In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, la Coldiretti ha lanciato un appello per ricordare come all’Italia – che perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana – serva urgentemente una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio – senza uso di cemento e in equilibrio con i territori – per conservare l’acqua e distribuirla quando occorre ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.
Oggi la maggior parte dell’acqua piovana – sottolinea la Coldiretti – va a finire nei 230mila chilometri di canali lungo il Paese, per poi sfociare nel mare, con una tendenza accentuata dagli effetti dei cambiamenti climatici. L’alternanza di lunghi periodi di siccità a violente ondate di maltempo fa, infatti, in modo che i canali troppo asciutti favoriscano lo scorrimento rapido delle piogge.
Da questo stato di cose nasce l’esigenza di potenziare la raccolta di acqua dolce, intervenendo sulle infrastrutture. Ed a questo proposito, Coldiretti unitamente all’ Anbi (l’Associazione nazionale delle bonifiche), ha elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo, che consisterebbero in veri e propri laghetti. I laghetti sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere l’acqua piovana e utilizzarla in caso di necessità. L’obiettivo è arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua piovana che potrebbe essere utilizzate per una molteplicità di altri utilizzi, riducendo, di conseguenza, il prelievo di quella potabile.
Commentando la proposta, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha sottolineato che la difficoltà italiana nel recuperare soltanto una parte minima dei 300 miliardi di litri di acqua che ogni anno cadono sul territorio nazionale, rappresenta uno spreco inaccettabile, in un Paese a fortissimo rischio di desertificazione e con, in alcune aree, una cronica carenza idrica per i suoi cittadini.
23 Marzo 2024
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