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Via libera del Senato alla manovra che passa alla Camera

today24 Dicembre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Manovra da 22 miliardi tra tensioni nella maggioranza e proteste dell’opposizione: via libera con la fiducia, esclusi cinque articoli e ora il testo approda alla Camera per il voto finale del 30 dicembre.

Via libera alla manovra dell’aula del Senato (110 sì, 66 no e due astenuti), preceduta dalla fiducia, approvata con 113 sì.. Tutto è avvenuto dopo vari stop and go dei partiti che formano la maggioranza di Governo: dalla stretta sul riscatto della laurea allo scudo per le imprese con lavoratori sottopagati, fino al condono edilizio. Sulle pensioni, in particolare, si è registrata la spaccatura interna alla Lega con le forti tensioni tra il leader del Carroccio Matteo Salvini e il ministro leghista dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

Poco prima del voto di fiducia, la commissione Bilancio del Senato ha dovuto riunirsi per dare il via libera al maxi emendamento. Vengono escluse cinque norme dopo i dubbi espressi dal Quirinale. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “Abbiamo fatto cose che sembravano impossibili”. Ora il provvedimento passa alla Camera con il voto definitivo atteso il 30 dicembre.

Le opposizioni protestano in aula

Le opposizioni criticano la manovra del Governo e mostrano cartelli in aula con sopra scritto: “Voltafaccia Meloni”. “Questa legge di bilancio dimostra che siete pronti, sì. Per andare a casa e liberare il Paese”, incalza Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd. “Pensavano di farla franca, calpestando i diritti dei lavoratori sottopagati senza che nessuno se ne accorgesse.

Invece no: li abbiamo contrastati con forza e ora Meloni e soci ritirano dalla manovra la vergognosa norma”. dice il leader del M5s Giuseppe Conte. “La manovra del governo dei pasticcioni toglie diritti alle pensioni degli italiani, taglia sanità, scuola e trasporto pubblico per finanziare l’opera illegittima del Ponte sullo Stretto e l’acquisto di armi”, afferma Angelo Bonelli di Avs.

I conti della manovra

Il conto della manovra del Governo sale a 22 miliardi. Nello specifico, il taglio dell’Irpef dal 35 al 33% per i redditi da 28 a 50mila euro riduce le tasse al ceto medio e riguarda almeno 10 milioni di contribuenti. Riparte l’adeguamento dei requisiti per l’uscita dal lavoro alla speranza di vita: i tre mesi calcolati dall’Istat vengono spalmati tra 2027 (+1 mese) e 2028 (+2 mesi). Non vengono rinnovati Quota 103 e Opzione Donna, riducendo di fatto la possibilità di anticipo “speciale” all’Ape sociale che è un assegno ponte.

Nelle ultime battute della manovra sono rientrate le misure per le aziende: 1,3 miliardi per il credito d’imposta per gli investimenti in transizione, dopo il pasticcio dell’esaurimento dei fondi, oltre mezzo miliardo per la Zes unica. Cambia la modalità di calcolo dell’Isee, l’indicatore della situazione reddituale e patrimoniale delle famiglie. Banche e assicurazioni contribuiscono alla manovra per circa 11 miliardi per il prossimo triennio.

Tra le misure contenute nella legge di bilancio c’è la nuova aliquota sulle transazioni finanziarie: la Tobin Tax raddoppia e passa allo 0,2 sui mercati regolamentati e sugli altri mercati allo 0,4%. Arriva poi una mini tassa di 2 euro sui piccoli pacchi provenienti da Paesi extra-Ue. È previsto un bonus libri per famiglie con Isee fino a 30mila euro che hanno figli alle scuole medie o nel primo biennio delle superiori, e l’introduzione della Carta Valore per i neodiplomati.

Pensioni

Secondo le bozze e gli emendamenti in discussione, la legge di bilancio conferma l’aumento dell’età pensionabile legato agli aggiornamenti dell’aspettativa di vita, con un primo incremento di un mese nel 2027 e altri due nel 2028 per la pensione di vecchiaia e quella anticipata, sebbene con alcune eccezioni per categorie considerate fragili o con lavori usuranti.

Queste modifiche, pur tecniche, hanno un impatto concreto su milioni di lavoratori: spostano nel tempo la possibilità di lasciare il lavoro e aumentano i contributi necessari, incidendo soprattutto sui lavoratori precoci e su chi svolge attività energicamente o psicologicamente gravose, che vedono prospettive più complesse di pensionamento anticipato.

La grande novità introduce anche l’adesione automatica alla previdenza complementare per i neoassunti del settore privato dal 1° luglio 2026, con l’opzione di rinuncia entro 60 giorni, una misura che punta ad ampliare la copertura pensionistica integrativa ma che ha sollevato perplessità su costi e scelte individuali.

In materia di flessibilità in uscita, la manovra originaria prevedeva lo stop a strumenti come Quota 103 e Opzione Donna, lasciando solo l’Ape Sociale come strumento di pensionamento anticipato per categorie specifiche. Questo taglio ha innescato proteste trasversali, tanto che emendamenti sono stati proposti per prorogare tali strumenti anche nel 2026, con modifiche dei requisiti e ampliamento delle platee potenziali di beneficiari.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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