Il Corsivo

Sala si difende a Palazzo Marino, Tancredi si dimette, l’inchiesta va avanti

today22 Luglio 2025

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In Aula a Palazzo Marino il sindaco respinge le accuse e promette di restare, mentre l’ex assessore Tancredi lascia l’incarico. L’inchiesta della Procura prosegue, alimentando incertezze sul futuro politico milanese.

Giuseppe Sala sceglie l’aula di Palazzo Marino per difendersi dalla contestazione di due reati da parte della Procura. “Sono giorni oscuri. Le mie mani sono pulite. Venuto a conoscenza del mio coinvolgimento nelle indagini dalla stampa. Indagini riservate diventate pubbliche. Continuerò l’incarico che i cittadini mi hanno assegnato. Non riusciranno a destabilizzare la situazione politica a Milano. Fatto sempre gli interessi dei cittadini. Nessuna azione a mio vantaggio”.

Nel suo discorso, non troverete un’autocritica politica, una spiegazione pubblica sul ruolo della Commissione paesaggio e dei sui suoi componenti che risultano in buona parte indagati dalla magistratura e che, secondo quanto affermato dall’architetto Verri erano tutti rappresentanti in quota dei partiti anche di opposizione.

Sala non ha accennato neppure cenni di quel cambio di passo sul suo programma di governo chiesto dal Pd, il principale partito della sua maggioranza. La scelta di Sala è stretta e impervia, perché è difficile prevedere gli sviluppi dell’inchiesta della Procura, quale sarà l’atteggiamento processuale che terranno nel corso del tempo i vari protagonisti della vicenda, quale evoluzione avranno i capi di accusa contro Sala, “false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone” e “induzione indebita a dare o promettere utilità”.

Le scontate dimissioni di Tancredi

Al lato pratico, l’unico capro espiatorio è l’ex assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano Giancarlo Tancredi, che rassegna le dimissioni in Consiglio comunale. È lui il mariuolo, ma Tancredi non ci sta e si dice amareggiato e sconfortato per la posizione espressa da alcune forze di maggioranza milanesi.

“Non ho tessere di partito, ma ci si è limitati a chiedere le mie dimissioni”. A meno di colpi di scena, Sala avrebbe davanti altri due anni di Governo. Lo scontro politico con numerosi consiglieri di maggioranza sulla vendita dello stadio di San Siro è solo spostato di qualche mese. Solo allora si verificherà la tenuta politica della giunta di Milano.

Palazzo Marino: dalla residenza nobiliare al cuore istituzionale di Milano

Costruito tra il 1557 e il 1563 su commissione del ricco banchiere genovese Tommaso Marino, il palazzo fu per volere di Marino la sua sontuosa dimora nel centro storico della città, sorvegliata da artisti del calibro di Galeazzo Alessi (architetto), Andrea e Ottavio Semini (affreschi), e la Fabbrica del Duomo (intagli e rilievi). La celebre corte interna, con decorazioni che richiamano le “Fatiche di Ercole” e le “Metamorfosi” d’Ovidio, riflette la ricchezza e l’ambizione dei committenti.

Dopo la bancarotta di Marino, il palazzo passò allo Stato e venne destinato a uffici finanziari; successivamente fu acquistato dal Comune nel 1861, diventando la sede del Municipio di Milano e simbolo del potere civico. Danneggiato durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, il palazzo è stato oggetto di restauri estesi, riportando alla luce stucchi e affreschi originari, ora visibili nelle eleganti sale al servizio della città.

Una sede storica che torna al centro della cronaca moderna

È proprio nell’aula consiliare di Palazzo Marino che il sindaco Beppe Sala ha pronunciato il suo discorso di difesa, respingendo le accuse penali e dichiarandosi “con le mani pulite”. La sede del Comune, fino a ieri simbolo di unità civica e dialogo istituzionale, oggi accoglie una fibrillante dialettica politica: tra le invocazioni di “cambiamento” espresse dal PD e la decisione politica di non dimettersi, l’idea di una Milano solidale e lungimirante è messa alla prova.

Nel contempo, la vicenda di Giancarlo Tancredi — ex assessore alla Rigenerazione Urbana — e le scontate dimissioni in Aula segnano una cesura politica. Tancredi si è dimesso tra polemiche e accuse reciproche, diventando simbolo del tentativo di isolamento del sindaco dalle scelte urbanistiche sotto inchiesta.

Scritto da: DANIELE BIACCHESSI


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