A cura di Daniele Biacchessi
Il capo dello Stato Sergio Mattarella non solo invia una nota dove, in un colloquio con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, definisce un fallimento la violenza della polizia contro ragazzini inermi e pacifici, ma sente direttamente la premier Giorgia Meloni per esprimere lo sdegno rispetto a ciò che è accaduto venerdì alle manifestazioni pro Palestina di Pisa e Firenze. Il Quirinale è preoccupato per il rischio di innalzamento del livello di scontro e chiede formalmente di preservare la coesione sociale, tutelare il pieno esercizio democratico anche del dissenso, abbassare i toni spesso esacerbati del rapporto tra partiti. Non passa neanche un’ora dal comunicato di Mattarella e il leader Matteo Salvini conferma di aver inteso bene il significato del messaggio del Colle, avventurandosi in una delle sue tipiche dichiarazioni distensive: “Poliziotti e carabinieri sono quotidianamente vittime di violenza fisica e verbale. Chi mette le mani addosso a un poliziotto o un carabiniere è un delinquente”. Ma a Pisa, nessun manifestante ha messo le mani addosso ad agenti di polizia. Anzi, sono stati proprio alcuni di loro che hanno massacrato con il manganello un gruppo di ragazzini dopo averli spinti nel vicolo stretto di via San Frediano, in una manovra vietata, definita grave dalle stesse norme di gestione della piazza. L’inchiesta aperta dalla magistratura e dai carabinieri ci dirà se ci sono stati abusi da parte di almeno quattro agenti di ps e se esistono responsabilità della catena di comando. Lo stesso questore di Pisa, Sebastiano Salvo, durante l’ultimo Comitato per l’ordine pubblico, ha ammesso che qualche problema c’è stato. L’inchiesta su questa lacunosa gestione della piazza, dal punto di vista organizzativo e operativo, potrebbe fornire la spiegazione sulle motivazioni della scelta repressiva.
Credits: Agenzia Fotogramma
26 Febbraio 2024
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