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Autonomia Differenziata: una riforma che nasce povera?

today25 Gennaio 2024 244 1

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(Tempo di lettura: 1 – 2 minuti)

A cura di Ferruccio Bovio

Il Senato ha, dunque, dato il via libera alla riforma dell’autonomia differenziata che porta la firma del ministro Calderoli. Il tutto si è svolto in un clima di alta tensione polemica, con le opposizioni che, al momento del voto, hanno intonato l’Inno di Mameli e con la Lega che ha, invece, festeggiato entusiasticamente quello che Matteo Salvini ha definito“ un passo importante verso un Paese più moderno ed efficiente”.

Tuttavia, al di là degli S.O.S lanciati da quanti prevedono l’apocalisse per lo Stato italiano o del grandioso ottimismo di chi, al contrario, pensa di aver finalmente introdotto il rimedio ideale per tutti i problemi del Paese,  a ben vedere  la riforma Calderoli resta ancora avvolta in una nebbia di incertezze che non saranno facili da dipanare: almeno fino a quando non si sarà fatta chiarezza su come finanziare e definire sul serio i contenuti dei cosiddetti LEP ( e cioè dei livelli essenziali di prestazione). Che cosa siano i LEP è presto detto: si tratta, infatti, delle quantità e delle qualità minime delle prestazioni (dalla salute all’ambiente e ad altri settori ancora) alle quali ogni cittadino italiano deve poter accedere. Un emendamento al testo in questione voluto da di Fratelli d’Italia prevede, infatti, che, prima di trasferire ad una regione una determinata competenza, è necessario che i LEP siano già stati garantiti a tutti gli altri territori di cui si compone l’Italia: e qui, a nostro avviso, sul cammino delle autonomie differenziate,  si pongono ostacoli di natura finanziaria che , al momento attuale, paiono addirittura insormontabili. E ci stiamo riferendo ad uno studio pubblicato dallo SVIMEZ ( Organizzazione specializzata nel monitoraggio del le condizioni economiche del Mezzogiorno), in base al quale affinché tali requisiti di legge siano soddisfatti occorrerebbero risorse pubbliche che variano tra gli 80 ed i 100 miliardi…  In altre parole, circa il valore di ben tre manovre finanziarie analoghe a quella di quest’anno che, non a caso, ammonta a 28 miliardi…

Ci troviamo forse di fronte ad una sorta di messa in scena pre elettorale, destinata a sgonfiarsi subito dopo la convocazione del nuovo Parlamento europeo?

Credits: Palazzo Chigi (CC BY-NC-SA 2.0 DEED)

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25 Gennaio 2024

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Scritto da: Giornale Radio

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