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Si apre lo scontro sul vertice della Commissione europea. Von der Leyen in pole position, ma permangono veti incrociati

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A cura di Daniele Biacchessi

Si apre lo scontro sul vertice della Commissione europea.
Dopo l’esito delle elezioni europee, con le leadership di Francia e Germania uscite indebolite, si avvia lo scontro sulla guida della Commissione, soprattutto sulle nomine. Il primo appuntamento è previsto stasera con la cena informale dei 27 capi di Stato organizzata dal presidente del Consiglio Charles Michel. Tra una portata e l’altra si discute sul futuro dell’Europa, in primis su chi ricoprirà i posti di vertice delle istituzioni comunitarie. In discussione ci sono la presidenza della Commissione, del Consiglio Europeo, del Parlamento e l’alto rappresentante degli Affari esteri.  
La premier Giorgia Meloni  chiede che all’Italia sia riconosciuto “il ruolo che le spetta in termini di competenze dei commissari.  Il vicepremier Antonio Tajani, in una intervista al Corriere, è ancora più esplicito: un commissario forte e la vicepresidenza. La decisione formale è attesa nel consiglio Europeo del 27 e 28 giugno.


Ursula Von der Leyen in pole position, ma permangono veti incrociati

Ursula Von der Leyen è intenzionata a trovare i voti direttamente in Parlamento, senza cambiare la maggioranza, confermando l’asse Popolari, Socialisti e Liberali. E’ quindi sicura di potersi muovere dentro il perimetro determinato dall’alleanza che ha guidato l’ultima legislatura, ed è altrettanto convinta di poter garantire le condizioni imposte da popolari e socialisti. L’orientamento è per il suo bis, ma continuano a pesare numerosi veti incrociati, per questo la Von der Leyen intende giocare d’anticipo. C’è la necessità di ampliare all’Eurocamera i numeri dei suoi sostenitori. I socialisti hanno chiesto che non vengano coinvolti i Conservatori della presidente Giorgia Meloni, e avviare una trattativa serrata con i verdi che contano una cinquantina di eletti. I popolari chiedono l’esatto contrario, cioè escludono ogni rapporto con gli ambientalisti e aprono a Fratelli d’Italia.  Ha ragione Romano Prodi quando chiede comunque un presidente forte e inappuntabile. Oggi ci sarà la prima tappa che sarà ancora molto lunga e non avara di sorprese.

Credits Foto: Agenzia Fotogramma
17 Giugno 2024

Scritto da: Giornale Radio

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