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Musk e Trump contro l’Europa

today8 Dicembre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Dalle invettive di Musk e Trump contro Bruxelles alle nuove tensioni transatlantiche, mentre l’Italia rafforza i legami militari con Washington con l’acquisto di missili JASSM-ER.

C’è un attacco concentrico di Trump e Musk all’Europa. “L’Unione Europea dovrebbe essere abolita e la sovranità tornare ai singoli Stati“, dice Musk. L’imprenditore interviene nelle polemiche innescate dalla nuova strategia per la sicurezza nazionale di Donald Trump, e lo fa essenzialmente per contrastare la multa da 120 milioni inflitta da Bruxelles al suo social X. La strategia di Musk si inquadra certamente nell’ambito della volontà dell’amministrazione Trump – come affermato nella National Security Strategy – di voler “coltivare la resistenza all’attuale traiettoria dell’Europa all’interno delle nazioni europee”.

“Sulle nostre regole decidiamo noi, dice l’Ue”

L’alto rappresentante dell’Ue Kaja Kallas ha ammesso che alcune delle critiche americane sono “anche vere”, ma ha ribadito che gli Stati Uniti sono ancora il “maggiore alleato” europeo. Decisamente più secca, invece, la replica di un portavoce della Commissione: “Quando si tratta di decisioni che riguardano l’Unione europea, queste vengono prese dall’Unione europea, per l’Unione europea, comprese quelle che riguardano la nostra autonomia normativa, la tutela della libertà di espressione e l’ordine internazionale fondato sulle regole“, ha affermato Bruxelles, respingendo le critiche di Trump e Musk e sottolineando come gli “alleati sono più forti insieme” e non in contrapposizione.

L’Italia acquista 260 milioni di armi americane

Il Dipartimento di Stato americano ha autorizzato la possibile vendita all’Italia di cento missili a lunga gittata, Joint Air-to-Surface Standoff Missile Extended Range (Jassm-er), vettori aria-superficie capaci di colpire obiettivi a circa 1.000 chilometri di distanza. Il pacchetto, comunicato al Congresso dall’Agenzia per la cooperazione in materia di difesa e sicurezza, ha un valore stimato di circa 260 milioni di euro e comprende missili, contenitori, dispositivi di crittografia, parti di ricambio, supporto logistico, software, documentazione tecnica, trasporto e servizi di assistenza. Lockheed Martin è il fornitore principale. Leonardo ha un ruolo indiretto, ma strategico: collabora strettamente con l’azienda statunitense.

Integrazione dei missili JASSM-ER

L’integrazione dei missili JASSM-ER nella dotazione dell’Aeronautica Militare Italiana rappresenta un salto di qualità, non semplice ammodernamento, nella capacità di proiezione strategica di lungo raggio dell’Italia, trasformando i suoi velivoli in piattaforme di “deep strike” convenzionale e ampliando sensibilmente la gamma di opzioni disponibili per Roma in scenari di crisi o deterrenza. I JASSM-ER sono missili da crociera aria-terra sub-sonici, silenziosi e a “bassa osservabilità”: grazie a un motore turbofan e a sistemi di guida avanzati (combinazione di GPS/INS e seeker infrarosso per la fase terminale) possono volare fino a circa 1.000 chilometri, consentendo all’aereo lanciatore di restare ben lontano dalle difese nemiche.

Prima di questo acquisto, la capacità italiana di colpire obiettivi ad alta valenza strategica a distanza era limitata soprattutto a sistemi meno flessibili e, nelle more della dismissione di piattaforme tradizionali, presentava lacune in termini di efficacia in scenari ad alta difesa. Ora, con i JASSM-ER, e con la prospettiva d’impiego su caccia moderni come gli F-35 Lightning II, l’Italia acquisisce un effettivo deterrente convenzionale “stand-off”: può minacciare obiettivi fondamentali, basi logistiche, centri di comando, infrastrutture critiche, sistemi radar o difese antiaeree nemiche, senza esporre direttamente i piloti o gli aerei al rischio di entrare in aree fortemente difese.

Dal punto di vista dell’Alleanza atlantica, questa mossa rafforza l’asse meridionale e mediterraneo della NATO. In un quadro geopolitico segnato da crescenti tensioni, con instabilità in Nord-Africa, Medio Oriente, pressioni nel Mediterraneo orientale, e conflitto in Ucraina, avere un “deep-strike tier” operativo in Italia vuol dire aumentare la capacità collettiva di deterrenza, proiezione e risposta rapida. Anche sotto il profilo della interoperabilità, gli F-35 italiani già parte di programmi di cooperazione con partner europei e USA, attraverso l’integrazione dei JASSM-ER diventano nodi operativi capaci di operare in sinergia con forze NATO, migliorando la flessibilità strategica dell’Alleanza.

Inoltre, l’acquisto dei JASSM-ER segnala anche un rafforzamento della credibilità militare dell’Italia, non più solo come paese di supporto o vicinanza operativa, ma come attore in grado di offrire capacità offensive convenzionali avanzate. In termini politici, questa scelta può aumentare il peso negoziale di Roma all’interno delle dinamiche NATO ed europee, perché le decisioni su dispiegamenti, difesa collettiva, scenari di crisi o dissuasione acquisiscono un carattere più concreto: l’Italia non è solo “supporto logistico o tattico”, ma componente attiva nella pianificazione strategica di medio-lungo raggio.

Infine, a livello deterrente, la combinazione tra stealth, gittata e precisione riduce drasticamente la finestra di reazione di eventuali avversari: la capacità di colpire di sorpresa obiettivi “di alto valore” a distanza consente di complicare i conti a chi pianifica attacchi o aggressioni, aumentando il costo politico, militare e strategico di eventuali atti ostili. In uno scenario europeo in evoluzione, con alleanze fluide e minacce non convenzionali, dotarsi di una capacità credibile di strike convenzionale “stand-off” può rappresentare un deterrente importante, non solo per l’Italia, ma per la stabilità dell’intero contesto euro-atlantico.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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