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Il Corsivo
today29 Giugno 2024
A cura di Ferruccio Bovio
Una maggioranza, composta da Popolari, Socialisti e Liberali ed in grado di garantire un certo margine di sicurezza sul voto per la Presidenza della Commissione Europea, aritmeticamente esisterebbe anche…tuttavia non pare così blindata da potersi permettere di ignorare le insidie rappresentate da eventuali franchi tiratori, proprio in occasione di quello che, in fondo, è l’unico voto realmente importante del Parlamento Europeo. Ecco perché, in questi giorni, a livello più o meno ufficiale, da parte dei partiti che costituiranno anche per questa legislatura la spina dorsale del governo comunitario, non sono mancati i tentativi di approccio nei confronti di altre forze politiche, affinché generosamente contribuiscano anch’esse alla riconferma di Ursula von der Leyen ai vertici della Commissione UE. E le due sponde alle quali potersi, eventualmente, aggrappare sono essenzialmente quelle costituite dai Verdi e dal gruppo dei Conservatori che, come è noto, è attualmente presieduto da Giorgia Meloni.
Non ci vuole un grosso sforzo di fantasia per comprendere che, dietro ai due possibili sostegni esterni alla maggioranza ufficiale, si celano due prospettive programmatiche profondamente diverse tra di loro, almeno in merito al centralissimo problema della transizione energetica.
Uno schieramento comprendente i Verdi andrebbe, sostanzialmente a confermare quella “linea Timmersmans” che, negli ultimi cinque anni, l’agguerrito socialista olandese – nella sua veste di vice presidente della Commissione – ha imposto sulla transizione ecologica, attraverso un piano normativo decisamente ideologico e spesso incurante dei costi economici e sociali ad esso connessi. Un piano a contestazione del quale, in tutta l’Unione europea, si sono alzate, con sempre maggiore insistenza, le voci di tanti industriali, di tanti agricoltori e, soprattutto, di milioni di cittadini rimasti disorientati dalle misure previste dal Green Deal. Basti pensare, tanto per guardare in casa nostra, alle spese che i proprietari di immobili dovranno sostenere per tutta una serie di investimenti obbligatori da sacrificare sull’altare del risparmio energetico.
Una eventuale apertura verso i Conservatori, sarebbe invece, probabilmente, accompagnata da una più attenta considerazione dinanzi alle preoccupazioni da più parti espresse – come si è appena detto – in merito ai costi della transizione ed ai soggetti che dovrebbero farsene carico.
Francamente stupisce il fatto che la sinistra europea non si accorga di come proprio i ceti sociali più deboli – da essa storicamente rappresentati – si stiano ribellando agli eccessi di un ambientalismo e di una globalizzazione che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza stessa dei loro posti di lavoro. Poi, ci si chiede perché mai votino a destra e si sentano così estranei rispetto all’aria che tira nei palazzi di Bruxelles…
Se, invece, cosa tutt’altro che impossibile, non assisteremo ad alcun allargamento di maggioranza, allora temiamo che a guidare la prossima Europa sarà l’incertezza programmatica di una Commissione che si presenta come un po’ troppo autoreferenziale.
Scritto da: Giornale Radio
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