Il Corsivo

I democratici battono Trump da Est ad Ovest degli Stati Uniti

today6 Novembre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Dalle piazze ai seggi: i democratici battono i repubblicani e segnano l’inizio di una nuova stagione politica negli Stati Uniti.

Il riscatto dei democratici americani giunge un anno dopo la vittoria di Donald Trump alle presidenziali del 2024. Era nell’aria la prima sconfitta del tycoon, ma le avvisaglie si erano già viste da giugno a ottobre con le oceaniche mobilitazioni di piazza contro le oligarchie, organizzate da Bernie Sanders e Alexandria Ocasio- Cortez, ma la portata di questa vittoria va al di là dell’affermazione del socialista musulmano Zohran Mamdani alla guida del municipio di New York, che ha messo in campo una campagna elettorale basata sulla presenza costante e capillare del candidato e una strategia vincente sui social media e che ha convinto la cosiddetta Generazione Z, con una partecipazione attiva mai registrta nelle elezioni locali.

Sindaci, Governatori e procuratori guidano il nuovo corso

Da Est a Ovest tutti i candidati democratici si sono imposti contro i repubblicani. Abigail Spanberger, ex agente Cia, è diventata la prima governatrice donna della Virginia. Mikie Sherrill, ex elicotterista della Marina militare, guida il New Jersey. La democratica Mary Sheffield è la prima donna sindaco nella storia di Detroit. La nuova vice governatrice della Virginia, è la progressista Ghazala Hashmi, prima donna musulmana e sud asiatica a ricoprire questo ruolo.

E’ democratico il nuovo procuratore generale della Virginia: Jay Jones ha battuto l’attorney general in carica, il repubblicano Jason Miyares. In Pennsylvania gli elettori hanno votato i tre giudici democratici Christine Donohue, Kevin Dougherty e David Wecht. Anche il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg, uno dei bersagli di Trump, ha confermato il suo incarico. L’onda vincente di Trump si è fermata, almeno per una notte. Lo scontro tra le due Americhe è ancora lungo.

L’onda blu conquista l’America: i democratici trionfano da costa a costa

In un Paese vastissimo e variegato come gli Stati Uniti, le elezioni e le loro conseguenze non sono semplicemente una questione di partiti e ideologie, ma diventano anche lo specchio di trasformazioni sociali, culturali e demografiche in atto. Mettere al centro che dalla costa orientale a quella occidentale i cittadini si sono mossi con decisione significa innanzitutto osservare che, indipendentemente dall’esito, il coinvolgimento civico ha registrato spunti interessanti: nuove generazioni che si mobilitano, città che rinnovano leadership e amministrazioni che riflettono meglio la composizione della popolazione.

In questo senso, la vittoria dei candidati democratici, così come la partecipazione attiva di gruppi spesso poco rappresentati, testimonia un fenomeno che va oltre l’arena strettamente elettorale: quello della democratizzazione dei processi locali e della presenza di voci diverse nella governance urbana e statale.

Un profondo cambiamento

Ad esempio, quando si osserva la nomina di donne, di persone appartenenti a minoranze etniche o religiose, o di protagonisti che vengono da percorsi non tradizionali (ex agenti della CIA, ex militari, giovani attivisti), si intravede un profondo cambiamento: non si tratta solo di “chi vince”, bensì di “chi partecipa”, “chi guida” e “chi fa sentire la propria voce”.

In qualche modo, queste elezioni diventano un segnale che le comunità, grandi o piccole, stanno chiedendo amministratori che rispecchino la loro quotidianità, la loro complessità e le loro aspettative concrete. La scelta di candidati radicati sul territorio, che si mostrano presenti, in contatto diretto con il pubblico, li rende simboli di un rapporto più immediato tra elettori e istituzioni, un rapporto che si nutre di trasparenza, visibilità e ascolto.

Questioni pratiche

Sempre sul fronte della partecipazione, un altro aspetto rilevante è la capacità che queste elezioni hanno avuto di attirare l’attenzione su questioni pratiche, infrastrutture, mobilità urbana, accesso al lavoro, costi della vita, che riguardano la vita quotidiana delle persone, e non solo le grandi narrative politiche. Secondo studi approfonditi, infatti, le preferenze degli elettori a livello locale tendono a riflettere questioni di «vivibilità», sviluppo locale e opportunità: infrastrutture pubbliche, trasporti, alloggi, salario minimo.

In altre parole, il cambiamento amministrativo non è soltanto simbolico: ha il potenziale di tradursi in iniziative concrete che migliorano la qualità della vita nelle comunità — e questo è forse l’aspetto più interessante per chi guarda all’azione oltre alle promesse.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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