La protesta degli agricoltori incendia Bruxelles

Per un’intera giornata Bruxelles è rimasta sotto assedio,  quasi a fuoco e fiamme dagli agricoltori di tutta Europa riuniti davanti al Parlamento europeo. Protestano contro il cosiddetto Green Deal, il pacchetto di provvedimenti per la transizione ecologica, contro gli aiuti per l’importazione del grano ucraino, contro i limiti all’uso dei pesticidi, contro la cancellazione delle agevolazioni per l’acquisto del diesel e contro (soprattutto per l’Italia) l’Irpef agricola. Ma in poco tempo, la protesta pacifica si è trasformata in un vero e proprio assedio con letame sparso sulle strade, barricate, incendi e vandalismo. Milletrecento trattori hanno paralizzato le strade del centro. A Place Luxembourg, davanti al Parlamento europeo, ad avere la peggio è stata una delle statue storiche di Bruxelles quella che raffigurava il meccanico Beaufort, uno dei quattro operai rappresentati attorno al monumento dedicato all’ex industriale belga-britannico, John Cockeril. Gli agricoltori, in parte aizzati dai partiti della destra sovranista europea, si scagliano contro l’Ue. Le misure del Green Deal, a loro giudizio, sono irrealizzabili. Il più preoccupato di tutti è sicuramente il presidente francese, Emmanuel Macron. “Dobbiamo dare risposte. Non si può lasciare la situazione così com’è». Anche il polacco Tusk va all’attacco. Giorgia Meloni non risparmia critiche: «Il mio partito in Ue ha votato contro gran parte delle questioni criticate ora dagli agricoltori. La politica europea va cambiata». Il belga Alexander De Croo, presidente di turno dell’Ue, non è da meno: «Le preoccupazioni degli agricoltori sono legittime».