Se la Serie A vola a Buenos Aires per un derby ”Dagli Appennini alle Ande”

Tra i vertici della Lega di Serie A si sta facendo sempre più strada l’idea di non limitare le esperienze turistiche del nostro calcio al solo mini torneo che assegna la Supercoppa, ma di estenderle anche al Campionato vero e proprio, mettendo in calendario addirittura una giornata intera di Serie A da giocare all’estero. Vada per le supercoppe che, nei prossimo sei anni, si disputeranno per ben quattro volte a Riyad,  se la cosa serve per interessare nuovi investitori ed incassare, ovviamente, dei ricchi gettoni di presenza…tuttavia, l’ipotesi di portare fuori dai nostri stadi tutte le dieci partite che costituiscono un turno della massima serie nazionale ci sembra un passo piuttosto azzardato. Significherebbe, infatti, sacrificare le aspettative e le passioni di milioni di tifosi che si vedrebbero improvvisamente privati dell’opportunità di seguire e di sostenere direttamente la propria squadra del cuore. Inoltre, si sa come spesso vanno a finire certe cose: magari si comincia con una sola giornata, ma se poi ci sono le sponsorizzazioni giuste, si finisce anche per disputare all’estero tutte le sfide più classiche ed importanti…Ed a questo proposito, diciamoci la verità: non avete provato anche voi una certa sensazione di freddo, di vuoto e di disinteresse nel vedere quello stadio saudita così privo di spettatori sugli spalti? E i fischi indirizzati alla memoria di Gigi Riva da un pubblico che mostra di nulla sapere sul calcio e sulla sua storia? Però, a quanto pare, l’Arabia Saudita per la nostra Lega è divenuta ormai un punto di riferimento fisso e rappresenta, tra l’altro, soltanto una delle tappe iniziali verso un’espansione estera della Serie A che si farà sempre più ardita: sono, infatti, già state preannunciate le prossime aperture di uffici di rappresentanza persino a Singapore e a Buenos Aires. E forse almeno lì, nella città più ligure del mondo dopo Genova, riuscirà a lor signori l’impresa di riempire – almeno per una volta – uno stadio così lontano dall’Italia, organizzando un derby “dagli Appennini alle Ande” tra Genoa e Sampdoria.

Ma a parte queste considerazioni di carattere sentimentale, l’impressione che ci resta è quella che, purtroppo, le esigenze e le opinioni degli appassionati di calcio siano destinate a contare sempre meno. Voi siete d’accordo?

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