Il Corsivo

A Gaza in vigore una pace fragile

today15 Ottobre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Tensione e incertezze dopo il cessate il fuoco a Gaza: Israele accusa Hamas di violare gli accordi, nove palestinesi uccisi al confine.

Dopo i giorni concitati del Donald Trump show, del rilascio degli ostaggi vivi e dei palestinesi detenuti, della firma degli accordi in Egitto, della parata dei leader mondiali, man mano che passano le ore affiorano allo scoperto tutte le fragilità di questo cessate il fuoco a Gaza, imposto dall’alto. Troppi sono i punti critici sulle modalità di un percorso di pace: la sicurezza nella Striscia, il braccio di ferro tra Hamas e Israele sul ritorno delle salme delle persone uccise e il ricatto sull’ingresso degli aiuti umanitari.

Hamas in difficoltà nella consegna dei corpi degli ostaggi

Israele accusa Hamas di aver violato l’intesa sulla consegna dei corpi degli ostaggi morti dal 7 ottobre 2023 e chiude il valico di Rafah, luogo decisivo per l’ingresso degli aiuti. Il Cogat, l’ufficio del governo israeliano che coordina le attività nei territori, annuncia che a partire da oggi, solo 150 camion su 300 potrà entrare a Gaza.

In realtà, Hamas ha già consegnato i corpi di otto israeliani, quattro lunedì e quattro ieri sera, e le autorità egiziane sono al lavoro con palestinesi e israeliani per individuare le altre salme. La Croce Rossa internazionale chiede tempo. Potrebbero volerci giorni o settimane, e c’è la possibilità che non vengano mai ritrovati.

Idf uccide nove palestinesi

In quella che viene definita da Israele la “linea gialla” si gioca l’ultima guerra. Nove palestinesi sono stati uccisi da Idf mentre cercavano di tornare nelle loro case a Gaza City e a Khan Yunis. La versione fornita dagli israeliani fa acqua da tutte le parti. Afferma di aver sparato dopo che le persone hanno superato la linea gialla, dove le sue truppe si sono ritirate sotto il piano di cessate il fuoco di Trump. I militari hanno tentato di farli allontanare ma inutilmente e hanno aperto il fuoco.


Il ruolo dei valichi per gli aiuti

Il valico di Rafah, al confine tra l’Egitto e la Striscia di Gaza, è da tempo uno dei punti principali di ingresso per gli aiuti umanitari: cibo, medicinali, carburante, materiali di primo soccorso e generi di prima necessità transitano da lì. Ma il passaggio “fisico” non è l’unico elemento coinvolto: ci sono procedure di controllo, accordi multilaterali, questioni di sicurezza, logistica, e tempi che incidono in modo determinante sulle vite delle persone che dipendono da questi aiuti.

Le complicazioni logistiche e procedurali

  1. Controlli e ritardi – Spesso i camion devono passare per ispezioni estese, controlli più severi di quanto previsto o cambiamenti improvvisi sulle autorizzazioni. Questo causa ritardi, che possono significare che medicinali deperibili vengano danneggiati o che le risorse arrivate non siano più utili. Un ritardo nel passaggio può fare la differenza soprattutto se le condizioni sanitarie sono già precarie.

  2. Limitazioni nei materiali consentiti – Non tutti i materiali richiesti vengono accettati con facilità. Talvolta, ci sono restrizioni specifiche – ad esempio su carburante, gas, attrezzature ospedaliere – che possono sembrare minori “su carta”, ma nella realtà incidono sull’efficienza operativa degli ospedali, degli impianti di purificazione dell’acqua, dei generatori di elettricità.

  3. Chiusure temporanee e oscillazioni nei flussi – Anche quando esiste un accordo formale per il transito degli aiuti, la pratica sul campo è spesso caratterizzata da chiusure improvvise, decisioni unilaterali, oscillazioni nel numero di camion ammessi. Nel caso recente, come riportato, il numero di camion ammessi attraverso i valichi è stato ridotto rispetto a quanto concordato.

  4. Effetti sul territorio e sulla popolazione – Le città e i quartieri che ricevono meno aiuti soffrono immediatamente: ospedali con poche risorse, famiglie in difficoltà nell’accesso a acqua potabile e alimenti, rischio accresciuto di malattie. Inoltre, la chiusura del valico di Rafah in alcuni momenti interrompe completamente l’afflusso, aggravando la disperazione dei civili rimasti.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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