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Bruxelles apre ai motori ibridi e termici con carburanti sostenibili

today17 Dicembre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Bruxelles: La Commissione Ue rivede le regole sulle emissioni: obiettivo -90% entro il 2035, con margini per ibridi e motori termici alimentati da carburanti sostenibili.

La Commissione europea rivede il regolamento sulle emissioni nocive delle auto. L’Europa intende ridurre del 90% le emissioni dannose entro il 2035 e per il restante 10% apre ai motori ibridi e termici con l’utilizzo di acciaio verde o di carburanti moderni.

«Dal 2035, le case produttrici dovranno rispettare un obiettivo di calo delle emissioni del 90%, mentre il restante 10% dovrà essere compensato attraverso l’uso di acciaio a basse emissioni di carbonio prodotto nella UE o di carburanti sintetici o biologici. Ciò consentirà alle auto ibride plug-in, agli estensori di batteria, alle auto ibride leggere e ai veicoli con motore a combustione interna di continuare a svolgere un ruolo anche dopo il 2035», scrive la Commissione europea.

Cosa accade in Europa e in Italia

Nei prossimi anni saranno autorizzati all’immatricolazione i veicoli 100% elettrici, e nei limiti del 10% delle emissioni, avviati alla produzione i veicoli ibridi ricaricabili, con estensore di autonomia, con motori termici. «Tutte le potenziali emissioni aggiuntive generate da tali flessibilità dovranno essere pienamente compensate a monte», sostiene il commissario al mercato unico Stéphane Séjourné.

I provvedimenti recepiscono le richieste di alcuni governi e società. L’Europa si muove tra l’esigenza di decarbonizzare il settore automobilistico e la necessità di aiutare l’industria a competere con i concorrenti, in particolare cinesi. Le misure vengono messe in campo al termine di negoziati nel corso degli ultimi mesi, e in seguito alla pressione della Germania.

Bruxelles: il quadro regolatorio europeo sulle emissioni inquinanti

L’Unione europea ha progressivamente introdotto standard di emissioni sempre più stringenti per proteggere la qualità dell’aria e raggiungere gli obiettivi climatici complessivi, inquadrandoli all’interno di iniziative come il Green Deal europeo e il pacchetto Fit for 55.

Uno dei principali strumenti normativi in questo settore è rappresentato dagli standard Euro, una serie di regolamenti tecnici che definiscono limiti massimi di emissioni di inquinanti come ossidi di azoto (NOx), particolato e anidride carbonica (CO₂) per i veicoli nuovi venduti nell’UE. L’attuale standard per i veicoli leggeri è Euro 7, che entrerà gradualmente in vigore a partire dal 2025, sostituendo Euro 6 e imponendo limiti più severi su una gamma più ampia di emissioni e su tutti i nuovi veicoli immatricolati.

Questi standard tecnici, dedicati in gran parte alle emissioni inquinanti che influenzano la qualità dell’aria (come NOx e particolato), vanno di pari passo con le norme sulle emissioni di CO₂, che sono invece legate direttamente alla lotta al cambiamento climatico. Le norme Ue sulle emissioni di CO₂ prevedono obiettivi crescenti di riduzione delle emissioni medie dei veicoli nuovi: inizialmente un -55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2021, e, nella versione originale, un -100% entro il 2035, che avrebbe costituito un bando de facto per le auto con motore termico.

La recente revisione del 2035 non cambia il contesto generale di questi standard ma modifica la forma del traguardo climatico, passando dall’obiettivo di zero emissioni allo scarico per tutte le auto nuove a un target di riduzione del 90%, con il restante 10% compensabile attraverso tecnologie o materiali a basso impatto (come carburanti sintetici o acciaio verde). Questo riflette sia le pressioni politiche e industriali, soprattutto da parte di grandi produttori europei e governi come Italia e Germania, sia la complessità tecnica e infrastrutturale di una transizione rapida a zero emissioni.

Va notato che questa revisione rappresenta anche un esempio del principio di neutralità tecnologica promosso dalla Commissione: invece di imporre un’unica tecnologia (ad esempio, solo elettrico), la normativa lascia spazio a diverse soluzioni che possono contribuire alla decarbonizzazione, purché i risultati finali in termini di emissioni siano raggiunti. Questo approccio è un elemento ricorrente nelle politiche dell’UE, volte a bilanciare innovazione tecnologica, competitività industriale e obiettivi climatici.

Accanto agli standard sulle emissioni dei veicoli, l’UE ha introdotto anche meccanismi come il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), che mira a evitare la “delocalizzazione” delle emissioni, ossia lo spostamento della produzione verso paesi con standard ambientali più deboli. Questo meccanismo impone una tariffa sul carbonio alle importazioni di determinati prodotti ad alta intensità energetica, con l’obiettivo di proteggere l’industria europea e incentivare la produzione a basse emissioni.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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