Il Corsivo

La nuova riforma delle pensioni: addio a opzione donna e quota 103

today21 Ottobre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Via le vecchie formule di pensionamento anticipato: la riforma cambia le regole. Restano Ape sociale e bonus Maroni, ma spariscono Opzione donna e Quota 103. Aumentano di poco le pensioni sociali, nessun aiuto per le minime.

Il testo della legge di bilancio ha avuto il via libera del Cdm, ma conserva sorprese soprattutto nella parte che riguarda il sistema pensionistico. Vengono prorogati fino al 2026 Ape sociale e bonus Maroni, ma non Opzione donna e Quota 103. Le pensioni sociali maggiorate per over 70 a basso reddito vengono alzate di 20 euro al mese e il limite reddituale per chiederle è di 260 euro all’anno.

Nessun provvedimento per alzare le pensioni minime. Cosa vuol dire? In pratica si elevano requisiti di età e contributi dal primo gennaio 2027. Una mazzata per chi intende andare in pensione dopo aver lavorato una vita.

Il flop di Quota 103

Dopo le elezioni del 2018, vinte da Lega e M5s, il Governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte vara l’accesso alla pensione fissandola a Quota 100. E’ la priorità della Lega. In seguito alla crisi dell’esecutivo giallo rosso, entra in scena Mario Draghi. Siamo ancora in fase pandemia di Covid, le risorse vengono concentrate in parte sulla sanità e sui vaccini, bisogna tagliare qualcosa, e voilà, giunge la più restrittiva Quota 102. Dal 2022 arriva il governo di Giorgia Meloni che alza l’asticella d’ingresso a Quota 103, cioè si va in pensione con 62 anni di età e 41 di contributi.

Per il suo leader Matteo Salvini Quota 103 deve mitigare per sempre l’applicazione della riforma Fornero. Secondo i calcoli di Salvini, almeno 50 mila persone possono accedere al provvedimento, ma Quota 103 si rivela un clamoroso flop, in quanto poco utilizzata a causa della scarsa convenienza del calcolo contributivo. Pesa il limite all’importo della pensione fino all’età di accesso alla pensione di vecchiaia. Quindi Quota 103 va in pensione con buona pace di Matteo Salvini che ha fatto di quella misura un cruccio identitario. Peccato che Quota 103 sia risultata così sconveniente da essere utilizzata da una percentuale modesta dei potenziali pensionati.

Riforma: Proroga Ape sociale

Una delle novità centrali confermate nella legge di bilancio è la proroga dell’Ape sociale come strumento di pensionamento anticipato – non per tutti, ma per specifiche categorie “protette”. L’Ape sociale infatti non è una pensione anticipata generalizzata, bensì un’indennità a carico dello Stato che “accompagna” chi, per condizioni svantaggiate, non ha raggiunto i requisiti della pensione di vecchiaia ma possiede determinati requisiti contributivi e di status.

Requisiti essenziali
Attualmente, per accedere all’Ape sociale, è necessario avere un’età minima di 63 anni e 5 mesi e un’anzianità contributiva variabile (in genere 30 anni, con requisiti più elevati se si tratta di lavori “gravosi”). Le categorie potenzialmente beneficiarie includono:

  • lavoratori disoccupati (con precise condizioni relative alla cessazione del lavoro e alla durata della disoccupazione)

  • caregiver che assistono familiari con disabilità grave

  • invalidi civili con riduzione della capacità lavorativa almeno pari al 74%

  • lavoratori che svolgono mansioni gravose o usuranti, con requisiti contributivi più elevati (ad esempio 36 anni)

Va poi sottolineato che le lavoratrici possono beneficiare di una riduzione del requisito contributivo, pari a 12 mesi per ciascun figlio fino a un massimo di due anni, ove applicabile, in base alle regole vigenti

Caratteristiche dell’indennità
L’Ape sociale viene erogata per 12 mensilità all’anno fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia o fino a quando non si maturano altre forme di pensionamento anticipato. L’importo dell’indennità corrisponde alla rata mensile della pensione che risulterebbe spettante calcolata al momento dell’accesso alla prestazione, con un massimo di 1.500 euro mensili lordi. L’indennità non è soggetta a rivalutazione automatica nel tempo.

Un aspetto importante: l’Ape sociale non è cumulabile con redditi da lavoro, salvo che si tratti di lavoro autonomo occasionale e nei limiti di 5.000 € lordi annui. Inoltre, non vengono riconosciuti contributi figurativi durante il periodo dell’Ape sociale: ciò significa che non si “matura” ulteriore contribuzione durante quel periodo per aumentare la pensione futura.

Proroga e ruolo nella manovra
La legge di bilancio attuale conferma la proroga dell’Ape sociale, evitando che lo strumento venga cancellato nel breve termine. Questa continuità è significativa perché l’Ape sociale resta uno degli “scivoli” più accessibili per i lavoratori con condizioni svantaggiate che non sono in grado di attendere l’età di vecchiaia. In virtù del fatto che le misure come Opzione donna e Quota 103 vengono eliminate, l’Ape sociale acquisisce un peso maggiore come strumento residuale per l’uscita anticipata in certi casi.

Limiti e considerazioni tecniche
Nonostante la proroga, l’Ape sociale ha margini di complessità, soprattutto nelle procedure amministrative, nella verifica dei requisiti e nella compatibilità con altre prestazioni. Le domande devono essere sottoposte all’INPS, che valuta se i requisiti sono soddisfatti. Inoltre, il vincolo della non cumulabilità con redditi – salvo casi marginali – limita l’attrattiva per chi vorrebbe continuare a lavorare pur beneficiando dell’anticipo.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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