Economia

Concordato preventivo, le novità nella guida dell’Agenzia delle Entrate

today27 Giugno 2025

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(Adnkronos)

Il concordato preventivo biennale entra nel vivo con la pubblicazione della guida dell’Agenzia delle Entrate.

La circolare n. 9/E del 24 giugno fornisce le istruzioni per l’adesione al patto con il Fisco per il biennio 2025-2026 e arriva dopo l’entrata in vigore delle novità previste dal decreto correttivo n. 81/2025.

Dallo stop ai forfettari fino ai limiti per l’elaborazione delle proposte, i titolari di partita IVA sono ora chiamati a valutare pro e contro dell’adesione al concordato per il prossimo biennio. C’è tempo fino al mese di settembre per la scelta.

Concordato preventivo per il biennio 2025-2026, le novità nella guida del Fisco

È una raccolta di normativa, prassi e novità il fulcro della circolare pubblicata dall’Agenzia delle Entrate il 24 giugno, con il fine di fornire ai titolari di partita IVA una bussola per orientarsi tra le numerose regole del concordato preventivo biennale.

Sulle adesioni relative al biennio 2025-2026 impattano le ultime novità introdotte dal decreto legislativo correttivo n. 81/2025, che nell’ottica di affinare uno strumento pensato per favorire la compliance fiscale delle partite IVA, ha introdotto ulteriori modifiche ai requisiti d’accesso così come alla struttura stessa delle proposte elaborate dall’Agenzia delle Entrate.

La guida dell’Agenzia delle Entrate recepisce quindi lo stop per i forfettari, per i quali l’esperienza del concordato si ferma dopo l’avvio sperimentale per il solo periodo d’imposta 2024.

Per il biennio 2025-2026 l’adesione è riservata a coloro che nel 2024 hanno esercitato, in via prevalente, una delle attività economiche del settore dell’agricoltura, delle manifatture, dei servizi, delle attività professionali e del commercio per le quali risultano approvati gli Isa e che non hanno già aderito per il primo biennio (2024-2025).

Confermata l’esclusione per i contribuenti con debiti di importo superiore a 5.000 euro, ad eccezione dei casi in cui prima dell’adesione venga rimossa la causa ostativa versando il debito integralmente o per la quota eccedente la soglia massima.

Dai limiti per il Fisco alla flat tax depotenziata, le novità del CPB 2025-2026

Tra gli aspetti analizzati anche la previsione di soglie massime per l’elaborazione delle proposte da parte dell’Agenzia delle Entrate. La possibilità di rideterminare al rialzo il reddito del contribuente sarà vincolata al rispetto dei seguenti limiti, calibrati in base al livello di affidabilità fiscale:

● in caso di ISA pari a 10, viene fissata una soglia massima di incremento pari al 10 per cento;

● in caso di ISA tra 9 e 10, il limite sarà del 15 per cento;

● in caso di ISA tra 8 e 9, il limite sale al 25 per cento.

Tra le novità recepite dal Fisco anche la limitazione alla flat tax del 10, 12 o 15 per cento sul reddito incrementale.

Il beneficio della tassazione sostitutiva delle imposte sul reddito, addizionali comprese, viene “assottigliato” per il biennio 2025-2026.

Oltre la soglia di 85.000 euro di differenza rispetto al reddito dichiarato nel periodo d’imposta precedente si tornerà alle regole ordinarie di tassazione, con un conto dovuto pari al 43 per cento per l’IRPEF e al 24 per cento per l’IRES. A queste bisognerà aggiungere le addizionali regionali e comunali.

Adesione a due vie: dichiarazione dei redditi o modello separato entro il 30 settembre 2025

Dal punto di vista operativo, la circolare dell’Agenzia delle Entrate pone in evidenza la nuova scadenza per l’adesione al concordato.

I titolari di partita IVA potranno accettare la proposta elaborata entro il 30 settembre, in due diverse modalità.

L’adesione al CPB per il biennio 2025-2026 può essere trasmessa congiuntamente alla dichiarazione dei redditi e ai modelli ISA, entro il 30 settembre
2025, oppure in via autonoma.

Nel caso di adesione autonoma, sarà possibile inviare il modello CPB insieme al solo frontespizio della dichiarazione Redditi 2025, utilizzando lo stesso canale telematico della dichiarazione annuale, entro il termine stabilito per l’adesione.

Per chi non aderisce controlli incrociati anche sui dati dei conti correnti

Il concordato preventivo biennale conferma, in ogni caso, il modello “bastone e carota” e la circolare del Fisco si sofferma sulle conseguenze in caso di mancata adesione.

Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza potranno programmare l’impiego di maggiore capacità operativa per i controlli verso le partite IVA che sceglieranno di non siglare la proposta elaborata dall’Agenzia delle Entrate.

La circolare evidenzia quindi che, dal punto di vista pratico, sarà l’utilizzo capillare dei dati contenuti nelle banche dati a disposizione dell’Amministrazione Finanziaria la base di partenza.

In aggiunta, i controlli potranno essere effettuati anche utilizzando le informazioni contenute in tutte le altre banche dati disponibili e le stesse potranno essere interconnesse così come “completate” con quelle di archivi e registri pubblici. Attenzione particolareggiata anche all’Archivio dei rapporti finanziari, e quindi ai dati dei conti correnti.

Scritto da: Giornale Radio

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