Una nota della Coldiretti denuncia le speculazioni che sono in corso sul prezzo del grano e che mettono a rischio sia la sopravvivenza di duecentomila aziende agricole, che la sovranità alimentare del Paese, aggravando la dipendenza dall’estero. In particolare, sono le importazioni di prodotto dalla Turchia e dalla Russia a penalizzare gravemente i produttori italiani che vedono le quotazioni scendere ampiamente al di sotto dei loro costi di produzione.
Occorre, quindi, secondo Coldiretti, un “impegno immediato per sostenere le aziende agricole italiane, portando a 30 milioni di euro la dotazione del Fondo nazionale per i contratti di filiera del grano e lavorando per prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la legge di contrasto alle pratiche sleali”.
Nel 2023 sono arrivati quasi 900 milioni di chili di grano russo e turco e, vale a dire, un flusso storicamente mai registrato in Italia: “un vero e proprio fiume di prodotto che, aggiunto a quello di grano canadese arrivato a superare il miliardo di chili, ha impattato sui prezzi del grano nazionale, praticamente in caduta libera”.
Ad esempio, le aste turche del frumento affossano i prezzi del grano pugliese, con il crollo delle quotazioni che perdono altri 25 euro a tonnellata in 10 giorni, mentre nei porti pugliesi continua il via vai di navi mercantili provenienti dalla Turchia. In questo modo, crollano i compensi riconosciuti agli agricoltori locali, scendendo, rispetto allo scorso anno, di oltre il 60%: il tutto però – lamentano i coltivatori – in netta controtendenza con l’aumento dei prezzi di vendita della pasta che continuano, invece, la loro crescita.
Si tratta di valori che – si legge nella nota – “portano la coltivazione sotto i costi di produzione, rendendola di fatto antieconomica ed esponendo le aziende agricole al rischio crack, soprattutto nelle aree interne senza alternative produttive”.
Un abbandono dei terreni che – conclude la Coldiretti – pesa anche sull’assetto idrogeologico del Paese aprendo al rischio di desertificazione.
18 Marzo 2024
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