Il Corsivo

Berlusconi jr a Tajani: grato al segretario, ma servono facce nuove

today12 Dicembre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Piersilvio Berlusconi ringrazia il segretario per il lavoro svolto, ma apre il tema del rinnovamento della classe dirigente e del futuro assetto del partito.

Piersilvio Berlusconi adotta per Antonio Tajani lo stesso meccanismo in cui un proprietario di una impresa invia il primo avviso di sfratto al suo manager di fiducia che quasi sempre è in forma pubblica: siamo grati del tuo lavoro, ma ora serve una svolta. Berlusconi jr utilizza parole precise che non hanno bisogno di interpretazioni sul futuro di Forza Italia.

“Ho gratitudine vera per Tajani e tutta la squadra, ma ritengo che guardando al futuro siano inevitabilmente necessarie facce e idee nuove. Con un programma rinnovato senza mettere in discussione i valori fondanti del partito”, dice Berlusconi, secondo cui quello che vale per Forza Italia, vale per la politica in generale e per moltissimi settori”. Secondo Tajani il cambiamento è già in corso, ma sarà così?

Di padre in figlio

Dopo la morte di Silvio Berlusconi il quesito era se i figli avrebbero sorretto i debiti accumulati dal partito. Già nel giugno 2023 la famiglia Berlusconi appiana 90 milioni di debiti. Poi, per finanziare la campagna elettorale delle europee, nel marzo 2024, Eleonora e Luigi Berlusconi (figli di Veronica Lario) versano i primi 100 mila euro a testa, seguiti ad aprile 2024 dai figli Marina, Pier Silvio e Barbara Berlusconi. Anche il fratello Paolo il 9 aprile 2024 versa 100 mila euro a Forza Italia.

Il finanziamento è quindi di 600 mila euro. E’ naturale che Piersilvio e Marina si appassionino al destino di Forza Italia, è uno dei lasciti del loro padre. Del resto, dice oggi Piersilvio, chi fa l’imprenditore non può essere lontano dalla politica. Ma è altrettanto normale che chi fornisce la spinta finanziaria per mandare avanti un progetto, possa poi fare la voce grossa in caso di risultati scarsi o comunque non in linea con le aspettative della proprietà. E magari cambiare il segretario, in corso d’opera.

Il partito fondato da Berlusconi

Un aspetto importante per capire la dinamica interna a Forza Italia è la natura particolare della sua struttura finanziaria e organizzativa, che riflette un modello di “partito personale” più che un partito tradizionale fondato su una base di iscritti o contributi pubblici. In Italia, dopo l’abolizione del finanziamento pubblico diretto ai partiti nel 2013, tutte le forze politiche si sono trovate a dover fare i conti con la necessità di autosostenersi attraverso donazioni private, contributi dei parlamentari o entrate proprie.

Questo ha trasformato radicalmente la geografia economica dei partiti: mentre in passato la capacità di un partito di finanziare campagne e strutture dipendeva in grande misura da risorse pubbliche, oggi la dipendenza dai grandi finanziatori è una realtà consolidata nel sistema politico italiano.

Nel caso di Forza Italia, la transizione dal finanziamento pubblico a quello privato è stata particolarmente traumatica. Fondato nel 1994 da Silvio Berlusconi, il partito ha toccato rapidamente punte di raccolta e potere grazie alla capacità comunicativa del suo fondatore e all’uso strategico delle società di comunicazione e media legate alla galassia Mediaset.

Ma, a partire dall’abolizione del finanziamento pubblico, il partito ha cominciato ad accumulare debiti consistenti, in gran parte busati da Berlusconi in prima persona per coprire le esiguità di liquidità e le spese correnti. Al 2022, i debiti verso finanziatori privati, in larga parte verso lo stesso Berlusconi, ammontavano a circa 98 milioni di euro, una cifra enorme per un partito che ha progressivamente perso parte dei suoi sostenitori e della sua base parlamentare.

Questa situazione ha posto Forza Italia in una posizione atipica rispetto ad altre forze politiche italiane: non è solo un partito con problemi di bilancio, ma è un’organizzazione in cui le risorse finanziarie e la sostenibilità economica sono strettamente intrecciate alla famiglia fondatrice. Nei fatti, la scomparsa di Silvio Berlusconi ha reso evidente un nodo che prima poteva essere nascosto dal ruolo pubblico e dall’autorevolezza politica del leader: il partito gravava pesantemente su risorse personali, e senza di lui la sopravvivenza dipende in larga misura dalla capacità degli eredi di farsi carico di debiti e di continuare a sostenere la struttura.

Questo ha implicazioni politiche profonde: le decisioni sulla leadership, sulla linea politica e sulle strategie di rinnovamento non sono interpretate solo come scelte interne, come avviene in partiti con conti più solidi e con sistemi di finanziamento più ramificati, ma come scelte influenzate da chi materialmente tiene in vita il partito attraverso risorse finanziarie.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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