segretario dell’esercito Usa Driscoll e il suo team hanno discusso con la delegazione russa per raggiungere una pace duratura in Ucraina.

“I colloqui stanno procedendo bene e restiamo ottimisti. Il segretario Driscoll è in stretto contatto con la Casa Bianca”, ha dichiarato il tenente Colonnello dell’esercito statunitense Jeff Tolbert, portavoce di Driscoll. “Siamo vicini a un’intesa”, ha affermato il presidente americano Trump, anche se l’ultimo testo elaborato a Ginevra rimane vago su questioni critiche. Il Cremlino si scaglia contro la Ue e definisce il suo piano di 24 punti controproducenti. Kiev spinge per incontro Trump-Zelensky. Lavrov chiede che nel piano ci deve essere quanto deciso ad Anchorage tra Trump e Putin.

Accordo Ucraina

La revisione sostanziale del piano originario, nella sua versione a 19 punti appare importante per rispondere alle preoccupazioni ucraine e balance-re esigenze geopolitiche europee e atlantiche: secondo le informazioni emerse, nella nuova bozza sarebbe stata eliminata la proposta di limitare l’esercito ucraino a 600.000 uomini. Al suo posto, il testo ora parlerebbe di mantenere “un livello ragionevole” per le forze armate di Kiev, aprendo di fatto a un accordo più flessibile e accettabile per le autorità ucraine.

Questa modifica non è secondaria: rappresenta un segnale politico fortissimo, che suggerisce come Washington — e per estensione alcuni alleati occidentali — cerchino di offrire a Kiev garanzie di sicurezza e sovranità in funzione non solo del cessate il fuoco, ma di una stabilità futura su basi realistiche. In un momento in cui conflitti, tensioni aeree (come le intrusioni di droni nello spazio NATO) e rischi per la sicurezza regionale sono all’ordine del giorno, questo aspetto del piano potrebbe determinare se l’accordo sarà percepito da Kyiv — e dalla sua popolazione — come un compromesso imposto o come una via concreta verso una pace accettabile.

Inoltre, la dimensione diplomatica si complica per la presenza della Russia nei colloqui paralleli — in corso a Abu Dhabi tra esponenti statunitensi e russi. Il fatto che il Cremlino ufficialmente dichiari di “non sapere nulla” circa il nuovo piano in 19 punti non fa che aumentare le incognite: se la Russia nega persino di essere stata ufficialmente informata, significa che ogni intesa resta in bilico, e che la fase di negoziazione  è tutt’altro che conclusa.

La rapidità con cui questi sviluppi si sovrappongono a tensioni militari reali, come le incursioni di droni nello spazio aereo della NATO, la mobilitazione di jet in Romania e l’allarme in zone limitrofe, rende evidente quanto la diplomazia e la guerra oggi siano evoluzioni parallele e intrecciate. Ogni proposta di pace, quindi, va interpretata non solo come un testo su carta, ma come il risultato di un equilibrio di interessi, pressioni e incognite. Per Kiev l’accettazione del piano è un azzardo calcolato: un tentativo di capitalizzare il supporto internazionale e garantire protezione sul lungo termine, ma anche un gesto che richiede enorme fiducia nelle promesse degli intermediari.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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