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today6 Marzo 2025
(Adnkronos)
Mundys insieme a gruppi come Google, Salesforce, Amazon e Microsoft, ha aderito al progetto innovativo che mira a costituire un meccanismo di Book & Claim per ridurre le emissioni globali di carbonio nel settore del cemento e del calcestruzzo. Forte della sua esperienza internazionale e in collaborazione con il Center for Green Market Activation e Rmi, Mundys punta, infatti, a consolidare la domanda di calcestruzzo a basso contenuto di carbonio, promuovendone lo sviluppo. In sostanza, il progetto vuole trasformare e rendere più sostenibile un settore industriale che genera valore sui territori, puntando su tecnologie innovative e sulla forza della domanda collettiva.
Il sistema al quale Mundys fornisce il proprio supporto presenta analogie significative e un approccio simile con il modello virtuoso già applicato nello sviluppo del Saf (Sustainable Aviation Fuel), il carburante ecologico capace di ridurre le emissioni di CO2 fino all’80% rispetto al tradizionale jet fuel. L’impegno di Mundys nella promozione di questo combustibile si concretizza nell’obiettivo di coinvolgere almeno il 60% delle compagnie aeree operanti presso i propri aeroporti, dimostrando un forte orientamento verso soluzioni sostenibili. Questo stesso approccio ha guidato la Capogruppo nella decisione di aderire e sviluppare il nuovo progetto incentrato su cemento e calcestruzzo green.
Alla base dell’iniziativa c’è un sistema denominato “Book and Claim”, che separa le caratteristiche ambientali del prodotto dalla sua distribuzione fisica. Questo meccanismo permette alle aziende di acquistare calcestruzzo a basse emissioni di carbonio e di rivendicarne i benefici ambientali, evitando il double counting (conteggio doppio delle riduzioni di emissioni di gas serra), contribuendo al raggiungimento degli obiettivi climatici senza compromettere l’efficienza operativa. Entro il 2025, una “buyers alliance” – un’alleanza tra acquirenti – definirà le specifiche necessità del mercato attraverso una Richiesta di Proposta (Rfp), stimolando così i produttori ad adottare tecnologie più sostenibili.
Il cemento a basse emissioni è disponibile solo in alcune limitate zone geografiche, trasportarlo altrove è oneroso e genera ulteriori emissioni. L’unica soluzione ad oggi per poterlo utilizzare su vasta scala geografica è mediante l’utilizzo di un sistema che separi la fornitura fisica del cemento dai relativi “attributi ambientali”. Sostanzialmente, in un ambito geografico dove è disponibile il cemento green, questo viene venduto sul mercato locale come cemento normale, e viene utilizzato in loco. Invece, in aree geografiche che ne sono sprovviste, le aziende possono acquistarne gli “attributi ambientali” e di fatto utilizzare virtualmente il cemento green. Il progetto si basa anche su un altro principio: l’unione fa la forza. Coinvolgendo aziende di settori strategici come infrastrutture, edilizia, sviluppo immobiliare, energia, trasporti e logistica, l’iniziativa punta a creare una domanda sufficiente per stimolare gli investimenti nelle tecnologie a basse emissioni di carbonio.
Tra gli obiettivi principali del progetto spiccano: la creazione di un quadro operativo trasparente per misurare e certificare i benefici ambientali trasferiti tramite il sistema “Book and Claim”; l’aggregazione della domanda di calcestruzzo a basse emissioni per favorire l’adozione su larga scala e la contrattazione di prezzi competitivi. I risultati attesi sono ambiziosi: accelerare l’adozione di tecnologie innovative, migliorare l’accesso a materiali sostenibili e dimostrare l’efficacia del modello collaborativo.
L’iniziativa sul calcestruzzo e cemento green non solo rafforza l’impegno ambientale dell’azienda, ma contribuisce anche al raggiungimento di alcuni obiettivi strategici previsti dal Framework di finanza sostenibile di Mundys – e certificati da Sbti- che definisce traguardi misurabili e concreti per tutte le attività aziendali, tra cui una riduzione del 22% nell’intensità delle emissioni indirette legate all’acquisto di materiali per la manutenzione stradale entro il 2030.
Questa iniziativa rappresenta l’ultimo impegno di Mundys sul fronte della sostenibilità. La Holding infrastrutturale ha definito una chiara strategia all’insegna del trasporto sostenibile attraverso il Climate Action Plan che si pone gli obiettivi di ridurre a zero le emissioni nette dirette (Scope 1 & 2) entro il 2040; passare al consumo di energia elettrica derivante al 100% da fonti rinnovabili entro il 2040; coinvolgimento di almeno il 60% delle compagnie aeree – che transitano presso gli asset aeroportuali di Mundys – affinché si impegnino a definire target di decarbonizzazione in linea con la scienza entro il 2030; ridurre del 50% le emissioni generate dagli investimenti entro il 2030; ridurre del 22% l’intensità delle emissioni indirette (scope 3) derivanti dall’acquisto di materiali per la manutenzione stradale entro il 2030. Ridurre del 30% l’intensità delle emissioni indirette (scope 3) per passeggero all’aeroporto di Fiumicino, con esclusione delle emissioni aeronautiche.
Risultati tangibili dell’impegno di Mundys si vedono già: A Fiumicino è stato aperto “Adr e-move”, un parcheggio per le auto dove già oggi sono installate 200 prese di ricarica nei parcheggi dedicati alle auto di passeggeri e operatori aeroportuali tra Fiumicino e Ciampino. Questo numero crescerà a 400 entro la fine del 2024 e supererà le 5mila prese di ricarica entro il 2031; Aeroporti di Roma si è impegnata a diventare Net 0 entro il 2030, scegliendo di sostenere, tra l’altro, importanti investimenti nella realizzazione di varie solar farm, la prima da 22 MWp è stata inaugurata recentemente lungo la pista 3 dell’aeroporto di Roma Fiumicino. Questo consente di evitare l’emissione di 11.000 t di CO2 all’anno. Il progetto di Aeroporti d Roma prevede anche un sistema di immagazzinamento dell’energia elettrica utilizzando centinaia di batterie di auto second life e avrà, a regime, una potenza di 2,5 MW, per una capacità nominale di 10 MWh, da utilizzare per accumulare l’energia in eccesso prodotta durante il giorno dall’impianto fotovoltaico, erogandola per soddisfare i fabbisogni energetici delle strutture aeroportuali durante le ore serali, quando l’energia solare non è più disponibile. Si eviterà così l’utilizzo di energia da fonti convenzionali che comporterebbero altrimenti emissioni di CO₂ pari a circa 16.000 tonnellate in 10 anni. In corso l’installazione di postazioni di ricarica per auto elettriche anche lungo la rete autostradale di Abertis: entro il 2027 ne saranno disponibili oltre 900 .
Come contesto, per promuovere le azioni da mettere in campo in generale serve una sempre più attiva e stabile collaborazione pubblico-privato, anche in termini di agevolazioni, remunerazione e investimenti e sicuramente uno snellimento negli iter amministrativi necessari per l’adozione di nuove iniziative che contribuiscano a mantenere la velocità necessaria
Scritto da: Giornale Radio
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