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Vertice tra Zelensky e Meloni

today10 Dicembre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Vertice a Roma: Meloni e Zelensky intensificano gli sforzi diplomatici tra mediazione con Trump, risposta alle accuse sulle elezioni ucraine e incontro con il Papa per una pace duratura.

Giorgia Meloni riceve a Palazzo Chigi Zelensky e avvia una mediazione con Trump sul piano di pace per chiudere il conflitto tra Russia e Ucraina. Zelensky ha definito il vertice eccellente. “Con Meloni abbiamo avuto un colloquio molto approfondito su tutti gli aspetti della situazione diplomatica.

Apprezziamo il ruolo attivo dell’Italia nel generare idee concrete e definire misure per avvicinare la pace. L’ho informata sul lavoro del nostro team negoziale e stiamo coordinando i nostri sforzi diplomatici. Contiamo molto sul continuo sostegno dell’Italia: è importante per l’Ucraina”, ha spiegato Zelensky.

Il leader ucraino risponde a Trump: sempre pronto alle elezioni

Durante la visita di Zelensky in Italia, il presidente americano Trump aveva rilasciato un’intervista a Politico. “Stanno usando la guerra per non indire le elezioni, ma penso che il popolo ucraino dovrebbe avere questa scelta. E forse vincerebbe Zelensky, non so. Ma non hanno elezioni da molto tempo”. Gli risponde Zelensky: io sono sempre pronto alle elezioni.

L’incontro con il Papa

Zelensky ha incontrato anche Papa Leone XIV, Il Santo Padre ha ribadito la necessità di continuare il dialogo e rinnovato il pressante auspicio che le iniziative diplomatiche in corso possano portare ad una pace giusta e duratura. Il Papa ha confermato al cardinale Matteo Zuppi, che già Francesco aveva incaricato, di una missione umanitaria tesa a mediare tra russi e ucraini per lo scambio di prigionieri, sia militari che civili, e il rimpatrio in Ucraina di bambini deportati in Russia.

Vertice tra Zelensky e Meloni: ruolo dell’Italia

Un elemento fondamentale del vertice tra Volodymyr Zelensky e Giorgia Meloni è il ruolo che l’Italia sta assumendo non solo come paese di supporto all’Ucraina, ma come possibile mediatore credibile nel tentativo di costruire un percorso di pace sostenibile. In questa prospettiva, l’Italia non si limita a offrire aiuti militari, economici e umanitari a Kiev, ma si propone come ponte diplomatico tra l’Europa, l’Ucraina e — potenzialmente anche tra Occidente e Mosca.

L’accordo di cooperazione per la sicurezza firmato alcuni mesi fa tra Italia e Ucraina stabilisce un impegno di lungo termine: non solo assistenza militare e supporto logistico, come l’invio di equipaggiamenti e generatori per garantire la resilienza energetica di Kiev durante i continui attacchi russi, ma anche un piano di cooperazione su infrastrutture critiche, riforme, sostegno economico e ricostruzione post-guerra.

Ma forse l’aspetto più strategico riguarda l’intenzione di creare un “percorso diplomatico europeo”, non un’operazione unilaterale, che possa bilanciare l’influenza degli Stati Uniti. L’Italia, grazie alla sua storia, posizione geografica e reputazione internazionale, viene indicata con crescente insistenza anche da voci autorevoli del mondo politico e religioso come il Vatican come un interlocutore in grado di favorire una mediazione in grado di far convergere interessi molto diversi. Il ponte Italia–Vaticano potrebbe servire non solo per ricongiungere posizioni tra Kiev e Mosca, ma anche per garantire un quadro europeo coerente nel negoziato di pace.

In questo senso, l’incontro a Roma serve non solo come segnale di solidarietà, ma come pietra miliare di un doppio binario: da un lato, rafforzare la difesa e la resilienza ucraina contro le aggressioni russe — per poi affrontare una fase successiva di ricostruzione; dall’altro, preparare le condizioni di un accordo diplomatico duraturo, fondato sulla sovranità e integrità territoriale ucraina, ma supportato da garanzie europee e internazionali.

In pratica, l’Italia sta cercando di trasformare la propria posizione da paese “alleato militare e umanitario” a “facilitatore di pace”. Questo può essere cruciale, soprattutto ora che le proposte di pace — tra cui quelle promosse da Donald Trump — prevedono concessioni territoriali che molti in Europa e a Kiev considerano inaccettabili. L’Italia, grazie al suo peso diplomatico e alla capacità di dialogare con vari attori (UE, paesi occidentali, Vaticano), potrebbe rappresentare un punto di equilibrio: sì al negoziato, ma nel rispetto dei principi internazionali e dei diritti dell’Ucraina.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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