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Si apre la trattativa sui dazi europei. Senza accordo, contromisure Ue il 6 agosto

today16 Luglio 2025

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Dazi europei, al via il negoziato. Senza intesa entro il 6 agosto, scattano le contromisure europee. Giorgetti: “Serve un compromesso al 10%, ma l’Italia rischia 27 mila posti di lavoro e 0,1%.

Tra le minacce di Trump e le manovre europee, si apre formalmente la trattativa sui dazi tra Washington e Bruxelles. Al momento, le posizioni rimangono immutate. Trump fa la voce grossa e promette il 30% su tutti i beni, mentre Bruxelles avverte che, senza un accordo scritto o una intesa preliminare, dal 6 agosto partirà il pacchetto di contromisure sui prodotti americani.

Si tratta dei dazi europei su acciaio e alluminio, finora congelati per favorire il dialogo tra le parti, dal valore di 21 miliardi di euro. La decisione sul secondo pacchetto da 72 miliardi di euro, ora al vaglio dei Paesi membri e pensato per reagire alle misure statunitensi su dazi reciproci e auto, sarà invece valutata solo in base all’evoluzione delle trattative.

Giorgetti: ragionevole trattare e chiudere al 10%

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti mette le mani avanti: sprona l’Ue a trattare con ogni mezzo per raggiungere almeno quota 10% sui dazi. “E’ troppo importante arrivare a un ragionevole compromesso. Bisogna negoziare senza stancarsi, senza cedere di nemmeno un centimetro. La soglia del 10% era ragionevole, non si può andare molto lontano da questo numero, altrimenti diventa insostenibile”, sostiene Giorgetti. 

Le conseguenze per il mercato italiano con un dazio al 10% con gli Stati Uniti

Nel braccio di ferro tra Usa ed Europa sui dazi, si potrebbe tornare a quel 10% di sovrattassa. Sostenibile dice Giorgetti. Ma sarà vero? A fronte di un totale di circa 67 miliardi di euro di esportazioni, un ricarico del 10% sui prezzi ridurrebbe del 4,3% le nostre vendite verso gli Usa per un valore complessivo di 2,9 miliardi di euro. In questo modo perderemmo lo 0,1% di Pil (1,9 miliardi di euro e 27 mila posti di lavoro). 

L’applicazione generalizzata su tutte le esportazioni italiane di dazi del 10% comporterebbe per le nostre merci un costo aggiuntivo di circa 7 miliardi di euro. Un ricarico che andrebbe a colpire la meccanica, i cui prodotti verrebbero gravati da quasi 2 miliardi di euro di sovrattasse. A ruota ci sarebbero poi il comparto della moda (1,4 miliardi) e l’alimentare (poco più di un miliardo), quindi a seguire farmaceutica, automotive, elettronica, mobili, e chimica di consumo. Non sarà comunque un’operazione indolore. 

Cos’è il “Common Customs Tariff” e come funziona nell’Unione Europea

L’Unione Europea applica un Common Customs Tariff (CCT), ossia una tariffa doganale uniforme che si applica a tutte le merci importate dai Paesi non membri del mercato unico. Si tratta di un sistema armonizzato secondo una nomenclatura a 8 cifre (Combined Nomenclature, CN), con ulteriori dettagli nel sistema TARIC a 10 cifre, che integra aliquote, sospensioni, quote e misure di difesa commerciale. Le tariffe sono generalmente espresse in termini ad valorem (percentuali sul valore dichiarato), ma possono includere componenti specifiche (ad esempio: € x per tonnellata).

Il funzionamento è semplice e centralizzato: all’ingresso delle merci nel territorio UE, l’autorità doganale valuta il codice TARIC corrispondente e applica l’aliquota prevista moltiplicata per il valore dichiarato del bene . Il 75% dei proventi daziari confluisce nel budget dell’UE, rappresentando circa il 13,7% delle entrate UE nel 2024. Poiché l’UE è un’unione doganale, tutti gli Stati membri applicano le stesse tariffe, senza quote o esclusioni nazionali, garantendo coerenza e uniformità del mercato .

Dazi europei strumento di politica commerciale: misure ordinarie e difesa

I dazi ordinarî (MFN – Most Favoured Nation) seguono i massimali concordati nell’ambito WTO e mirano a proteggere l’industria comunitaria . Tuttavia, l’UE dispone anche di strumenti di difesa commerciale, attivati in risposta a comportamenti sleali o pericolosi per il mercato interno: tra questi troviamo antidumping, antisovvenzioni (countervailing duties), safeguards (misure di salvaguardia) e il più recente anti-coercion instrument. Le misure antidumping si attivano quando merci straniere vengono vendute in UE a prezzi inferiori al “normal value”, causando danno alla produzione comunitaria; la Commissione può aprire indagini e imporre dazi aggiuntivi tali da compensare tale distorsione .

Similmente, le misure anti sovvenzione si applicano quando merci importate sono sostenute da sussidi esteri che danneggiano i produttori UE . Le salvaguardie, invece, sono misure temporanee e più generiche applicate in caso di aumento improvviso delle importazioni, al fine di proteggere l’industria interna . Infine, l’anti‑coercion instrument—approvato nel 2023—è pensato specificamente per rispondere a pressioni economiche destinate a forzare scelte politiche, consentendo contromisure mirate, incluse restrizioni commerciali o investimenti.

Scritto da: DANIELE BIACCHESSI


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