Il Corsivo

Lo scandalo sugli appalti travolge l’immagine europea

today5 Dicembre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Le dimissioni di Mogherini e le indagini della Procura europea sugli appalti scuotono la credibilità delle istituzioni comunitarie, aprendo uno dei casi giudiziari più delicati nella storia recente di Bruxelles.

Lo scandalo sugli appalti pubblici destinati alla formazione ha già travolto l’immagine delle istituzioni europee. Mogherini si è dimessa dalla guida del College of Europe e dalla direzione della European Union Diplomatic Academy. Lo ha fatto con una mail inviata allo staff dei tre campus. Era il minimo che poteva fare, dopo le dimissioni dell’ex ambasciatore Sannino.

Le accuse

Mogherini, già Alto rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera e una delle figure più riconoscibili della diplomazia comunitaria, è coinvolta in uno scandalo giudiziario senza precedenti: l’inchiesta dell’Eppo, la Procura europea, ha stabilito il suo fermo in Belgio insieme a due collaboratori. Poi è stata rilasciata dopo almeno dieci ore di interrogatorio.

Le indagini portano alle attività del Servizio europeo per l’azione esterna (EEAS), e del Collegio d’Europa, istituto indipendente di studi europei post-universitari, retto dal 2020 dalla Mogherini. Nella sostanza, EEAS e il Collegio d’Europa avrebbero utilizzato in modo improprio i fondi pubblici dell’Ue nel 2021 e nel 2022.

In particolare vi sarebbe un appalto per finanziare la nuova Accademia diplomatica europea, un programma annuale di formazione per diplomatici finanziato dal Servizio diplomatico Ue e ospitato a Bruges. Solo i processi ci diranno se le accuse mosse dalla procura belga contro Francesca Mogherini, Stefano Sannino e altri, reggeranno nelle aule dei tribunali, ma i primi effetti ledono la narrazione secondo cui le istituzioni europee sarebbero immuni da casi di illegalità.

Vulnerabilità sistema di appalti UE

Secondo la European Public Prosecutor’s Office (EPPO), gli investigatori sospettano che durante la procedura di selezione per la European Union Diplomatic Academy l’European External Action Service (EEAS) possa aver messo a disposizione in anticipo, e in modo non trasparente, informazioni riservate su criteri di selezione, dando un vantaggio ingiusto al College of Europe.

Questo tipo di accusa, dunque “conflitto d’interessi, frode negli appalti, violazione del segreto professionale”, evidenzia come anche istituzioni presentate come pilastri della governance europea non siano immuni da dinamiche che mettono a rischio la regolarità dei processi di affidamento dei soldi pubblici.

L’inchiesta lanciata dall’EPPO e la decisione di scattare con perquisizioni e fermi dimostrano che in Europa esistono strumenti – seppur ancora poco noti all’opinione pubblica – in grado di controllare e sanzionare abusi nell’uso dei fondi comunitari. Ma al tempo stesso il caso solleva dubbi sull’efficacia attuale di quei meccanismi di controllo: fra entità indipendenti, autorità politiche, università e strutture di formazione, il confine tra incarichi istituzionali, educativo-formativi e opportunità economiche appare fragile e soggetto a conflitti.

Se le accuse dovessero essere confermate, si aprirebbe un’ulteriore crisi di fiducia verso il progetto europeo, un danno non solo reputazionale ma anche strutturale: mettere in discussione l’idea che esista un modello europeo di trasparenza e buon governo, fondamentale non solo per la diplomazia, ma per la percezione di legittimità delle istituzioni comunitarie da parte dei cittadini e dei governi membri.

Al contrario, se l’indagine dovesse dimostrare che le procedure sono state rispettose della normativa, l’episodio potrebbe diventare uno stress test utile per rafforzare le garanzie e le strutture di controllo interne all’UE: con regolamenti più stringenti, maggiore trasparenza nei bandi, concessione di appalti pubblici sotto supervisione indipendente, e formazione continua del personale su conflitti di interesse e anticorruzione.

In ogni caso, il caso in corso rappresenta un campanello d’allarme sul rischio che l’uso improprio dei fondi europei, anche in settori “nobili” come la formazione diplomatica, possa minare, sul medio-lungo termine, la credibilità delle istituzioni dell’Unione agli occhi delle opinioni pubbliche degli Stati membri.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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