Il Corsivo

Fdi va avanti con la nuova legge elettorale e il premierato

today26 Novembre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Dopo il flop regionale, Fdi spinge su riforma elettorale e premierato, evitando l’analisi della sconfitta.

Il risultato delle elezioni regionali in Campania, Puglia e Veneto non premia il partito di maggioranza relativa, Fratelli d’Italia, e neppure la coalizione che sostiene il Governo. Dimezzato in Veneto e doppiato dalla Lega, Fdi è ridotto al lumicino in Campania e in Puglia. Dopo questi dati, di solito si sentirebbe qualcuno parlare delle ragioni della sconfitta.

Sarebbe giusto e doveroso per un partito che ha vinto le elezioni del 2022 e quelle europee, che muove le fila delle trattative internazionali con Giorgia Meloni. Invece Ignazio La Russa, la seconda carica dello Stato, attacca di nuovo il consigliere del Quirinale Garofani, Giovanni Donzelli apre ufficialmente il cantiere della riforma della legge elettorale, la premier tira dritto con l’ipotesi di premierato. Il governo è al lavoro per cambiare il sistema con il quale si voterà nel 2027.

L’ipotesi di legge elettorale

Così ragionano quelli di Fdi sulla legge elettorale. Sparirebbero i collegi uninominali, nonostante i dubbi leghisti, e si andrebbe verso un proporzionale con premio di maggioranza alla coalizione che vince e raggiunge la soglia del 40%. Resta sul tavolo il tema dell’indicazione sulla scheda del nome del candidato premier. Forza Italia frena.

Pd e Italia viva sono contrari alla riforma. Di parere diverso sono i 5Stelle da sempre favorevoli a un sistema proporzionale. Questo ennesimo scontro politico è solo un antipasto in attesa della riforma del premierato, ferma in commissione Affari costituzionali alla Camera e che in ogni caso si concluderà nella prossima legislatura con il referendum.

Scontro Fdi – Quirinale

Nei giorni scorsi è avvenuta la pubblicazione su un quotidiano di un articolo che attribuiva al consigliere del Quirinale Francesco Saverio Garofani alcune presunte dichiarazioni su un “piano del Quirinale” per ostacolare la leadership della premier Giorgia Meloni e il governo. L’articolo parlava di una possibile “grande lista civica nazionale” come strumento per contrastare il centrodestra, e citava un virgolettato in cui si diceva che “ci vorrebbe un provvidenziale scossone” per battere il centrodestra.

Immediata è stata la reazione della componente politica: il capogruppo di FdI alla Camera, Galeazzo Bignami, ha chiesto ufficialmente al Quirinale una smentita del contenuto sostenendo che quelle affermazioni, se vere, sarebbero inaccettabili da un consigliere del Presidente. In risposta, il Quirinale ha diffuso una nota netta: ha definito le accuse “ridicole” e “infondate”, respingendo l’ipotesi che esista qualsiasi complotto istituzionale.

Reazioni, chiarimenti e mediazione

Dopo l’esplosione dello “scandalo-piano”, la premier Meloni ha deciso di andare personalmente al Quirinale per incontrare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’incontro è durato circa venti minuti e ha avuto come fine quello di placare le tensioni e riaffermare la collaborazione istituzionale tra Palazzo Chigi e il Quirinale.

In quella sede Meloni ha espresso “rammarico” per le parole “istituzionalmente e politicamente inopportune” attribuite a Garofani. Subito dopo, FdI ha diffuso una nota congiunta in cui dichiarava che la questione era “chiusa”, manifestando stima per Mattarella e sottolineando la “sintonia istituzionale” tra governo e Colle. Il consigliere Garofani, da parte sua, ha risposto alle accuse definendo le frasi riferite come “chiacchiere tra amici”, dichiarandosi amareggiato per essere stato coinvolto in quella polemica pubblica.

L’episodio ha riacceso un dibattito sul ruolo e la posizione del Quirinale: un organo che deve rimanere super partes, ma che, secondo l’accusa, sarebbe stato tirato in ballo in modo improprio con l’ipotesi di un “piano politico”. Il fatto che la reazione al caso sia passata dalla sponda politica al faccia a faccia tra premier e Presidente dimostra che evitare tensioni istituzionali è considerato prioritario, anche in un momento di forte polarizzazione. Dimostra anche quanto possa essere fragile e quanto rapidamente messa in crisi la fiducia pubblica nelle istituzioni, quando circolano accuse di complotti tra poteri dello Stato.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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