Il Corsivo

Sala e Milano: un progetto ormai incrinato

today21 Luglio 2025

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Milano di Sala, una città che sfoggia grattacieli e internazionalità mentre esplodono povertà, gentrificazione e disuguaglianze social.

Il progetto di Beppe Sala si è fortemente incrinato sul piano politico, indipendentemente dall’esito delle recenti inchieste giudiziarie che avranno i loro tempi, le loro sentenze, di assoluzione o condanna. Il sindaco ha sviluppato in quasi due mandati una città certamente internazionale, (“Milano vicino all’Europa”, cantava Lucio Dalla), una metropoli più moderna, ma sicuramente non inclusiva.

La povertà assoluta e relativa a Milano

Al 30 aprile 2025, gli abitanti di Milano erano esattamente 1.367.518. Secondo l’Istat, a Milano, l’incidenza della povertà assoluta rispetto alla popolazione totale è stata dell’8,4% tra le famiglie e del 9,7% tra gli individui, ovvero 132650 persone. In decine di migliaia vivacchiano in povertà relativa. Sono lavoratori e famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese a causa di quello che tecnicamente si chiama “lavoro povero”.

Il “Rapporto sulle povertà nella diocesi ambrosiana”, ha messo insieme i dati di 168 centri d’ascolto, a cui nei 12 mesi del 2023 si sono rivolti 17.238 utenti, con un aumento del 17,9% rispetto al 2022. Per un single tra i 18 e i 59 anni, l’Istat stima una soglia di povertà a Milano di 1.175 euro, e suggerisce che un reddito lordo di circa 1.400 euro potrebbe essere necessario per evitare il rischio di povertà. Ma la coda a Pane Quotidiano è aumentata di giorno in giorno, e tra quelli che chiedono il sacchetto con la spesa alimentare troviamo anche appartenenti al ceto medio ormai notevolmente impoverito.

Affitti e acquisto di case stellari

La gentrificazione ha costretto una parte della popolazione a rifugiarsi nei paesi dell’hinterland. Al loro posto sono arrivati benestanti attirati dalla speculazione. Il canone medio di affitto si aggira intorno ai 23-24 euro al metro quadro. Il prezzo medio delle vendite di case ammonta a 5570 euro al metro quadrato.

Solo un nuovo modello di sviluppo può salvare Milano

La politica di continuità (Albertini, Moratti, Sala), ha trasformato il sogno di Milano in un gigantesco luna park per ricchi e costruttori. Ora serve una riflessione ampia e profonda su quale dovrebbe essere il modello di sviluppo di Milano. Ha ragione il vicedirettore del Corriere della Sera a dire a Giornale Radio che il problema non è aver costruito i grattacieli, ma aver dimenticato gli ascensori, cioè i servizi sociali per la popolazione.

Pane Quotidiano a Milano: l’emergenza alimentare raccontata dalla fila

Fra i molti aspetti che emergono dal tuo testo, uno tra i più significativi — e meno trattati a livello politico — è il ruolo crescente di Pane Quotidiano, storica onlus milanese che fornisce assistenza alimentare. Ogni giorno fino a 4.500–5.000 persone si presentano nelle due sedi principali, a viale Toscana e viale Monza, in attesa di un pacco alimentare dal valore di circa 18 € ciascuno. E non si tratta più soltanto di stranieri o clochard.  Tra di loro ci sono lavoratori precari, come informatici o vigilantes, pensionati con pensioni minime e persone con contratti instabili.

 In un quadro nazionale già segnato da un’incidenza dell’8,4 % di povertà assoluta tra le famiglie (9,7 % nella popolazione), l’emergenza alimentare a Milano assume un valore simbolico: se anche la metropoli più ricca e moderna del Paese mostra queste crepe, altrove la situazione potrebbe essere ancora peggiore. Il dato sorprende perché emerge proprio dalle vie più vivaci e tecnologiche: grattacieli futuristici fanno da sfondo alle file di persone in difficoltà, in attesa non solo di beni materiali, ma di riconoscimento sociale e dignità.

Solidarietà organizzata e limiti di modello

Il Pane Quotidiano, fondato nel 1898, dirige una macchina solidale imponente: grazie a oltre 250 volontari, una rete di aziende partner e piattaforme come GoodGiving, distribuisce ogni anno più di un milione di kit alimentari, pari a un valore stimato tra 25 e 30 milioni €. Recupera le eccedenze della filiera alimentare – quasi 800 tonnellate raccolte solo nel 2024 da hub dedicati – e garantisce la distribuzione quotidiana, senza chiedere tessere, certificazioni o attestazioni di reddito.

Tuttavia, questo sforzo mette a nudo i limiti di un modello urbano basato praticamente solo sulla crescita economica e infrastrutturale. Se Milano ha puntato su grattacieli, nuove linee metropolitane e investimenti globali, ha trascurato l’ascensore sociale e i servizi di base. L’enorme domanda di aiuto alimentare riflette una crisi strutturale: il caro-vita, affitti esorbitanti e lavoro povero rischiano di rendere la metropoli un “luna park per ricchi” in cui molti restano intrappolati, senza vie di ascesa.

Scritto da: DANIELE BIACCHESSI


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