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Mosca accusa l’Ucraina di aver tentato di attaccare una residenza di Putin

today30 Dicembre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Mosca denuncia un presunto raid con 91 droni sulla villa di Valdai; Kiev smentisce e Lavrov annuncia una revisione della linea negoziale con possibili ritorsioni.

Un attacco con quasi 91 droni contro la residenza di Putin nella regione di Novgorod sarebbe stato lanciato dalle forze ucraine secondo quanto riferisce il Cremlino. La casa di Putin è una lussuosa residenza sul lago Valdai, vicino al villaggio di Dolgiye Borody, in un parco nazionale. La residenza ufficiale di Putin resta il Cremlino, ma il leader russo possiede varie ville in giro per la Russia, a partire da quella di Novo-Ogaryovo, alla periferia di Mosca, che è stata presa di mira da un attacco ucraino nel 2023.

Kiev nega, Lavrov minaccia ritorsioni

La presidenza ucraina smentisce l’attacco contro la residenza di Putin. “I russi hanno inventato una storia palesemente falsa su un presunto attacco a una residenza del dittatore russo, per avere una giustificazione per continuare gli attacchi contro l’Ucraina, in particolare contro Kiev, e per rifiutarsi di compiere i passi necessari per porre fine alla guerra” , ha detto Zelensky .

Il ministro degli esteri russo Lavrov ha affermato che la posizione negoziale di Mosca sarà rivista per tenere conto di quella che ha definito “la transizione finale del regime di Kiev verso una politica di terrorismo di Stato”. Lavrov ha aggiunto che “obiettivi e tempistiche” di una risposta russa sono già stati determinati, precisando tuttavia che la Russia non intende ritirarsi dal processo negoziale legato al piano di pace.

Storia e la funzione reale di Dolgiye Borody o “Uzhin Holiday House”

L’esistenza di questa residenza presidenziale risale agli anni ’30, quando fu costruita per Joseph Stalin come rifugio lontano dai centri del potere a Mosca. Tuttavia, secondo le cronache storiche, Stalin vi si recò solo una volta a causa della sua preferenza per luoghi più vicini alla capitale, ma gradualmente questo complesso si è affermato come uno dei luoghi di riposo e riflessione privilegiati per i leader sovietici e russi nel corso dei decenni successivi.

Durante l’era sovietica fu utilizzato da figure come Nikita Khrushchev e altri funzionari di alto rango come luogo di riposo e persino di eventi privati, consolidando il suo status di simbolo di potere e privilegio all’interno del sistema politico russo. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, il presidente Boris Eltsin lo usò per rilassarsi, pescare e ricevere ospiti in un ambiente lontano dalle pressioni della vita ufficiale, ruolo che la residenza continua a mantenere anche nella Russia contemporanea.

Nel contesto dell’attuale guerra in Ucraina, la residenza sul lago Valdai ha acquisito non solo un significato simbolico ma anche una funzione di sicurezza e propaganda. Secondo report investigativi e analisi indipendenti, la tenuta comprende un vasto territorio — oltre 900 ettari — che include edifici residenziali, strutture ricreative, aree verdi e infrastrutture di supporto, oltre a zone ufficialmente gestite dalla Presidenza della Federazione Russa.

Parte della terra è formalmente proprietà statale, mentre altre porzioni sono state registrate tramite società private affiliate a uomini d’affari vicini al presidente Putin, come Yuri Kovalchuk, una figura prominente nel sistema bancario e finanziario russo. Le complesse strutture di proprietà e gestione fanno parte di una rete di potere e influenza che circonda la figura del presidente, rendendo Dolgiye Borody non soltanto una residenza ma anche un simbolo molto discusso del potere personale e della ricchezza all’interno dell’élite russa.

L’importanza strategica di Dolgiye Borody è evidenziata anche dalla crescente militarizzazione e dai sistemi di difesa dispiegati nella zona, soprattutto negli ultimi anni di conflitto con l’Ucraina. Immagini satellitari e analisi di esperti militari mostrano che l’area attorno alla tenuta è stata fortificata con sistemi anti-aerei di vario tipo, inclusi sistemi Pantsir e S-400, progettati per intercettare droni, missili e altre minacce aeree.

Il livello di protezione va ben oltre quello che ci si aspetterebbe per una semplice residenza privata e indica quanto il Cremlino consideri l’incolumità del presidente un elemento fondamentale, soprattutto in un momento in cui le forze ucraine hanno mostrato una crescente capacità di lanciare attacchi con droni a lunga distanza in profondità nel territorio russo.

Oltre all’aspetto difensivo, Dolgiye Borody svolge anche funzioni diplomatiche e simboliche: è stato teatro di incontri informali, riflessioni strategiche e momenti privati che contribuiscono alla narrativa del potere personale di Putin. In politica interna, la sua esistenza e l’attenzione mediatica che riceve, soprattutto in seguito alle indagini di media indipendenti, illustrano il contrasto tra la retorica ufficiale del Cremlino e le critiche sull’uso di risorse pubbliche per mantenere tenute di lusso. Questo tema è spesso sfruttato da critici e oppositori per mettere in discussione la legittimità morale e l’efficacia della leadership russa, soprattutto in tempi di guerra e difficoltà economiche per la popolazione.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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