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L'opinione

Torna Sanremo, un filo si storie italiane lungo 74 anni

today5 Febbraio 2024

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A cura di Ferruccio Bovio

Inizia domani, 6 febbraio, la 74esima edizione del Festival di Sanremo che, anche quest’anno, è affidata alla conduzione di Amadeus. Durante quella che alcuni hanno voluto definire come la “settimana santa” della televisione italiana, ai trenta concorrenti in gara si alterneranno, sul palco del Teatro Ariston, 5 co-conduttori e numerosi ospiti di richiamo internazionale.
I dati di ascolto di questo ormai tradizionalissimo nostro appuntamento nazional – popolare, ci dicono che la serata finale del 2023 è ancora stata capace di trattenere, dinanzi al televisore, ben 12.256.000 spettatori, per uno share del 66%. Ciò sembra, dunque, confermarci che, al di là delle prese di posizione di chi afferma che Sanremo è roba vecchia oppure che – con tutti i problemi che ci sono – bisognerebbe pensare ad altro, il Festival della Canzone continua, invece, a raccogliere il gradimento di gran parte degli Italiani che vanno alla ricerca di rasserenanti momenti di evasione. Pertanto, volenti o nolenti, i conti con Sanremo dobbiamo farli un po’ tutti… anche se, magari, sono vent’anni che non ci degniamo più di guardarlo…Perchè ne parlano i media, i nostri colleghi di lavoro oppure i nostri compagni di scuola ed è , quindi, quasi impossibile uscire completamente incontaminati da queste classiche giornate di inizio febbraio.
E poi, a ben riflettere, Sanremo è un’esperienza emotiva che appartiene a quasi ognuno di noi, con una varietà di ricordi che ci riportano a quegli schermi in bianco e nero, dinanzi ai quali le famiglie si riunivano per assistere ad una gara che, in quanto a pathos, in quegli anni non aveva nulla da invidiare al Derby di San Siro o ad una finale di Wimbledon. Ed il caso di Luigi Tenco è ancora lì a confermare drammaticamente cosa abbia significato, in passato, la kermesse sanremese per la società italiana. Ecco perché anche chi di canzoni e di spettacoli non ne vuole neanche sentir parlare, da domani sera dovrà, comunque, rassegnarsi a trovare sui telegiornali che ascolta e sui quotidiani che legge, uno spazio decisamente ampio dedicato proprio a quell’evento che tanto snobba e che tanto vorrebbe evitare.
Buona settimana, quindi, sia a chi non vede l’ora di ascoltare le prime note e sia a chi farà altro o andrà a letto presto…

Voi vi riconoscete in una di queste due categorie? E se si, più nella seconda?

Credits: Luca Galli (CC BY 2.0 DEED)

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05 Febbraio 2024

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Scritto da: Giornale Radio

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