Il Corsivo

Le Marche restano al centrodestra. Acquaroli rieletto, Fdi primo partito. centrosinistra di Ricci sconfitto

today30 Settembre 2025

Sfondo
share close
Scritto da Daniele Biacchessi

Marche: Acquaroli confermato presidente, FdI cresce e guida la coalizione, Ricci e il campo largo sconfitti. Affluenza in calo di quasi 10 punti.

La regione Marche era di centrodestra e rimane della maggioranza come indicavano i sondaggi delle ultime settimane. Non ci sono state sorprese. Francesco Acquaroli viene riconfermato con il sostegno di tutti i leader di Governo durante la campagna elettorale: Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani, Maurizio Lupi.

Il centrosinistra si è battuto, ha mostrato un buon candidato, l’ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci, ma ha puntato troppo sulla buona affluenza degli elettori, inchiodata allo 50,01%, in pratica ha votato un elettore su due. E’ risultato netto, e in linea con i dati nazionali, il calo della partecipazione di quasi 10 punti (9,7%) rispetto alle elezioni del 2020, quando fu del 59,7%.

Nella sostanza lo storico bacino del centrodestra si è presentato compatto alle urne, confermando Fratelli d’Italia primo partito delle Marche. Il progetto del campo largo marchigiano, con Pd, M5s e Avs, non è apparso alternativo alla maggioranza. Troppe polemiche, lacerazioni con altre formazioni di centro e di sinistra, hanno portato alla sconfitta netta di Ricci.

Le reazioni

Di buon Governo e continuità nelle Marche parlano i due schieramenti. “Gli elettori hanno premiato una persona che in questi anni ha lavorato senza sosta per la sua regione e i suoi cittadini”, dice la premier Giorgia Meloni che ha portato la sua immagine a fianco di Francesco Acquaroli. “I marchigiani hanno scelto la continuità”, ammette invece Matteo Ricci.

I flussi elettorali e le nuove tendenze

Da quello che emerge dai dati, nelle Marche c’è un consolidamento di FdI rispetto alla Lega, nel 2020 primo partito della coalizione con il 22%. In cinque anni FdI ribalta il risultato confermando la sua posizione di primo partito del centrodestra, esattamente come a livello nazionale. Nel centrosinistra si assiste ad una erosione del voto del M5S che cala di due punti percentuali rispetto a 5 anni fa. Una ragione c’è. Alle regionali il M5S, a parte la Sardegna, non è competitivo. Nel 2020 correva da solo e poteva capitalizzare il voto di protesta, ma oggi Ricci non ha convinto una parte consistente degli elettori pentastellati.

La normativa vigente: cosa prevede la legge elettorale regionale

La legge elettorale della Regione Marche regola il rinnovo del Presidente della Giunta e del Consiglio regionale. Essa si inserisce nel quadro più ampio delle leggi nazionali che disciplinano i criteri fondamentali delle elezioni nelle regioni a statuto ordinario: la competenza concorrente sulle modalità di elezione, ineleggibilità e incompatibilità.

Tra i principi fissati dalla legge nazionale (legge n. 165 del 2004) vi sono:

  • norma su ineleggibilità e incompatibilità (chi non può candidarsi o ricoprire contemporaneamente altri incarichi politici o amministrativi);

  • obblighi di parità di genere (nella scelta dei candidati, per le liste e preferenze);

  • limiti relativi alle sottoscrizioni necessarie per presentare le candidature.

Per il sistema elettorale specifico delle Marche:

  • Il Presidente della Regione è eletto direttamente, in una sola tornata (turno unico); vince chi ottiene più voti, anche se non raggiunge la maggioranza assoluta. Non è previsto alcun ballottaggio.

  • Il Consiglio regionale è composto da 30 consiglieri + il Presidente della Giunta, per un totale di 31 membri.

  • L’assegnazione dei seggi è proporzionale su base provinciale, ossia le province costituiscono le circoscrizioni elettorali. I seggi tra le liste si ripartiscono in proporzione ai voti ottenuti nelle diverse province.

  • È previsto un premio di maggioranza: la coalizione del Presidente eletto ottiene un numero di seggi (tra 18 e 19, a seconda della percentuale totale ottenuta) per garantire governabilità.

Le modifiche introdotte poco prima delle elezioni 2025

Poco prima del voto regionale 2025, ci sono state modifiche legislative importanti che vanno considerate:

  • È stata approvata una legge regionale che permette «ai candidati alla carica di Presidente della Giunta di presentarsi come candidati alla carica di consigliere regionale in una circoscrizione provinciale». In precedenza, questa possibilità era più limitata.

  • Si è stabilito che il candidato consigliere regionale può candidarsi solo in una circoscrizione provinciale, per evitare candidature multiple su più territori.

  • Alcuni articoli della legge 2020 sono stati abrogati. Queste modifiche sono entrate in vigore per la tornata elettorale 2025.

Implicazioni pratiche: che ruolo ha la legge elettorale nel risultato

Conoscere le norme è utile per interpretare il risultato elettorale e le dinamiche di vittoria/sconfitta:

  1. Premio di maggioranza
    Il fatto che la coalizione vincente ottenga seggi extra assicura che la governabilità sia stabile: anche se non vince con ampio margine, la coalizione resta con una maggioranza funzionale in Consiglio. Questo può aver favorito il centrodestra, che è risultato compatto.

  2. No ballottaggio
    Dal momento che vince chi prende più voti in un unico turno, non c’è la possibilità di recupero tramite secondo turno. Questo significa che una buona campagna finale e una mobilitazione alta possono fare la differenza; ma anche che la divisione del campo opposto è molto penalizzante, se non si raggiunge un consenso sufficientemente ampio.

  3. Vincolo su circoscrizione unica per la candidatura a consigliere
    La novità per cui un candidato può presentarsi solo in una circoscrizione limita la possibilità di “giocare su più territori”, spingendo i candidati e le formazioni politiche a concentrarsi su bacini di elettori ben definiti. Questo può avvantaggiare chi ha un radicamento forte in certe province, come nel caso di Fratelli d’Italia o altri partiti del centrodestra nelle Marche.

  4. Regole su genere e preferenze
    L’obbligo della parità di genere e il vincolo che le due preferenze debbano essere di genere diverso (se si esprimono due preferenze) influiscono sia sulla composizione del personale politico eletto sia sulla strategia delle liste. Le liste più equilibrate dal punto di vista di genere possono avere un appeal più ampio, ma richiedono anche risorse e organizzazione.

Scritto da: Daniele Biacchessi


GIORNALE RADIO

Giornale Radio, la radio libera di informare.

Notizie del giorno: notizie di cronaca, di politica,notizie dal mondo, notizie sportive, di economia, di salute e tecnologia. Notizie di oggi in radio streaming, in WEB TV e in podcast.