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today22 Ottobre 2024
A cura di Daniele Biacchessi
I rapporti tra politica e magistratura hanno raggiunto in questi giorni livelli di massima tensione istituzionale. Prima con la decisione del Tribunale di Roma che ha annullato il trattenimento di 12 persone nei centri allestiti in Albania. Poi con il testo del consiglio dei ministri. Infine con le dichiarazioni del presidente del Senato Ignazio La Russa che chiede di cambiare il titolo IV la Carta costituzionale per fare maggiore chiarezza nel rapporto tra poteri. Dice La Russa: “La destra, che vuole governare, vorrebbe rispetto per le prerogative della politica. Ed è per questo che dobbiamo chiarire questa zona grigia. Perché altrimenti non si capisce quale sia il confine tra le funzioni della giustizia e quelle della politica.” Nella sostanza, La Russa si schiera con il ministro Carlo Nordio che aveva definito abnorme la sentenza dei magistrati romani di invalidare il trasferimento di 12 migranti in Albania. Fuori dalla norma, sostiene la seconda carica dello Stato.
Cambiare la Costituzione è il sogno di molti, ma fino ad oggi i tentativi di scardinare le regole non hanno portato bene ai mittenti. Matteo Renzi perse infatti un referendum costituzionale nel 2017 perché aveva personalizzato lo scontro. E ancor prima, nessuno dei tentativi di procedere alla modifica della Costituzione attraverso commissioni bicamerali ebbe successo. Nel 2001, nel 2006 e nel 2016, le riforme costituzionali approvate dal Parlamento e sottoposte al Corpo elettorale per il referendum confermativo hanno perciò seguito il metodo ordinario di revisione costituzionale, previsto dall’articolo 138 della Costituzione. La Russa che è avvocato, e lo stesso Nordio che ha una lunga storia nella magistratura, dovrebbero conoscere che la Costituzione custodisce un principio che resta uno dei pilastri essenziali della nostra democrazia: è la separazione dei poteri inserito nel titolo IV della Carta a garanzia dei cittadini e dei loro diritti. Si tratta di un principio fondamentale per la costituzione di uno Stato liberal-democratico, in virtù del quale ogni funzione statale (legislativa, amministrativa e giudiziaria) deve essere esercitata da organi diversi (parlamento, governo, magistratura), ciascuno dotato di proprio potere di decisione, senza che la politica o altri poteri prevalgono su altri.
Credits Foto: Agenzia Fotogramma
Scritto da: Giornale Radio
Il Timone di Daniele Biacchessi è il punto pomeridiano sulle principali notizie della giornata: ospiti di primo piano, commenti, analisi, anticipazioni. Narrato dal direttore editoriale di Giornale Radio.
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