Il Corsivo

80esimo della Liberazione in un paese smemorato

today23 Aprile 2025

Sfondo
share close

A cura di Daniele Biacchessi

80esimo della Liberazione in un paese smemorato

Ottant’anni fa, proprio in queste ore, venivano impartiti gli ordini delle insurrezioni popolari delle città di Genova, Torino e Milano organizzate dai comitati di liberazione territoriali. Gli Alleati sono sulle rive del Po. Bologna e la Romagna sono libere. Genova, Torino, Milano si preparano all’insurrezione generale. Berlino è accerchiata dall’Armata Rossa. 25mila tra cannoni e mortai sono pronti ad aprire il fuoco. Le poche avanguardie partigiane del 1943, due anni dopo sono diventate un esercito con armi, munizioni, artiglieria leggera e pesante. La Resistenza non è più la somma della forza e del coraggio di partiti e movimenti antifascisti (comunisti, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, anarchici, monarchici), ma il progetto politico di una nazione che intende voltar pagina, cacciare i nazisti occupanti e i fascisti che li avevano serviti fino in quel momento. Almeno 250mila tra effettivi, staffette, fiancheggiatori. Oggi restano in vita ben pochi di quei partigiani protagonisti delle pagine epiche della Resistenza.

Una memoria non sempre condivisa

Dai primi degli anni Novanta,ha preso forza il fenomeno del revisionismo, o peggio ancora del rovescismo dove i liberatori diventano carnefici e i veri carnefici si trasformano in vincitori. A questa operazione di maquillage hanno contribuito politici di centrodestra e centrosinistra, giornalisti, ricercatori, storici. Prima l’equiparazione tra i ragazzi di Salò e i resistenti dell’allora presidente della Camera Luciano Violante. Poi i libri del giornalista di sinistra Giampaolo Pansa intrisi di notizie vere, verosimili, visibilmente false, comunque non verificate. Fino ad arrivare ai nazisti del Reggimento Bozen uccisi dai gappisti in via Rasella in un atto di guerra contro un nemico occupante, trasformati in una banda musicale di semi pensionati, secondo il presidente del Senato Ignazio La Russa, e la lettura acritica del manifesto di Ventotene da parte della premier Giorgia Meloni. Il 25 aprile è scomodo e ancora divisivo perché, per un pezzo di italiani, il fascismo rimane una opzione possibile.

Credits Foto: AI

23 Aprile 2025

Scritto da: Redazione


GIORNALE RADIO

Giornale Radio, la radio libera di informare.

Notizie del giorno: notizie di cronaca, di politica,notizie dal mondo, notizie sportive, di economia, di salute e tecnologia. Notizie di oggi in radio streaming, in WEB TV e in podcast.

Apri la chat
Scrivi alla redazione
Contatta il team di Giornale Radio
Partecipate allo sviluppo di Giornale Radio con i vostri commenti anche in audio. Inviateci le foto e segnalazioni di eventi e fatti da rendere pubblici attraverso i nostri canali, perché anche voi siete Giornale Radio!