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La pista neofascista alla base della riapertura dell’inchiesta sull’omicidio di Fausto e Iaio

today7 Maggio 2025

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A cura di Daniele Biacchessi

La pista neofascista alla base della riapertura dell’inchiesta sull’omicidio di Fausto e Iaio

Non è cosa semplice riaprire un’inchiesta 47 anni dopo un duplice omicidio politico come quello di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, uccisi a Milano, il 18 marzo 1978, in pieno rapimento di Aldo Moro. I ragazzi vennero attesi in via Mancinelli, nel quartiere Casoretto, da tre killer provenienti da Roma, due con l’impermeabile chiaro e uno con il giubbotto marrone. Uno di loro sparò contro i due ragazzi di sinistra otto colpi di pistola utilizzando la tecnica del sacchetto di plastica per trattenere i bossoli. Le vie di fuga percorse, le moto utilizzate, dimostrano che l’agguato era stato preparato con cura da una rete logistica composta da neofascisti milanesi. In una intercettazione ambientale nel Bar Pirata, luogo di raduno di destra, gli investigatori ascoltarono la telefonata di uno che aveva dimenticato nel locale un impermeabile bianco. I poliziotti di Roma perquisirono la casa di un noto esponente della destra e vi trovarono fotografie di Fausto e Iaio, oltre a lettere e documenti compromettenti.

L’ultima inchiesta

La giustizia parte oggi dove aveva fallito nell’anno 2000, dal decreto della Gup Clementina Forleo che archiviò l’indagine su Massimo Carminati, l’uomo poi coinvolto nell’inchiesta su Mafia capitale, Claudio Bracci e Mario Corsi detto Marione, oggi popolare conduttore sportivo romano. Su questi tre nomi, e su altri non ancora identificati, ripartono i nuovi accertamenti. In particolare saranno comparati due documenti di rivendicazione: quello per l’omicidio di Fausto e Iaio e per l’attentato contro la sezione del Pci del quartiere Balduina a Roma, il 29 maggio 1978, entrambi firmati “Esercito nazionale rivoluzionario-Brigata combattente Franco Anselmi”. Verranno verificate vecchie e nuove testimonianze di collaboratori di giustizia dell’estrema destra, analizzati documenti e indumenti sequestrati durante le perquisizioni del 1978, e molto altro ancora, con le tecnologie moderne. E’ l’ultima possibilità per scoprire uno dei pochissimi omicidi politici degli anni Settanta rimasti irrisolti sul piano giudiziario, come l’assassinio di Valerio Verbano, avvenuto a Roma, il 22 febbraio 1980.

Credits Foto: Agenzia Fotogramma

7 Maggio 2025

Scritto da: Redazione


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