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La missione di Global Sumud Flotilla pronta a salpare verso Gaza

today28 Agosto 2025

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La Global Sumud Flotilla salpa dal Mediterraneo: 44 Paesi uniti per rompere l’assedio a Gaza.

Quello della Global Sumud Flotilla è un obiettivo ambizioso: rompere l’assedio israeliano a Gaza, dopo migliaia di morti tra i civili, bambini e giornalisti. Sono decine di barche, quarantaquattro Paesi coinvolti, numerose imbarcazioni di attivisti pronti a salire a bordo per fare rotta verso Gaza e altre migliaia che a terra preparano mobilitazioni.

Salperanno tra il 30 agosto e il 4 settembre da Italia, Spagna, Tunisia e Grecia. Gli organizzatori sono consapevoli che la missione potrebbe fallire in mancanza di una diplomazia e in balia della guerra. “Sappiamo che c’è il rischio di una reazione violenta, ma non si può rimanere inerti. I governi tutelino la nostra incolumità”.

I precedenti di Madleen e Handala

Il rischio c’è, e si è già manifestato con gli ultimi due velieri che hanno tentato di rompere l’assedio a Gaza: la Madleen e la Handala. Entrambi sono state intercettati in acque internazionali, attaccati e i volontari a bordo, tra cui Greta Thumberg e diversi europarlamentari come Rima Hassan, arrestati, accusati di ingresso illegale in Israele e rimpatriati con un divieto d’ingresso di cento anni.

L’iniziativa è l’esito dei percorsi incrociati della Flotilla, come della Global March to Gaza e del Maghreb Sumud Convoy, che nei mesi scorsi hanno tentato di raggiungere la Striscia via terra. Al gruppo si è aggiunto anche un blocco del Sud Est Asiatico, con attivisti e barche armate da Indonesia, Pakistan, Maldive, Sri Lanka, Bangladesh, Thailandia e Filippine.

Una mobilitazione imponente

Questa volta potrebbe essere diverso. È vero, la guerra continua, i civili continuano a morire, Netanyahu tira dritto nell’intento di occupare Gaza City, ma il premier israeliano ha paura della pressione pubblica, e le oceaniche manifestazioni di Tel Aviv e Gerusalemme dimostrano che il suo consenso interno è fortemente diminuito, così come è invece aumentato il distacco delle leadership internazionali ai suoi piani di sterminio della popolazione palestinese.

Origini Global Sumud Flotilla

La Global Sumud Flotilla, lanciata a metà del 2025, nasce dall’unione di quattro importanti movimenti internazionali: la Freedom Flotilla Coalition, il Global Movement to Gaza (ex Global March to Gaza), la Maghreb Sumud Flotilla (ex Sumud Convoy) e Sumud Nusantara. Il termine ṣumūd, in arabo, significa “resilienza” o “tenacia”, evocando la determinazione dei palestinesi nella resistenza all’assedio.

Scala e portata della missione

La GSF si configura come il più imponente sforzo civile via mare dalla nascita dell’assedio israeliano nel 2007. Ad oggi, conta oltre 15.000 volontari registrati provenienti da 44 Paesi. Tra loro spiccano nomi internazionali come Greta Thunberg, Susan Sarandon, Mark Ruffalo, Liam Cunningham, Zerocalcare, Alessandro Barbero e tanti altri.

Rotte e logistica

La flotta partirà in due ondate principali: la prima tra il 30 e il 31 agosto dai porti di Genova, Barcellona e Valencia, la seconda il 4 settembre da Tunisi e Sicilia. A Genova, il collettivo CALP e l’associazione Music for Peace stanno raccogliendo e imballando fino a 45 tonnellate di generi di prima necessità – pasta, farina, zucchero, legumi, tonno – per prepararli alla spedizione via mare.

Obiettivi politici e legali

La GSF intende sfidare il blocco marittimo illegale imposto a Gaza, consegnare aiuti umanitari essenziali e aprire un corridoio umanitario aperto alla società civile laddove la diplomazia statale ha fallito. Il movimento si presenta come indipendente, internazionale e non affiliato a governi o partiti; “la nostra fedeltà è alla giustizia, alla libertà e alla sacralità della vita umana” – affermano gli organizzatori.

Dal punto di vista legale, la missione è dichiaratamente pacifica, trasparente e conforme alle norme del diritto internazionale, inclusi i principi della Convenzione ONU sul Diritto del Mare (UNCLOS) relativi alla libera navigazione e al passaggio innocente. I partecipanti sono definiti civili protetti, e qualsiasi interferenza o arresto costituirebbe una violazione grave del Diritto Internazionale umanitario.

Eredità e contesto storico

L’iniziativa si inserisce in una storia fatta di tentativi precedenti, talvolta tragici: la Flotilla del 2010 culminata nello scontro della Mavi Marmara e la morte di attivisti in acque internazionali . Nelle ultime stagioni, missioni come quelle della Madleen e della Handala sono state intercettate, attaccate o sabotate prima ancora di raggiungere Gaza. La GSF, tuttavia, promette una risposta a più larga scala, con partecipazione globale e logistica coordinata.

Scritto da: DANIELE BIACCHESSI


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