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A cura di Daniele Biacchessi
Le mafie sono ancora vive nel 2024, nonostante gli arresti di Matteo Messina Denaro, l’ultimo boss della vecchia Cosa Nostra dell’attacco al cuore dello Stato, le tante operazioni delle forze dell’ordine contro la ‘ndrangheta a Catanzaro e nella provincia di Milano, contro il clan dei Casalesi a Caserta. Le cosche sono oggi resilienti, ipertecnologiche, inclini all’uso della corruzione che ha quasi sostituito del tutto la violenza, proiettate agli affari e a quello che si appresta essere il migliore in questo momento: i fondi pubblici nazionali e comunitari del Pnrr. Gli ultimi dati della Direzione Antimafia sono impressionanti e parlano di affari per svariati miliardi di euro. Le attività delle mafie variano dal traffico di droga e armi agli appalti, alle macchinette mangiasoldi, alle estorsioni. Non c’è affare che non veda i gruppi criminali protagonisti del controllo del territorio. Davanti a questi dati, le risposte della politica sono flebili. L’attività antimafia è delegata alla repressione del fenomeno, non alla prevenzione. Ecco perché la giornata della memoria delle vittime innocenti delle mafie promossa da Libera di Don Luigi Ciotti, che si celebra oggi, diventa una risposta della società civile ancora più importante e contribuisce alla diffusione di una cultura della legalità, specie nelle nuove generazioni. Oggi a Roma un corteo raggiunge il Circo Massimo dove si prevede un’affluenza di almeno 100mila persone. Vengono letti, come da tradizione, gli oltre 1000 nomi delle vittime: semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore, hanno compiuto il loro dovere. L’esercito di Ciotti è composto da giovani, associazioni, gruppi, rappresentanti di istituzioni, sindacati, mondo della scuola, della cultura, dello sport che non solo in questa giornata, ma per 365 giorni all’anno, lavorano all’interno di scuole, università, associazioni, parrocchie per ribadire che la responsabilità per il bene comune rappresenta il primo antidoto al male delle mafie e della corruzione.
Scritto da: Giornale Radio
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