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Approvata la manovra del Governo tra conferme della maggioranza e proteste dell’opposizione

today31 Dicembre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Via libera definitivo alla manovra: 216 sì alla Camera, scontro politico su pensioni, sanità e spesa pubblica.

La Camera ha dato il via libera alla manovra del Governo con 216 sì, 126 no e 3 astenuti, concludendo così l’iter iniziato a ottobre con il testo licenziato dal Consiglio dei ministri e diventato nelle ultime settimane più complicato a causa di polemiche e desiderata dei partiti della maggioranza. Il governo ha blindato il testo della legge di bilancio attraverso la fiducia al Senato e alla Camera.

Il provvedimento è stato oggetto di emendamenti e riformulazioni, con discussioni sempre più concitate della commissione Bilancio al Senato. Nella seduta fiume di lunedì notte sono emerse le ultime tensioni, con i partiti che hanno tradotto in ordini del giorno, richieste di impegno al governo, la loro delusione per i temi rimasti fuori dalla manovra.

Le reazioni

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti rivendica il lavoro del governo sulla manovra e annuncia la promessa alla Lega sulle pensioni. “La spesa per le armi? Non toccheremo quella sociale”. Giorgetti ha avuto uno scambio di battute con la leader del Pd Elly Schlein. “Del fatto che lo spread sia sotto i 200 punti ne beneficiate anche voi”, le ha detto Giorgetti sorridendo.

“Ma con quello che state facendo su trasporti, scuola e sanità avremo più problemi. Ma non daremo la colpa a voi”, gli ha risposto Schlein . “Una manovra seria e concreta, attenta alle famiglie, alle imprese e che, proseguendo su quanto fatto negli anni passati, riduce ulteriormente le tasse e aumenta al massimo mai raggiunto il fondo sanitario nazionale“, sottolinea Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento. Al termine dell’intervento della segretaria Elly Schlein e poco prima del voto definitivo sulla manovra, i deputati del Pd hanno innalzato in Aula della Camera dei cartelli con su scritto “Disastro Meloni”.

Manovra: misure economiche e fiscali e controversie

 La legge di bilancio 2026, il disegno di legge C. 2750 presentato dal Governo e approvato dal Parlamento, è un atto complesso e articolato che si compone di centinaia di commi e si struttura in due sezioni principali: la prima riguarda l’adeguamento delle grandezze finanziarie alle finalità programmatiche di finanza pubblica e la seconda esplicita gli effetti di spesa e di entrata per ciascun ministero e programma statale.

Sul piano delle politiche fiscali, la manovra prevede un pacchetto di tagli e modifiche all’Irpef: in particolare la riduzione della seconda aliquota al 33% per i redditi tra i 28.000 e i 50.000 euro, misura fortemente voluta da Forza Italia e inserita con un emendamento durante l’esame parlamentare, punta ad alleggerire il carico fiscale per circa 13 milioni di contribuenti con benefici che possono arrivare fino a circa 440 euro l’anno. Sono state confermate agevolazioni per i premi di produttività e le detrazioni per incrementi salariali, oltre a strumenti per stimolare investimenti nel sistema produttivo.

La legge di bilancio introduce anche misure sociali e di welfare mirate a sostenere specifiche categorie: ad esempio, il bonus “mamme” è stato rafforzato, passando da 40 a 60 euro mensili per lavoratrici con almeno due figli e redditi fino a 40.000 euro, mentre sono previsti incrementi annuali anche per pensioni in condizioni disagiate. Si prevede anche un potenziamento dei congedi parentali e maggiori tutele per i lavoratori con figli minori, oltre a un’iperammortizzazione per le imprese che investono in beni strumentali, con maggiorazioni del costo di acquisizione fino al 180% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro.

Un altro capitolo riguarda il calcolo dell’Isee e il sistema di agevolazioni: la manovra modifica il modo in cui viene calcolato l’indicatore della situazione economica equivalente per determinare l’accesso a servizi e prestazioni, con l’obiettivo dichiarato dal Governo di alleggerire la pressione fiscale sulle famiglie e semplificare i requisiti di accesso alle prestazioni. Tuttavia queste modifiche hanno suscitato critiche da parte di opposizioni e osservatori economici, perché alcuni ritengono che non incidano in modo adeguato su chi si trova in condizioni di maggiore difficoltà economica.

Dal punto di vista macroeconomico e dei conti pubblici, la manovra punta a ridurre il deficit al 2,8% del Pil nel 2026, un valore che favorirebbe l’uscita dell’Italia dalla procedura per deficit eccessivo imposta dall’Unione Europea. Secondo dati parlamentari, il saldo netto da finanziare per il 2026 si attesta a circa 154,3 miliardi di euro. L’esposizione del debito pubblico resta elevata (con previsioni di crescita rispetto all’anno precedente), e la capacità della manovra di stimolare una crescita economica più robusta è stata messa in discussione sia da economisti sia da organizzazioni come Confindustria, che pur riconoscono la stabilità dei conti chiedono politiche aggiuntive per competitività e innovazione.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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