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La foto della parata di Pechino con D’Alema con Putin, Kim Jong-un, Lukashenko

today5 Settembre 2025

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D’Alema a Pechino tra Putin, Kim e Lukashenko: dall’ex leader della sinistra italiana al portavoce del multipolarismo.

Massimo D’Alema è stato per anni leader del Pci, poi Pds, Ds, ex presidente del Consiglio, già ministro degli esteri, oggi presidente della Fondazione Italianieuropei. Che ci faceva un uomo come lui alla parata militare del regime cinese a Pechino?

La foto finale ritrae D’Alema insieme a Putin, Kim Jong-un, Lukashenko, a sovranisti slovacchi e serbi come Fico e Vucic, e ad altri dittatorelli mondiali di varia specie. Di certo si sa che D’Alema era l’unico politico italiano presente a Pechino, pur non avendo più alcun ruolo pubblico se non la rivista di Italianieuropei, poco letta in Italia, molto stimata negli ambienti internazionali.

L’intervista di D’Alema ai media cinesi

In una serie di dichiarazioni ad alcuni mezzi d’informazione cinese, D’Alema spera che da Pechino venga un messaggio per la pace e la cooperazione, per il ritorno a uno spirito di amicizia fra i popoli, per porre fine alle guerre che insanguinano il mondo. Fin qui nessun problema.

Il pensiero di D’Alema sul mondo viene da lontano, già nei tempi in cui la Russia invadeva l’Ucraina e non si era ancora formato il cosiddetto nuovo ordine mondiale, siglato pochi giorni orsono da Putin, Xi e Modi. Secondo D’Alema il mondo unipolare è finito e con esso l’egemonia dell’Occidente. Questo concetto lo aveva spiegato proprio a Pechino, intervenendo a marzo 2024 al Forum Internazionale sulla democrazia, organizzato dal Comitato centrale del Partito comunista cinese.

Il D’Alema pensiero

Frugando nella rassegna stampa è emerso un articolo del China Daily che proprio nel marzo 2024 raccontava in modo esaustivo i vari interventi al Forum, tra cui quello dell’ex presidente del consiglio. “Molti in Occidente pensano che la democrazia sia un valore dell’Occidente; è una bandiera che possiamo sventolare in contrapposizione ad altre parti del mondo. Alcuni vorrebbero vedere la narrazione, la democrazia” contro l’autocrazia, diventare il nuovo muro di Berlino di una nuova guerra fredda, di una nuova bipolarità e di una nuova posizione conflittuale che renderà difficile ogni cooperazione internazionale”.

Nella sostanza, l’idea di D’Alema è che la democrazia non può essere applicata in paesi che non l’hanno mai sperimentata. Si può pensare a un concetto di democrazia mondiale, dove le nazioni dell’Est e del Sud globale si riprendano quote di sovranità e contendano agli Stati Uniti una leadership fino a oggi unipolare. Un ragionamento non dissimile da quello di molti volti riuniti nella foto scattata a Pechino.

La sfilata della triade nucleare e il debutto della forza congiunta

Un elemento piuttosto interessante della parata di Pechino è stata la presentazione — in prima visione pubblica — della triade nucleare cinese, ovvero i sistemi di deterrenza strategica via terra, via mare e via aria. Per la prima volta, la Cina ha mostrato in una parata congiunta la sua potenza aerospaziale (missili aerei a lungo raggio come il JingLei-1), la componente sottomarina con il JuLang-3 (missili lanciati da sommergibili) e quella terrestre con il DongFeng-31 / DongFeng-61 su veicoli su strada.

Questa esposizione simbolica serve non solo come vetrina tecnologica, ma come monito implicito: la Cina è in grado di difendere la propria sovranità su tre fronti, inclusi quelli più moderni e complessi (sottomarini, armi a impatto ipersonico, difesa anti‐drone).

Il realismo militare

Le modalità di presentazione favoriscono insieme un tono cerimoniale e realismo militare: non si tratta più solo di carri armati in colonna, ma di formazioni combinate (cyber, droni, guerra elettronica) che riflettono le riforme della struttura militare cinese. Lo stesso rapporto tra le varie branche mostra un’evoluzione verso la “jointness operativa“, ovvero la capacità di integrare più forze armate in un’unica strategia sinergica.

Ciò che risulta significativo è la coreografia della parata: oltre a presentare sistemi d’arma avanzati, fanfare, saluti cerimoniali, il lancio di colombe (simbolo di pace) e la musica patriottica sono studiati per evocare una narrativa di “forza responsabile”. In pratica, la manifestazione serve una duplice funzione: da un lato rassicurare sul fronte interno, rafforzando il senso di orgoglio nazionale; dall’altro inviare un segnale esterno che la modernizzazione militare non è pura ostentazione, ma deterrenza tecnologicamente avanzata, calibrata e integrata.

Scritto da: DANIELE BIACCHESSI


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