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L'opinione
today2 Febbraio 2024
Sono ottomila gli Italiani che hanno la residenza nel Principato di Monaco e tra di loro – come è noto – figura anche Jannik Sinner. Pertanto, anche il giovane campione altoatesino è soggetto ai controlli esercitati dall’Agenzia delle Entrate su tutti i nostri connazionali che risiedono in altri Stati che possiamo considerare come dei “paradisi fiscali”. Il Fisco italiano vuole, infatti, accertarsi sul serio del fatto che queste persone vivano realmente nel Paese estero in cui dichiarano di abitare.
Vivere a Montecarlo garantisce, ad esempio, vantaggi tributari davvero allettanti per chiunque abbia la possibilità di accedervi. Basti pensare che, nel Principato della famiglia Ranieri, non viene applicata alcuna imposta sui redditi, sulle plusvalenze o sui patrimoni. Inoltre, non sono previste nemmeno oneri tributari che gravino sugli immobili; e anche dal punto di vista successorio, i trattamenti fiscali sono particolarmente generosi.
E questo è il motivo per cui sono molti i tennisti, i piloti di F1 o di Moto Gp (di ogni nazionalità) che hanno optato per la residenza monegasca…tuttavia, due giorni fa, una autorevole firma del Corriere della Sera ha voluto esprimere la propria perplessità in merito al fatto che sia proprio Jannik Sinner – per quanto sportivamente eccezionale ed umanamente tutt’altro che antipatico – il soggetto più indicato per rivestire quel ruolo di ambasciatore universale dello sport italiano che la Farnesina gli ha appena conferito. Infatti, l’eroe degli Australian Open, risiedendo a Montecarlo, non contribuisce fiscalmente alla vita della comunità nazionale.
Da parte sua, Jannik Sinner, nel corso della conferenza stampa tenutasi nella nuova sede della Federtennis a Roma, ha cercato di aggirare l’inevitabile domanda sulla sua residenza fiscale, rispondendo che si tratta di una scelta fatta quando aveva 18 anni per essere più vicino al suo allenatore che viveva appunto nel Principato. Oltre a ciò – ha aggiunto testualmente – “la cosa più bella di Monaco è che ci sono tanti giocatori con cui ti puoi allenare, strutture perfette, diverse palestre, campi buoni, mi sento a casa, sto bene lì, ho una vita normale, posso andare al supermercato senza problemi”.
Stiamo parlando di un fuoriclasse assoluto della racchetta che tutti quanti abbiamo imparato ad apprezzare non solo per come si comporta sotto rete, ma anche per il garbo, la spontaneità e la disponibilità con cui si pone sempre verso il prossimo: ciò nonostante, un dubbio l’opinionista del Corsera lo ha fatto venire anche a noi. E’ proprio normale che sia un “non residente” il rappresentante ideale per lo sport italiano?
Credits: dilpe (pixabay.com)
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Scritto da: Giornale Radio
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