Una ricerca pubblicata dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre rivela che, lo scorso anno, l’export italiano ha evidenziato una totale stabilità rispetto al 2022. In termini assoluti le vendite all’estero sono state pari a 626 miliardi di euro. Tra i 27 Paesi dell’Unione Europea solo la Germania con 1.562 miliardi e i Paesi Bassi con 866 miliardi hanno fatto registrare un flusso di vendite superiore al nostro. L’invarianza del commercio estero italiano è essenzialmente da attribuire al rallentamento della domanda internazionale, nonchè alla riduzione dei prezzi alla produzione (direttamente collegata alla normalizzazione delle quotazioni delle materie prime): due criticità che avevano caratterizzato buona parte del 2023. Tuttavia, rispetto al 2019, la crescita delle nostre esportazioni è stata del 30,4 % e, se confrontata con i suoi livelli di 15 anni fa ( ovvero con il 2008 che è l’anno che ha preceduto la grande caduta del commercio mondiale), l’aumento è stato addirittura del 70 %.
La Germania ( con 74,6 miliardi), gli Stati Uniti (con 67,3 miliardi), la Francia (con 63,4 miliardi), la Spagna (con 32,9 miliardi) e la Svizzera (con 30,5 miliardi) risultano essere le prime cinque destinazioni delle nostre esportazioni. Le vendite verso questi Paesi incidono, infatti, per il 43% di quelle totali. Tra questi primi cinque destinatari, nell’ultimo anno spicca la diminuzione delle vendite in Germania (-3,6 %) e in Svizzera (-1,7 %), mentre negli USA, in Francia e in Spagna la variazione è stata positiva.
04 Aprile 2024
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