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Via libera all’immunità per Ilaria Salis, salvata da settanta europarlamentari del Ppe

today8 Ottobre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Settanta eurodeputati popolari sfidano la linea ufficiale e salvano l’immunità di Ilaria Salis: un voto senza precedenti che apre una frattura interna nel Ppe e mette Orban nel mirino.

L’immunità per Ilaria Salis spacca il gruppo del Ppe. Settanta europarlamentari hanno votato a favore della Salis, causando un caso politico mai accaduto. Quindici sono tedeschi, 23 polacchi, 10 rumeni e 7 ungheresi che non sopportano in alcun modo la vicinanza del premier Orban con il presidente russo Putin.

Non chiamiamoli franchi tiratori perché i protagonisti di questa tormentata votazione avevano spiegato al capogruppo Weber il significato di un’azione di protesta che non ha precedenti nella storia del principale gruppo di parlamentari europei e destinata a lasciare una coda anche per la compattezza politica su altri provvedimenti.

Storia di un voto storico

I popolari ufficialmente avevano dato indicazione per togliere l’immunità all’europarlamentare italiana di Avs. A quel punto è partito un confronto lacerante tra i popolari, perché i settanta ribelli volevano dare un segnale preciso contro il governo ungherese di Viktor Orban accusandolo di non rispettare le regole dello Stato di diritto.

Nella sostanza non intendevano cedere a Budapest una vittoria politica e la possibilità di usare questo caso come un precedente da applicare ad altri esponenti dell’opposizione. Così si è arrivati allo scontro. Sulla carta, i voti a favore della Salis erano 312 su 720, cioè la minoranza, ma 98 eurodeputati non hanno partecipato al voto e 17 si sono astenuti, così sono cambiati i rapporti di forza ed è rimasta l’immunità alla Salis. In questo quadro anche gli italiani di Forza Italia hanno giocato un ruolo determinante, tanto che il leghista Salvini li accusa di tradimento e il forzista Tajani respinge al mittente quelle che definisce calunnie.

La vicenda di Ilaria Salis: arresto, elezione e battaglia sull’immunità

Ilaria Salis, insegnante, attivista politica italiana nata a Milano nel 1984 e cresciuta a Monza, è da tempo al centro di una tornata di conflitti istituzionali che mettono in gioco non solo la sua libertà personale ma anche principi fondamentali dell’Unione Europea quali lo stato di diritto, l’immunità parlamentare e la separazione dei poteri.

Arresto e accuse

Nel febbraio 2023, Salis viene arrestata a Budapest con l’accusa di aver partecipato a una contro-manifestazione antifascista in occasione della “Giornata dell’Onore” (evento annuale che richiama gruppi di estrema destra). Le autorità ungheresi le contestano presunte aggressioni nei confronti di militanti di estrema destra, lesioni personali, con prognosi che variano nei resoconti, accuse che lei ha sempre respinto.

Durante il periodo successivo all’arresto, Salis rimane detenuta per molti mesi, in condizioni che sollevano critiche da parte di osservatori internazionali in merito al rispetto dei diritti umani. Viene liberata nel maggio 2024, dopo oltre un anno di custodia preventiva, e posta agli arresti domiciliari.

Elezione al Parlamento europeo

Nel giugno 2024, Ilaria Salis si candida alle elezioni europee con il raggruppamento Alleanza Verdi e Sinistra (AVS). Nonostante la detenzione, ottiene un numero considerevole di preferenze e viene eletta. L’elezione comporta il riconoscimento automatico dell’immunità parlamentare prevista per i membri del Parlamento europeo.

Con l’immunità, il procedimento giudiziario ungherese a suo carico non può proseguire, almeno fino a che il Parlamento non decida se revocarla o meno.

Richiesta di revoca e iter parlamentare

Il 10 ottobre 2024 il Tribunale regionale di Budapest trasmette ufficialmente al Parlamento europeo la richiesta di revoca dell’immunità di Salis, comunicata poi all’Aula il 22 ottobre.

Il procedimento passa alla Commissione Affari giuridici (JURI) del Parlamento europeo, che il 13 febbraio 2025 ascolta Salis (ex art. 9 del protocollo sui privilegi e immunità) e riceve documentazione supplementare anche dal tribunale ungherese.

Voto della commissione JURI

Il 23 settembre 2025 la Commissione Affari giuridici vota sulla richiesta di revoca. Il risultato è 13 voti contrari alla revoca, 12 a favore: un margine strettissimo che salva l’immunità di Salis per questa fase.

Nel corso del dibattito, emergono questioni centrali: Salis e i suoi difensori sostengono che il procedimento sia politicizzato e che l’Ungheria, sotto il governo di Viktor Orbán, non garantisca procedure indipendenti sufficienti. Le autorità ungheresi ribattono che le accuse riguardano fatti anteriori al suo mandato parlamentare, e quindi non coperti dall’immunità.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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