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today12 Marzo 2025
(Adnkronos)
Lo Stato nella nuova compagine azionaria che definirà l’ex Ilva dopo l’acquisto da parte di uno degli offerenti; un piano industriale che porti realmente avanti l’acciaieria da definire insieme alla nuova proprietà; l’accompagnamento alla decarbonizzazione. Sono i punti fermi di Aepi, associazione europea professionisti e imprese, e Aigi, associazione che rappresenta le imprese dell’indotto tarantino, entrambe disposte a “dare il proprio contributo in questo momento cruciale per il destino dello stabilimento” e quindi disponibili “ad un incontro con il ministro Urso e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nonché a partecipare ai tavoli insieme con le altre parti datoriali”. Ad affermarlo alla vigilia della decisione dell’esecutivo sul destino di Acciaierie d’Italia, è il presidente di Aepi, Mino Dinoi, all’incontro ‘Ex Ilva: un passato da difendere, un futuro da costruire’. “Abbiamo accolto con grande favore l’ingresso di Aigi nella Confederazione Aepi”, ha dichiarato infatti Dinoi, ricordando che “da sempre la nostra mission è la tutela delle imprese che operano garantendo lavoro e benessere alle tantissime famiglie del nostro Paese”.
La presenza dello Stato nella società “almeno nella fase iniziale è una garanzia per le imprese coinvolte. Per non ripetere gli errori del passato, con la nuova proprietà va individuato un piano industriale che porti realmente avanti l’ex Ilva. La siderurgia per l’Italia è fondamentale e l’ex Ilva va salvaguardata, nel rispetto e coinvolgimento del territorio e delle imprese che ci lavorano”, ha spiegato.
Gli fa eco Nicola Convertino, presidente Aigi. “Come imprese dell’indotto vogliamo difendere quello che è il nostro gioiello di famiglia: l’acciaieria d’Italia. Siamo convinti che i vari settori economici possono e devono coesistere, non possiamo buttare a mare quello che è il nostro passato. Sono stati fatti lavori importanti di ambientalizzazione, ora – prosegue – chiediamo alla politica di non abbandonarci e che accompagni questo processo con una minima partecipazione dello Stato per sovraintendere i processi di decarbonizzazione, ma soprattutto perché l’acciaio italiano è strategico ed è stato anche decretato per legge. Siamo pronti e tendiamo la mano alla nuova proprietà affinché questo processo si avvii nel più breve tempo possibile”.
In occasione dell’incontro, sono stati resi noti i risultati del sondaggio ‘Il futuro di Taranto: imprese, lavoratori, cittadini’, condotto dalla Lab21 guidata dal professor Roberto Baldassari. Dal sondaggio sono emerse alcune posizioni sulle quali convergono tutti gli intervistati: il ruolo centrale dell’ex Ilva sull’economia di Taranto, sia nel passato che nel futuro (65,9%), il fatto che l’ex Ilva rappresenti un’opportunità di crescita per il territorio e di posti di lavoro (52.7%), il sentimento di speranza guardando al futuro, a patto che lo Stato, come ha già iniziato a fare, assuma un ruolo di supervisione e vigilanza coordinandosi con il management delle aziende del territorio (55,6%). Infine, il 52,8% degli intervistati considera importante la sostenibilità ambientale senza però limitare lo sviluppo e la crescita aziendale, quindi no all’ambientalismo estremista ma consapevole e realmente sostenibile.
Scritto da: Giornale Radio
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